Giornata di presentazione per Marco Giampaolo a Lecce. Il nuovo allenatore dei salentini prende il posto dell'esonerato Gotti e torna ad allenare in serie A a due anni di distanza dall'ultima esperienza con la Sampdoria: "Il calcio è cambiato tanto. Prima c'era chi pensava a presidiare gli spazi, oggi si gioca uomo su uomo. Non esistono più sistemi di gioco, si difende in un modo e si attacca in un altro"
Riparte da Lecce Marco Giampaolo. Riparte dopo due anni dall'ultimo esonero con la Sampdoria con una gran voglia di rimettersi in gioco. Lo si capisce subito dalle prime parole della conferenza stampa di presentazione di oggi accanto al presidente del club Sticchi Damiani e ai responsabili dell'area tecnica Corvino e Trinchera: "Lecce per me è una grande opportunità. Ritengo ci siano calciatori che abbiano le caratteristiche per esprimere il mio pensiero. È un sì motivato da argomenti tecnici. Avevo proposte all'estero, un estero che aveva solo un sapore economico e non tecnico. Corvino mi ha chiesto di lavorare, voglio giocare a calcio. Se ho un possesso palla superiore significa che ho la palla più dell'avversario. Per giocare a calcio ci vogliono conoscenze e qualità tecniche. Credo che ci siano qualità tecniche in questa squadra". Due anni di stop ma Giampaolo non ha mai smesso di seguire il calcio e soprattutto di aggiornarsi: "Nell'ultimo anno ho lavorato in smart working. Ho visto il Lecce, non dal vivo ma in TV durante questo campionato. L'ho rivisto in questi giorni, nel dettaglio. I calciatori prima di giudicarli bisogna allenarli. Ho grande entusiasmo. Il calcio è cambiato. Prima c'era chi pensava di presidiare gli spazi, oggi si gioca uomo su uomo. Oggi non esistono più sistemi di gioco, si difende in un modo e si attacca in un altro. È cambiato tanto e bisogna stare al passo coi cambiamenti"
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Prime indicazioni anche di campo anche se saranno solo 12 i giocatori della prima squadra con cui lavorerà Giampaolo in questi giorni visti gli impegni delle Nazionali. "Nel calcio di oggi i moduli non hanno molto senso. La squadra è stata costruita per giocare in un modo: difesa a 4, 3 centrocampisti, 2 ali e 1 prima punta. Se la volete vedere così staticamente...". In rosa anche una vecchia conoscenza di Giampaolo nel la sua fugace esperienza al Milan: "Rebic l'ho allenato forse un mese, poi all'epoca giocavo in un modo poco congeniale alle sue caratteristiche. Ricordo un ragazzo determinato, lo ritrovo volentieri. Tutti devono essere una risorsa per la squadra, Rebic come Krstovic e Burnete. Il mio focus è stato sempre la squadra. Le partite si giocano in 16, dobbiamo fare un salto di qualità mentale". Una battuta anche sul possibile ruolo di Dorgu uno degli elementi che in questo inizio difficile di stagione si è messo più in evidenza: "I giocatori che giocano alti mi piacciono a piede invertito. Mi piacciano i giocatori che vengano a giocare dentro il campo".