Fiorentina, sei a un Gudmundsson di distanza dall'obiettivo

Sono passati più di tre anni da quel 22 gennaio 2022, quando il Genoa ufficializzò l'acquisto di tale Albert Gudmundsson, talento dell'AZ Alkmaar, per 1.5 milioni di euro. Da allora di strada ne ha fatta: 35 gol tra Genoa e Fiorentina, più 11 assist, mentre da poco ha anche festeggiato le 100 presenze tra Serie A e B. Il calcio italiano, evidentemente, era nel suo destino. Il suo bisnonno è stato il primo islandese a giocare in serie A, nella stagione 1948- 49, con la maglia del Milan. E pensare che a un certo punto anche Albert sembrava destinato a giocare a Milano, ma sulla sponda nerazzurra. Durante la scorsa estate di calciomercato lo volevano in tanti. Anche l’Inter si era interessata ad Albert Gudmundsson. Simone Inzaghi cercava un giocatore offensivo con grande attitudine al dribbling, una caratteristica poco presente all’interno di una rosa comunque di altissimo livello. E’ stato Rocco Commisso a spuntarla, convincendo il Genoa con un assegno di 5,85 milioni, solo per il prestito, e un obbligo di riscatto condizionato a 20 milioni, più 3 di Bonus. Fino a sei mesi fa l’islandese era considerato il grande colpo di mercato della Fiorentina, molto più di Kean, arrivato quasi in punta di piedi dalla Juve. Gudmundsson aveva acceso l’entusiasmo dell'ambizioso popolo viola, pronto a lottare per tornare ai piani altissimi della classifica. Poi l’inizio complicato dai problemi al polpaccio, che si portano degli strascichi ancora oggi, con la fiduciosa attesa di ritrovarlo presto ai livelli del Genoa. Quel Genoa che ritrova nel prossimo turno, a cui è rimasto legato. Genova per due anni è stata la sua casa, il mare d'inverno che lui tanto ama, una tifoseria che lo aveva adottato. La gioia della festa promozione, il 6 maggio 2023, indimenticabile soprattutto per quel tifoso a cui Gudmundsson chiese un passaggio in motorino per tornare a casa e a cui regalò una maglia come ringraziamento. Il post per Gilardino, l'allenatore con cui è cresciuto, il giorno del suo esonero. Un legame comprensibile, in fondo il Genoa è la squadra che gli ha consentito il salto di qualità e che lui ha contribuito prima a riportare in serie A e poi a una comoda salvezza. In 2 anni e mezzo i numeri dicono 87 partite, 31 gol e 10 assist. Al Genoa era il leader tecnico, il giocatore che accendeva la fantasia dei tifosi. A Firenze lo scenario è cambiato. Gli infortuni hanno frenato Gudmundsson. Prima il problema al polpaccio, poi anche l’infortunio al bicipite femorale . Albert è stato fin qui la pallida copia del giocatore ammirato al Genoa. Come se gli infortuni ne avessero raffreddato le capacità atletiche, cancellando quello scatto nel breve che aveva messo in crisi le difese di mezza Serie A nella stagione del suo esordio nel massimo campionato. Contro il Torino due giornate fa e domenica scorsa contro la Lazio si sono rivisti sprazzi del suo talento, ma non è ancora il vero Gudmundsson. Lui è il primo a esserne consapevole e a pretendere di più da sé stesso. C’è anche un problema tattico. Al Genoa la squadra ruotava attorno all’islandese. Gilardino giocava spesso con una difesa a cinque, tre mediani di grande sostanza e Gudmundsson libero di svariare alle spalle dell’unica punta. La Fiorentina gioca un calcio molto più propositivo, Palladino alle spalle dell'inamovibile Kean schiera una batteria di trequartisti: 'Gud' ha meno libertà di agire, spesso trova Colpani a destra e Sottil a sinistra, più la concorrenza di Beltràn. Al 'Grifone', in fase offensiva, era una sorta di one man show. Alla 'Viola' deve relazionarsi con una grande abbondanza di giocatori offensivi. Palladino sta studiando il modo migliore per utilizzarlo e riportarlo ai suoi livelli. Un’ipotesi potrebbe essere quella di riportarlo sulla fascia. Meglio a sinistra, ma avanza anche l’ipotesi di uno spostamento a destra. Di sicuro la Fiorentina, vittoriosa contro la Lazio e di nuovo in corsa per la Champions, ha bisogno del miglior Gudmundsson. A 27 anni, nel pieno della carriera, il suo talento deve per forza tornare a splendere.

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Vanessa Leonardi