Rivoluzione Roma, ma su che basi?

Dopo la disfatta di Como del 15 dicembre la proprietà della Roma lascia trapelare la volontà di rivoluzionare il gruppo. Un progetto nelle intenzioni da mettere in pratica con effetti immediati visto che la sessione invernale del mercato inizierà appena 18 giorni dopo. Ma le cose nel calcio non vanno come le immaginano le proprietà americane pervase da decisionismo da distribuire possibilmente in tempi rapidi: il mercato in uscita dovrebbe essere assolutamente dominante nelle idee della famiglia Friedkin. Non sarà un lavoro facile. Intanto a causa del rapporto tra investimenti fatti per alcuni cartellini e il valore attuale. Qualche nome? Baldanzi, Le Fée, Soulé. Settanta milioni circa di investimento senza nessuna risposta dal campo. Ranieri non li vede , in campo vanno pochissimo e il loro valore è precipitato. Trovare estimatori pronti a spendere per loro sarà un’operazione molto complicata: come spesso accade in questi casi qualche squadra in situazioni precarie di classifica farà richiesta di prestito con ingaggio da dividere in due. Nodo big Altro discorso di non facile soluzione in chiave rivoluzione è quello legato agli ingaggi. Il club si separerebbe volentieri da alcuni rappresentanti della vecchia guardia, Cristante e Pellegrini per esempio, ma i loro sono stipendi da giocatori di alto profilo, ingombranti. Il primo percepisce intorno ai tre milioni annui, per il capitano si passa a una cifra doppia. Cristante, poi, va a scadenza nel 2027, Pellegrini 12 mesi prima. Parliamo di calciatori strutturati, abituati ad anni di partite di alto livello soprattutto in Europa dove anche grazie a loro la Roma ha avuto un ruolo da protagonista. Gente in grado di entrare nelle rotazioni delle squadre d’alta classifica. Gli allenatori li vogliono, i proprietari rimangono spaventati dai costi. Cristante è fermo per infortunio alla caviglia, Pellegrini ha fatto solo una partita da titolare nelle ultime otto. Ma difficilmente lasceranno la Roma nella sessione invernale del mercato. Alla fine un’operazione facile in uscita sarebbe quella legata a Hermoso. Preso a zero in estate, rappresenterebbe comunque una operazione vantaggiosa: gli estimatori non mancano a cominciare dal Fenerbahce di Jose Mourinho. Questione Dybala Difficile fare la rivoluzione senza uscite. Peraltro al momento la manifestazione d’interesse per i calciatori della Roma è la solita ed è chiaramente legata a Paulo Dybala. Il Galatasaray si dimostra più che interessata al talento del campione del mondo argentino soprattutto dopo l’infortunio di Mauro Icardi ma la proprietà della Roma è tanto ma tanto sensibile al consenso: fino a qualche settimana fa la pratica Dybala in uscita era un pensiero, le ultime prestazioni spazzano via questa possibilità. L’argentino con Ranieri ha ripreso a volare, una sua cessione sarebbe si l’inizio di una rivoluzione. Della tifoseria. Con questi presupposti sarà abbastanza complicato migliorare la squadra in modo strutturale. I rinforzi servirebbero, eccome. Mancano i gol degli attaccanti, a parte Dybala nelle ultime uscite: Dovbyk ha realizzato un solo gol nelle ultime sette di campionato, l’inutile 5-0 contro il Parma e risulta quindi difficile risalire la classifica con i numeri dell’attuale reparto offensivo. Si cerca un centravanti e almeno un esterno da uno contro uno: il sistema a tre prevede sulle corsie laterali giocatori in grado di fare la fascia con forza nelle gambe e qualità. Uno come Soulé ad esempio sembra abbastanza tagliato fuori. E a proposito di difesa a tre, con l’eventuale uscita di Hermoso l’attenzione va rivolta anche al pacchetto dei difensori centrali che a quel punto avrebbe numeri ridotti. La rivoluzione prevista dai proprietari dopo Como sembra operazione più difficile del previsto anche perché cessioni e acquisti vanno valutati in una chiave nuova legata alle idee del futuro allenatore. Investire in profili tecnici non corrispondenti alle richieste di chi siederà in panchina significherebbe riorganizzare un nuovo percorso partendo ancora una volta col piede sbagliato. La scorsa estate a De Rossi profilarono un gruppo senza Dybala e il giovane allenatore organizzò il lavoro estivo pensando a uomini adatti a un certo tipo di idea. La gestione schizofrenica di quell’operazione causò un corto circuito fortemente condizionante. L’arrivo di un uomo di calcio esperto come Claudio Ranieri potrebbe essere l’inizio di un progetto poggiato su basi più razionali, dove la sinergia tra proprietà, direzione sportiva e staff tecnico possa diventare il presupposto su cui costruire una Roma in grado di riascoltare la musica della Champions dopo un periodo davvero troppo ma troppo lungo.

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Paolo Assogna