Questa Lazio non può fare a meno di questo 'Taty'

Da un estremo all’altro. Dalla Lazio con dati e numeri da serie C , annichilita a Como all’esordio, a quella che in 10 minuti ha archiviato la pratica Verona divertendo e divertendosi. Due squadre talmente diverse da chiedersi quale sia quella vera. Probabilmente nessuna delle due. Come spesso accade la verità sta nel mezzo. Non può essere quella del debutto, non sarà sempre così facile come contro i veneti e quando il livello si alzerà aumenteranno anche le difficoltà. Eppure la squadra ammirata alla prima all’Olimpico ha dato segnali confortanti. Intanto, la squadra biancoceleste si è tolta un bel peso dalle spalle tornando a vincere in casa in campionato dopo un incredibile digiuno durato più di 200 giorni. Ha poi allontanato i dubbi - senza troppo fondamento a dire il vero - sulla compatibilità di questo gruppo al calcio di Sarri. Allenatore e motivatore. Premiata la sua scelta di ritoccare e non stravolgere l’undici di partenza rispetto al ko di Como. Si era concentrato soprattutto sull’atteggiamento ed è bastato guardare le facce dei suoi giocatori, così diversi da una settimana all’altra, per capire che se è vero che la Lazio ha forse un po' meno qualità rispetto alla passata stagione, l’aspetto caratteriale e mentale non può e non deve mai mancare. Sarri ha una rosa con più muscoli e corsa, ma sarebbe sbagliato dire che manchino tecnica e qualità. Basti guardare costruzione e finalizzazione dei gol con cui la Lazio ha travolto il Verona. Squadra verticale, pressing alto, inserimenti delle mezz’ali. E soprattutto un centravanti di manovra che spesso si esalta di più a giocare da 10 che da 9. L’assist di rabona con cui ha spalancato la porta a Zaccagni è da copertina. Bello ed efficace. Castellanos versione rifinitore - come anche in occasione del passaggio vincente per il gol di Guendouzi - e finalizzatore con la rete di testa che ha di fatto chiuso i giochi a fine primo tempo. In 45 minuti ha fatto molto di più di quanto raccolto durante tutta l’estate. Un precampionato non facile, chiuso a digiuno di reti e con tanto nervosismo. Settimane inquiete su cui potrebbero aver avuto un peso anche le voci di mercato. Il Flamengo lo ha corteggiato a lungo arrivando ad offrire anche più di 30 milioni. Chissà, in un altro momento storico il club romano probabilmente una cifra così l’avrebbe anche presa in considerazione ma col mercato in entrata bloccato sarebbe stato impossibile trovare un sostituto. Equilibri sottili, anche nel rapporto con l’allenatore a cui era stato promesso che nessun big sarebbe stato ceduto. Senza girarci troppo intorno: Castellanos non è propriamente il centravanti ideale nell’idea di calcio di Sarri ma può diventarlo. Sempre in soli 45 minuti ha già quasi raggiunto lo score realizzato nei 7 mesi vissuti con il nuovo-vecchio allenatore due stagioni fa. Il feeling non sbocciò. Tanta panchina e appena 2 reti. Ma l'argentino era al suo primo anno italiano e aveva davanti un totem come Immobile. Altri tempi, la crescita dell'attaccante da allora è stata evidente. Quell’esperienza non ha di certo condizionato Sarri. Che dal Taty adesso si aspetta anche “gol brutti” che possano portarlo a migliorare il bottino dello scorso anno, chiuso a quota 14 . Intanto un primo significativo risultato Castellanos l’ha raggiunto. Dopo un lungo ballottaggio estivo è diventato il centravanti titolare. Nelle attuali gerarchie è davanti a Dia. Anche il senegalese si è sbloccato, però. Come l’argentino era rimasto all’asciutto per tutta l’estate. Ma ora che i gol iniziano a pesare sono andati a segno entrambi. La miglior notizia possibile per Sarri.

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Questa Lazio non può fare a meno di questo 'Taty'

Matteo Petrucci