Un Pedro così non si era quasi mai fatto. Ma la Lazio ha perso un'altra occasione

Tra l’andare in Champions e il rischio di rimanere fuori dall’Europa il confine è talmente labile che tutto può davvero ancora accadere. Eppure, è fuor di dubbio che la Lazio abbia sciupato un’occasione d’oro. Avrebbe potuto agganciare la Juventus al quarto posto, mettersi alle spalle Bologna e Roma e allungare sulla Fiorentina, le quattro squadre che nel prossimo week-end si sfideranno in un doppio incrocio da cui qualche competitor inevitabilmente perderà punti. Negli occhi rimangono la rimonta finale, la reazione e l’ennesima serata da campione senza età di Pedro. Nella testa e soprattutto in classifica resta ben impresso invece il rimpianto di una chance non sfruttata in una volata europea in cui adesso anche i dettagli fanno la differenza. Una partita riacciuffata in extremis che, però, nel riassunto della stagione, Baroni spera di non dover inserire nel capitolo dei rimpianti. Tutto cambia rapidamente, anche il volto della sua Lazio, che ormai vive in altalena tra prestazioni da squadra matura come a Genova – non scontato dopo lo schiaffo dell’eliminazione col Bodo – e l’inaspettato passo falso col Parma, contro il quale la sua squadra non ha certo brillato per lucidità e concentrazione e dove qualche big ha fatto scena muta. Questione soprattutto di approccio. Punita in avvio dei due tempi contro gli emiliani. E non è la prima volta in stagione. Anzi, è proprio uno dei mali di stagione. I quarti d’ora poco accademici della Lazio si stanno confermando un limite. 21 reti subite in avvio dei due tempi dai biancocelesti, nessuno ha fatto peggio in A. Il 46% delle reti incassate sono arrivate proprio nei primi quarti d’ora. Una tendenza confermata anche in Europa: 5 gol su 10 presi in avvio. Le false partenze costano caro. Portano via fiducia, energie e soprattutto punti. Chiaro che proprio su questo Baroni dovrà lavorare pensando alle ultime quattro partite di campionato. Fattore mentale certo, ma anche di letture tattiche. Servono malizia, lucidità ed esperienza. 3 in 1. Perché sono tutte virtù che hanno tratteggiato la carriera di Pedro, una delle poche luci nella notte scura dell’Olimpico. Gli sono bastati cinque minuti per fare ancora la differenza. Un’altra doppietta per tenere a galla la Lazio e mettere la firma sulla sua miglior stagione in carriera da quando è in Italia. A quasi 38 anni sta scrivendo un gran finale. È il jolly di Baroni. Perché degli 8 gol segnati in campionato, 7 li ha realizzati da subentrato. Almeno in questo caso la Lazio ha confermato un trend positivo. Soprattutto grazie ai numeri dello spagnolo i biancocelesti sono quello che trovano più reti con giocatori che escono dalla panchina: 18. Pedro e non solo. I cambi hanno fatto ancora una volta la differenza. Ecco perché è probabile che Baroni modifichi la sua strategia. Aveva disegnato un undici tipo per terminare la stagione, quello sceso inizialmente in campo contro il Parma. I piani probabilmente cambieranno. Già a Empoli più spazio allo spagnolo e probabilmente a Vecino, un altro di quei giocatori che hanno cambiato l’inerzia dell’ultimo match.

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Un Pedro così non si era quasi mai fatto. Ma la Lazio ha perso un'altra occasione

Matteo Petrucci