Un solo minuto di Lazio per crederci ancora

Una settimana spesa a parlare del limite delle false partenze e poi per tornare al quarto posto alla Lazio sono bastati anche meno di sessanta secondi. Anche e soprattutto per lasciarsi alle spalle i rimpianti del mancato successo contro il Parma. La Champions non si è fermata ad Empoli, anzi da lì è ripartita. La corsa rimane apertissima e il confine tra la qualificazione all’Europa più prestigiosa e il rischio di rimanere fuori da tutto rimane così sottile che è davvero impossibile fare previsioni. La Lazio però c’è, rimane una candidata forte. Anzi rispetto alle altre era quella meno accreditata ai nastri di partenza. Non può non essere una nota di merito ricordando da dove, e soprattutto come, i biancocelesti erano partiti nell’anno della rivoluzione estiva. Alla volata finale non arriverà certo la Lazio più brillante della stagione ma ai biancocelesti non serve certo vincere il premio della critica ma le partite. E lo hanno fatto. Ora la squadra di Baroni si giocherà tutto o quasi nel faccia a faccia di sabato prossimo contro la Juventus. In casa. Non un dettaglio certo, ma numeri alla mano paradossalmente forse non un vantaggio. Perché la Lazio da viaggio in questa stagione sta correndo molto più veloce. Ha fatto più punti lontano da Roma ma è negli ultimi 4 mesi che la differenza tra andamento casalingo e in trasferta si è ampliata in maniera netta. Appena 1 vittoria nelle ultime 10 in casa , 8 successi su 11 fuori e media punti più che raddoppiata. Ritrovare il feeling con l'Olimpico ora è una necessità. Come spiegare due Lazio così diverse tra loro? In parte è frutto del caso ma subentrano di sicuro altri fattori come il modo di giocare delle avversarie - in casa diventa più complicato attaccare le difese schierate - le caratteristiche dei giocatori biancocelesti e ultimamente anche una sorta di ansia da prestazione che condiziona il rendimento della squadra di Baroni davanti ai propri tifosi. Da mercoledì l'allenatore inizierà a preparare lo scontro diretto contro i bianconeri. Con qualche chance di riavere a disposizione Tavares ma senza troppi stravolgimenti. Dopo sette infortuni muscolari e due ricadute ravvicinate al massimo il portoghese andrà in panchina. A 270 minuti dallo striscione d’arrivo gerarchie e valori tecnici contano relativamente. Conta chi sta meglio. E questo concetto sarà alla base delle prossime scelte di Baroni. Gigot viaggia verso la conferma, Marusic tornerà a giocare da terzino, il suo habitat naturale, Isaksen ritroverà spazio dal primo minuto. Davanti, con Pedro che ha ormai un ruolo da jolly da ultima mezz'ora, Baroni ormai non rinuncia più al doppio centravanti. Dia e Castellanos hanno ripreso ad incidere e segnare. Il senegalese poi si sta confermando un autentico amuleto; quando segna lui i biancocelesti non perdono mai. Le sue reti, 9 in campionato e 3 in Europa, hanno fruttato 8 vittorie e 3 pareggi. Una delle appena due partite perse con i due numeri 9 in campo dall'inizio è stata proprio quella d'andata ma allo Stadium la partita di Dia durò appena 27 minuti a causa dell'espulsione di Romagnoli che costrinse Baroni a ridisegnare la squadra. La sua voglia di rivincita sarà doppia.

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