Verso Torino-Juventus: come si prepara un derby da commentare

In tanti mi chiedono come si prepara una partita, in particolare un derby. La preparazione è un aspetto fondamentale della telecronaca, è un indice di professionalità ma soprattutto è un elemento fondamentale per fare un buon lavoro. Negli anni il lavoro del telecronista nel preparare una partita si è molto semplificato con l’avvento di internet. In passato si trascorrevano ore in archivio, tra faldoni impolverati alla ricerca di notizie. Oggi è tutto più semplice. Una buona gestione delle parole chiave e un indispensabile senso della notizia consentono in poche ore di preparare una partita quasi alla perfezione. Nel caso di un derby contano molto ovviamente i precedenti, in particolare quelli più recenti. Il Torino è in un momento di evidente difficoltà e trova la Juve che non batte dal 26 aprile 2015. Nelle ultime 21 sfide, comprese quelle in coppa, la Juve non ha mai perso lasciando al Toro appena cinque pareggi. E nelle ultime tre sfide la Juve non ha mai subito gol. Contro un Torino che, dopo l’infortunio di Zapata fatica a segnare, può essere un dato statistico molto interessante. A stagione inoltrata non è consigliabile esagerare con le notizie sul personale dei giocatori. Ormai sono aneddoti che si rincorrono da inizio campionato e insistere potrebbe essere fastidioso per il telespettatore. Restano di attualità le notizie su giocatori che hanno vestito la maglia della squadra avversaria, in particolare se a inizio carriera. Che Bremer abbia giocato nel Torino lo sanno anche i muri, dovesse esserci un calciatore che magari è transitato per una sola stagione nel club rivale potrebbe essere molto interessante, soprattutto in presenza di curiosità significative. Ma un derby vive principalmente di emozioni e allora il compito principale del telecronista è quello di calarsi nell’atmosfera dell’evento e cercare, con il suo racconto, di portare il telespettatore dentro la partita. Senza inutili orpelli, evitando di descrivere una realtà che non esiste ma esaltando ciò che sta accadendo o che potrebbe – realmente – accadere. Il contributo del pubblico è fondamentale. Un tifo coinvolgente rende più appassionato il racconto, rende più emozionanti azioni che in un contesto ovattato susciterebbero poche emozioni. Un giro in campo prima della partita, con un pubblico già caldo nell’anteprima della partita, aiuta il telecronista a immedesimarsi nell’evento e rendere più accattivante il suo commento. E poi c’è l’aspetto più importante per rendere bellissima una telecronaca: il contributo dei protagonisti. Se la partita è ricca di emozioni, se i ritmi sono alti anche il cronista meno preparato può fare la sua figura. Se in campo non accade nulla, con interruzioni prolungate e ritmi da amichevole di fine campionato, anche il miglior narratore può andare in difficoltà.

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