Tutta l'imprevedibilità di Zhegrova al servizio della Juventus

Edon Zhegrova è quell’imprevedibilità che non ti aspetti. Lo racconta la sua storia, di vita ma anche di calcio. Lo racconta un viaggio nato dalla disperazione di fuggire dalla guerra del Kosovo nel 1998, quando ancora lui non era nato: i suoi genitori trovano rifugio in Germania, a Herford, dove Edon vede la luce nel 1999. Lo racconta il ritorno in patria nel 2001, per ricostruire una vita dalle macerie di un conflitto che era finito ma che aveva lasciato la Jugoslavia a pezzi. Lo raccontano la voglia di giocare a calcio sempre e comunque, quel campus estivo nel 2011 a Pristina in cui viene nominato migliore giocatore della settimana, quel trasferimento in Belgio per crescere come giocatore e diventare, davvero, il ‘Messi del Kosovo’. Lo racconta il trasferimento in Francia, dove nel Lille diventa un titolare fisso di Paulo Fonseca, che poi nel 2024 ha pure cercato di portarlo con sé al Milan . È imprevedibile, la vita di Zhegrova: nel momento più alto della sua carriera, cioè proprio lo scorso anno, da gennaio si deve fermare per una pubalgia che lo tiene bloccato fino alla fine del campionato. Pochi mesi prima, un suo assist di sinistro a tagliare tutto il centrocampo per Jonathan David, aveva permesso al suo Lille di passare in vantaggio contro la Juventus. Servono altri incroci da spiegare? Serie A nel destino. Bianconeri non preventivati, forse, ma arrivati nel caos di fine calciomercato: acquisto a titolo definitivo per circa 20 milioni e la possibilità di rimpiazzare chi a Torino ha deluso, come Nico Gonzalez. Rimpiazzare a livello di numero, si intende, perché le caratteristiche sono diverse. E nemmeno di poco. La similarità di Soccerment lo spiega chiaramente. A livello di stile di gioco, il calciatore più vicino è Conceiçao , mentre per il rendimento è Yildiz . Non un dato così alto nemmeno con loro, ma rispetto all’argentino è tantissimo. Se prendiamo come riferimento solo l’ultima stagione, la similarità per stile di gioco è all’80% e si abbassa al 76% per quella relativa al rendimento in campo. Non tanto diverso è il confronto tra Zhegrova e Nico Gonzalez negli anni precedenti: la similarità più alta si ha nel campionato 2023/24, quando Nico era alla Fiorentina, e raggiunge l’87% per stile di gioco e il 93% per performance. Niente di che. E questo confronto in grafica rende ancora meglio l’idea. Intanto, la heatmap: Zhegrova gioca prevalentemente sulla destra, dove usa il piede forte, il mancino, per rientrare e calciare; Nico Gonzalez, invece, opera su entrambe le fasce, se non addirittura da punta. Il kosovaro, di fatto, è un esterno molto tipico: tenta spesso la giocata, partecipa all’azione e tocca molti palloni. Lo conferma la percentuale di dribbling tentati e il dato relativo ai tocchi di palla nel terzo offensivo: il giocatore spesso riceve la palla e la smista, elemento che rende buono il dato degli expected Asist e, più in generale, della pericolosità palla al piede. Sono tanti anche i tiri, ma non sempre efficaci. E sul dribbling va specificato un dato: ne tenta molti, ma ne sbaglia anche tanti. Tecnica da affinare. Nico Gonzalez, più che un esterno classico, è un finalizzatore: tenta di più il tiro, ha un dato più alto per expected Goal e cerca molto meno la giocata individuale. Il nuovo acquisto dell’Atletico Madrid, poi, è forte di testa nonostante non sia molto alto . Ed è per questo che viene impiegato anche da punta. Tutto questo nella Juventus si è visto poco: forse in Spagna, con Simeone, potrà recuperare un po’ di quella fiducia che in un anno a Torino ha smarrito. Per Zhegrova, invece, Torino significa nuova vita in tutto. Con un infortunio alle spalle e tanta imprevedibilità a disposizione di Tudor. Quella che lo ha accompagnato, bene o male, per tutta la vita.

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Valentino Della Casa