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Marotta: "Scettico su stadi? Burocrazia difficile. Inter, Oaktree ha garantito continuità"

inter

Il presidente nerazzurro al convegno "Merger & Acquisition" ha parlato della questione stadi: "Scetticismo? In Italia c'è un iter burocratico molto difficile". Sugli obiettivi del club ha poi proseguito: "La nuova proprietà ci ha garantito continuità non solo nel gruppo squadra ma anche in quello dirigenziale"

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Il presidente dell'Inter ha parlato della questione stadio e del momento del club nel convegno "Merger & Acquisition". Sul nuovo impianto e sullo scetticismo sulla questione stadi in Italia, Marotta commenta così: "Negli ultimi dieci anni in Europa sono stati costruiti 153 stadi, di cui solo due in Italia. Questo la dice lunga su come nel nostro paese ci sia un iter burocratico molto difficile. Noi abbiamo presentato con il Milan una proposta d'acquisto di San Siro quindici giorni fa, il giorno dopo c'è stato subito un esposto alla Procura della Repubblica che si è giustamente attivata e quindi ci troviamo in una situazione del genere. Oltre all'iter burocratico molto lungo ci sono anche le Soprintendenze che giustamente tutelano il patrimonio culturale italiano e certe volte questo impatta sui tempi richiesti dalla costruzione di uno stadio. Ci troviamo davanti queste situazioni. Milan e Inter sono disponibili a fare un investimento importante, nonostante l'Italia sia l'unica nazione che non ha un aiuto da parte dello Stato. Sono scettico su quello che può essere un iter, ci sono dei tempi da rispettare e devono essere veloci perché gli investitori possono aspettare ma non più di tanto"

Marotta: "Oaktree ha garantito continuità in campo e fuori"

Marotta ha poi commentato l'attuale momento dell'Inter, impegnata ancora su tutti i fronti a disposizione: "Innanzitutto come presidente l'importante è essere presenti al momento giusto e noi ci siamo, su tutte e tre le competizioni. E a giugno ci sarà il Mondiale per Club. Questo è stato possibile perché la nuova proprietà non ha stravolto una squadra e un gruppo dirigente vincenti. Siamo andati avanti in un percorso e quindi siamo posizionati molto bene. Già un primo obiettivo di carattere economico l'abbiamo raggiunto perché la partecipazione a queste competizioni ci ha già garantito tranquillità. C'è un dato preciso: noi abbiamo giocato dieci partite in Champions e abbiamo introitato quasi 100 milioni. Se vincessimo lo scudetto arriveremmo a ricavare 95 milioni giocando però 38 partite. Dobbiamo quindi trovare un'armonia tra sistema italiano ed europeo, un modo per valorizzare il calcio italiano, in armonia e senza contrapposizioni. La speranza è che tutto il movimento italiano possa migliorare. Non solo aumentando i ricavi dai diritti televisivi, ma anche con gli introiti dagli stadi. L'Inter è prima per affluenza e per ricavi in Italia lo scorso anno, siamo arrivati intorno agli 80 milioni: le big d'Europa ci distanziano di 60-70 milioni. Ecco perché serve un nuovo stadio: nasce dal fatto di poter creare un asset che diventa patrimonio, dal fatto di creare dei vantaggi ai nostri tifosi, di poter vivere la giornata in un contenitore che diventi anche punto di aggregazione"

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