La reazione di Baroni (e della Lazio)

Un rigore subito lunedì scorso l’aveva fatta precipitare. Un rigore trasformato le ha permesso di riaccendersi. La sfida contro il Lecce ha detto anche molto altro: ha passato diverse fasi, ma il gol di Castellanos è stato il punto di svolta e di ripartenza in un match che rischiava di essere una sorta di prolungamento dei 90 minuti vissuti contro l’Inter. Ha chiuso quella partita e ne ha aperta un’altra. Prevalentemente da un punto di vista nervoso ed emotivo. Non è stata la solita Lazio. Ma doveva vincere e lo ha fatto. Il come, stavolta, – anche per uno molto attento alla prestazione come Baroni – veniva dopo. Perché messe in vetrina, delle 17 vittorie stagionali quella di Lecce è stata probabilmente una delle meno brillanti e appariscenti. Messa invece sulla bilancia è una di quelle che pesa di più. Il valore del successo va letto in prospettiva, pensando magari alla sfida di sabato prossimo contro l’Atalanta. La settimana di Baroni Non è stata una settimana facile nemmeno per Baroni che si è assunto sì la colpa per la debacle contro Inzaghi ma a cui non è piaciuto che società e qualche suo giocatore abbiano parlato di poca umiltà. Ha respinto con forza questa critica, ricordando che i primi 35 minuti della sua squadra erano stati particolarmente brillanti con il solito approccio qualitativamente coraggioso. Anche per questo dopo il crollo contro l’Inter la tappa in Puglia più che un’occasione di rilancio appariva come una trappola: rischiava insomma di aprire una piccola crepa nell’opera di ricostruzione fin qui perfetta dell’allenatore. Alla fine invece la vittoria di Lecce andrà messa anche nell’albo dei record. Mai nessun allenatore biancoceleste in serie A aveva vinto 17 delle prime 24 partite stagionali. Non solo per questo stavolta il risultato veniva prima di tutto, ma che il crollo emotivo di lunedì fosse ancora nella testa dei biancocelesti è parso evidente: squadra poco serena e troppo frenetica; una sorta di ansia da prestazione ancor più visibile nel secondo tempo nella gestione della superiorità numerica. C’era ma non si vedeva. Poi ci ha pensato Marusic a regalare un sereno Natale alla sua squadra: segna poco ma segna quando serve. Il 14esimo marcatore diverso della rosa biancoceleste ha scelto l’occasione giusta per mettere la sua prima firma in questo campionato, come l’anno scorso: quando, sempre al fotofinish, decise la sfida contro la Juventus nella prima partita con Tudor in panchina in un momento evidentemente molto delicato della stagione. I problemi della squadra Ancora una volta, la decima, a segno un giocatore subentrato. Non era la solita Lazio, ma l’ha vinta nel solito modo, trovando la rete con un giocatore uscito dalla panchina e segnando ancora negli ultimi 15 minuti: una nota di merito, non certo una diminutio. In vista del big-match di sabato contro l’Atalanta però Baroni dovrà tener conto di qualche giocatore che sembra meno brillante di qualche settimana fa: Tavares, uno dei migliori fin qui e miglior assist-man della serie A, appare in riserva; Dia, condizionato da un problema alla caviglia che si trascina da settimane, va gestito e maneggiato con cura; Romagnoli e Zaccagni non sono al meglio. Fisicamente la squadra sembra aver vissuto giorni migliori ma giocare una sola partita a settimana nei prossimi 25 giorni di sicuro aiuterà.

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