Intanto la vittoria, per il gioco ci sarà tempo. E su Vlahovic...

Contava vincere, contavano i tre punti. Dopo le brutte sconfitte con Atalanta e Fiorentina, erano la cosa più importante. Tudor e la squadra hanno trovato da parte del pubblico dello Stadium una risposta non scontata, una sana voglia di reazione che ha messo i calciatori in grado di poter giocare in un ambiente positivo. La Juve ha cercato di ricambiare partendo forte, ma non è stata una partita esaltante. C’è stata una reazione, quello sì, ma sul gioco c’è ancora tanto da lavorare. Con una sola certezza, già emersa dopo soli 90 minuti: la qualità di Yildiz, in gol e sempre al centro del gioco. Aspettando Cambiaso, uno dei migliori fin qui della stagione dei bianconeri, deputato al ruolo di ‘quinto’ di sinistra, è stato interessante vedere l’esperimento Nico Gonzalez come esterno di destra a tutta fascia. In un ruolo non suo, con caratteristiche di certo diverse rispetto a Weah , più portato a cercare il fondo e crossare rispetto all'argentino, ha fatto comunque una buona prestazione, di grande generosità, premiato dagli applausi dello Stadium al momento del cambio. Capitolo Vlahovic. Con Thiago Motta era finito ai margini, Tudor lo ha rimesso da subito al centro dell’attacco. Era, per certi versi, la mossa ‘da fare’. Perché Kolo Muani, per quanto bene ha fatto finora, è evidentemente un giocatore di passaggio alla Juventus. Vlahovic si è impegnato, ha messo tanto in campo, ma è stato abbastanza impreciso: ha avuto almeno tre occasioni per calciare in porta ma le ha sfruttate male. Più del coinvolgimento all’interno della manovra, è proprio mancato nella qualità della conclusione. Tudor lo ha elogiato, lo ha stimolato, lo ha fatto ritornare protagonista; ora tocca a Vlahovic dimostrare quanto è bravo, perché da qui alla fine del campionato il posto da titolare sarà suo. Il ‘vero’ protagonista è stato però Yildiz. Nelle ultime partite il numero 10 era finito addirittura in panchina, una mossa tattica difficile da comprendere, perché nessun altro giocatore della rosa della Juventus ha un tale tasso tecnico. Yildiz deve giocare, esterno alto o seconda punta poco importa. Sarà interessante vedere cosa deciderà Tudor con il rientro di Cambiaso. Durante la gestione di Thiago Motta la catena di sinistra è stata quella più sfruttata, le combinazioni tra i due hanno creato molti problemi agli avversari. Vedremo in che modo la ‘nuova’ Juve riuscirà a replicare i giochi a due tra Yildiz e Cambiaso, detto che il turco è un giocatore di grande versatilità, e non avrà problemi a svariare sul fronte offensivo per lasciare spazio all’esterno della Nazionale. Chi invece non ha dato segnali è Koopmeiners, ancora troppo distante dal giocatore che abbiamo ammirato con la maglia dell’Atalanta. Tutti lo aspettano, juventini e non, ma la sua stagione continua a rimanere complicata. Il centrocampista di altissimo livello che aveva convinto la Juve a sborsare quasi 60 milioni per acquistarlo non si è ancora visto a Torino, ma ormai non si riesce a capire se sia più un problema di collocazione tattica o di mancanza di autostima. Tra l’altro, il ‘peso’ del suo cartellino lo rende anche un giocatore difficile da lasciare in panchina, perché si ha sempre la speranza che possa accendersi. Vedremo se con Tudor, inserito in un contesto tattico che andrà con più insistenza in verticale, troverà il modo per sbloccarsi. I meccanismi, come prevedibile, sono ancora tutti da trovare. Aspettando gli innesti di Weah e Cambiaso, probabili titolari sugli esterni, ci sarà da capire anche se Douglas Luiz avrà un posto in questa Juve. Perché la certezza, oltre al sopra citato Yildiz, si chiama Kephren Thuram: il francese, per l’equilibrio che dà al centrocampo, per il mix di quantità e qualità che porta alla manovra, è il vero insostituibile della mediana bianconera. Per il resto contava tornare alla vittoria, al momento va bene così.

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Intanto la vittoria, per il gioco ci sarà tempo. E su Vlahovic...

Giancarlo Marocchi