Zanetti: "Vi racconto il mio Verona, giovane e pieno di talento"

Mister, che ambiente ha trovato a Verona quest'anno? Quali sono i fattori che la stanno facendo lavorare così bene? "Ho trovato un ambiente bellissimo. Chiunque ha la fortuna di passare da un club del genere si rende conto che cosa significa l'Hellas per questa città e per questi tifosi. Lavoriamo ogni giorno in un ambiente che ci mette ogni cosa a disposizione, in un ambiente che nei momenti di difficoltà si sa compattare e che sa lavorare insieme alla squadra. Percepiamo in ogni momento la vicinanza dei nostri tifosi. Credo che questa sia la cosa più importante". È un Verona senza mezze misure: otto vittorie in 27 partite, pochissimi pareggi, come come se lo spiega? "I successi hanno la loro valenza, credo che vincere in Serie A non sia semplice per nessuno. Questo testimonia che la squadra ha di valori importanti. Ci sarebbe piaciuto sicuramente fare qualche punto in più, qualche rimpianto ce l'abbiamo. Soprattutto per qualche partita sporca dove non siamo riusciti a portare a casa nemmeno un pareggio, che sono molto importanti ai fini della nostra classifica. Però ripeto, le vittorie contano, speriamo di farne altre". La fase difensiva potrebbe essere un aspetto su cui concentrarsi per cercare di portare a casa quei punti 'sporchi'? "È un aspetto su cui lavoriamo tanto in realtà, perché è un nostro difetto. Come è giusto che sia cerchiamo di migliorare i nostri parametri anche da quel punto di vista, senza però dimenticarci che per vincere le partite bisogna far gol. Per noi è importante cercare un equilibrio in entrambe le fasi. Difendendo meglio come squadra, cosa che stiamo facendo ultimamente, ma anche pensando a come far male alle avversarie". Allena un Verona che l'estate scorsa è stato rivoluzionato, quali sono i talenti più cristallini che ci sono nella sua rosa? "Intanto va detto che noi siamo la seconda squadra più giovane del campionato. Abbiamo tanti giovani di talento, a costo di rinunciare a qualcosa dal punto di vista dell'esperienza. Solo per citarne qualcuno mi sento di nominare i ragazzi più piccoli, quelli del 2006: Cisse, Slotsager e Lambourde. Loro tre sono il futuro di questa società, ma anche il futuro del calcio in generale, perché sono dei ragazzi veramente interessanti". Invece tra i giocatori che hanno un po' più di esperienza, chi sono quelli che fanno da punto di riferimento per il gruppo? "C'è un buono zoccolo duro che è qui da da parecchio tempo, come Dawidowicz, Faraoni, Montipò e Lazovic. Sono tutti calciatori importanti per noi. Poi abbiamo anche ragazzi esperti come Duda e Serdar, che sono giocatori di livello per la Serie A. Quando non ci sono, la loro assenza si sente". Qual è la forza di questo gruppo? Su quale aspetto volete costruire la salvezza? "Sapere reagire alle difficoltà. Credo che questa sia una grande dote per una squadra che si deve salvare, perché le difficoltà ci sono, è innegabile. Sappiamo dall'inizio quale sarebbe stato il nostro tipo di campionato, un campionato fatto di inciampi, qualche volta anche di passione. Ma saper reagire e rimettersi in pista, come squadra, cosa che abbiamo fatto molte volte in questa stagione, secondo me è la cosa più importante per arrivare al nostro obiettivo". Parlando appunto di salvezza, il vantaggio sulla zona retrocessione vi fa stare tranquilli? "No, assolutamente. La tensione è sempre al massimo. Con i punti che abbiamo, a oggi, non ci salveremmo. Dobbiamo farne altri. Sappiamo più o meno quanti ce ne servono e quante partite mancano. Siamo sul pezzo". Qualche rimpianto fino a questo momento? "Per qualche punto lasciato per strada, sì, sicuramente. Per qualche sconfitta pesante che ha rischiato di mettere in difficoltà un po' tutto il progetto, dalle quali però abbiamo imparato e siamo stati bravi a ripartire per fare i punti che abbiamo oggi. Potessi tornare indietro, è normale che mi piacerebbe che queste cose non accadessero". Avete avuto anche un po' di sfortuna con gli infortuni finora, quanto hanno inciso sulla stagione? "Gli infortuni incidono molto, anche perché non tutte le squadre in Serie A hanno lo stesso tipo di organico. Noi abbiamo una rosa buona per quello che è il nostro livello, ma non possiamo prescindere da giocatori che sono fondamentali per il Verona. Come in tutte le squadre, quando ti vengono a mancare per qualche partita più giocatori, bisogna sopperire all'emergenza e trovare le risorse nel gruppo. Alcune volte ci siamo riusciti, altre meno, perché quando questi elementi sono in campo, la squadra cambia volto". La posizione in classifica vi rispecchia? "È la posizione che ci siamo meritati. Non abbiamo assolutamente rubato niente, anzi forse potevamo fare qualcosa di meglio in certe occasioni. Penso che oggi siamo nella posizione che questa squadra merita, per quello che ha fatto vedere. Le partite che abbiamo vinto sono state tutte meritate, vale anche per quelle che abbiamo perso, quasi sempre. Siamo alla ricerca di un nostro equilibrio, per costruire un progetto tecnico che vada avanti nel futuro. Questa annata, con un gruppo nuovo, dovrà essere preparatoria per quello che sarà l'obiettivo dei prossimi anni: alzare l'asticella". Tra i calciatori in rosa, qual è quello che l'ha stupita di più? Il giocatore magari non più forte ma che l'ha stupita. "Devo dividere la risposta. Belahyane, che abbiamo venduto a gennaio alla Lazio, nella prima parte del campionato è stato un giocatore importante. Soprattutto è stato una scoperta, perché è partito come quarto, quinto centrocampista e poi ha finito per essere ceduto dopo pochi mesi, tanto aveva fatto bene. Ha stupito tutti, me compreso. Per il girone di ritorno ancora c'è tempo per capirlo. Mi piacerebbe che qualche giovane potesse avere un exploit simile, uno di quei nomi che ho fatto prima, cioè Cisse, Lambourde e Slotsager. Sono ragazzi che potrebbero avere più spazio nelle ultime giornate, hanno secondo me tutte le caratteristiche per emergere". Ultima domanda: qui a Verona c'è un rapporto speciale con i tifosi. Quanto sono importanti nella loro spinta? "Sono determinanti. Senza di loro non possiamo giocare, non andiamo da nessuna parte. In un campionato per noi già di per sé difficile, loro ci danno sempre l'esempio, ci indicano la strada per eagire alle difficoltà con grande onore e grande voglia, senza mai piangersi addosso, affrontando i nostri avversari con la giusta mentalità. Spero che rimangano sempre al nostro fianco e di regalargli un bellissimo finale di stagione".

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