Ancelotti come Canà, i nomi delle mamme e Venditti allenatore: il breviario

MIRA CANA’ Carlo Ancelotti vestirà la panchina verde oro del Brasile, e questa è una grande notizia per vari motivi. Rivedremo giocare bene a calcio i brasiliani, mostrando il meglio di sé, a differenza di quello che è successo negli ultimi venti anni abbondanti. Rivedremo Ancelotti libero dalla prigionia del potere madridista nella quale, almeno a me personalmente, non piaceva più. Rivedremo il calcio sudamericano con gli occhi lucidi di noi bambini, quando il brasile era sinonimo di poesia, mistero e leggenda, che narrava di un Pelè in grado di calciare da lontano un cucchiaino dentro una tazzina da caffè. E infine, rivedremo in campo, schierato da Carletto, il mitico Aristoteles, il fidanzato della figlia di Canà. Perché le favole son favole, ed è bello raccontarle senza limiti di fantasia. SENZA NOME Belle le maglie delle squadre con i nomi delle mamme nel giorno della festa. Bella anche la beneficienza che si lega a questa iniziativa. Facciamolo sempre, una volta all’anno, nel giorno in cui tutte le mamme soffiano sulle rispettive candeline, ma poi, proposta indecente, torniamo all’antico. Mi piacerebbe un sacco rivedere la numerazione dall’uno all’undici, senza alcun nome apposto sopra il numero, in modo da far tornare vivo il significato della maglia stessa, della squadra, e non del singolo. Quello che prevale oggi non è più il marchio del club ma quello del calciatore. Ogni protagonista alimenta il mito di se stesso, flirtando con tutti, raggiungendo il denaro più cospicuo, vestendo il suo nome ora di qua, ora di là, senza preoccuparsi troppo del colore che indossa. Per questo vorrei rivedere quel numero pulito, senza nome, quella schiena dritta senza il peso del proprio ego. IL CANTANTE ALLENATORE Antonello Venditti ha rivelato, scherzosamente, di sentirsi ogni giorno con Claudio Ranieri per quella che il cantante ha definito “una riunione tecnica”. L’autore dell’inno giallorosso è un tifoso di quelli veri, fracico direbbero a Roma. La stessa cosa è giusto dirla per Ranieri, allenatore e figlio della lupa romanista. Immaginiamo la telefonata tra i due in uno scambio di ruoli, con Venditti che fa il tecnico e Ranieri il cantautore. Sono convinto che entrambi se la caverebbero senza problemi. Ranieri è un fautore del calcio semplice, tre accordi classici ma efficaci: sol-re-do. Venditti scrive canzoni che arrivano al popolo senza svelarsi mai interamente , e giocherebbe magari con il falso nove. Ipotizziamo che si siano confrontati dopo la sconfitta di Bergamo. Venditti che s’arrabbia con Ranieri per aver schierato il povero Rensch, e 'il collega' che gli risponde cantando ancor più forte “Roma Roma Roma”. MADONNA CHE SILENZIO C’E’ STASERA Sabato prossimo Firenze ricorderà Francesco Nuti nel giorno della suo compleanno. L’attore avrebbe compiuto 70 anni. Nuti amava il calcio senza averlo mai sbandierato troppo. Del suo rapporto con il pallone, ci sono un paio di splendide foto. In una di queste è già famoso e si cimenta in una spettacolare mezza rovesciata durante le riprese del suo “Tutta colpa del paradiso”. Nell’altra, è un bambino in prova per la Fiorentina a Coverciano. Ha i capelli meno ricciuti e biondi. Al suo fianco, un compagno dalla faccia inconfondibile nonostante la giovane età. Si tratta di Paolo Rossi, il Pablito che non c’è più. Quella foto è un affresco della vita, nonostante la morte li abbia colti troppo presto. Chissà se da qualche parte del paradiso giocano ancora insieme o discutono di calcio, con Nuti, tifosissimo viola, che dopo la sconfitta di Venezia si lascia andare un beffardo: “Madonna che silenzio c’è stasera”.

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Alessandro Bonan