Thuram mon amour: perché il rapporto fra Marcus e Khephren è così speciale

Ogni volta è come fosse nel giardino di casa. Spariscono le tribune, puff. Sparisce la gente, tutta: pubblico, avversari, compagni compresi. Restano solo loro due e l’amica palla. Ogni volta che Marcus e Khephren Thuram incrociano lo sguardo su un campo di calcio si ripete la magia. Tornano bambini, bambini felici. Non che da adulti non lo siano, anzi, ma quella gioia lì era un’altra storia. Juventus-Inter non è quel genere di circostanza che alleggerisce gli animi, eppure Marcus trova sempre il modo di sorridere. “Lo prenderei in giro anche in una finale di Champions, è più forte di me”, raccontò non troppo tempo fa. “E’ una cosa che va oltre il calcio”. Oltre il calcio, che meraviglia. Ma cos’è che riesce come un pallonetto a scavalcare l’agonismo di una stagione, la rivalità antica tra due club a tratti ostili. Cosa?Semplicemente l’amore. Marcus ce lo ricorda ogni volta che può, come in occasione della prima partita di campionato, quando Khephren è andato a vederlo vincere e segnare contro il Torino per poi sentirsi dire, nelle dediche di fine gara: “E’ il mio piccolo fratello e lo amo da morire”. In un tempo in cui esibiamo tutto tranne forse i sentimenti più profondi, sentire un ragazzo aprire il cuore senza alcuna forma di pudore, a costo di sembrare sdolcinato, fa ancora effetto. È un sentimento che può essere molto potente, la fratellanza e se i Thuram hanno imparato a incarnarlo e a professarlo è certamente merito di mamma e papà, che hanno esteso il concetto di fratellanza al di là del sangue, restituendo alla parola un forte senso sociale, civile, persino politico nella lotta contro il “pensiero bianco” e in quell’ideale hanno fatto crescere i loro figli. Così, se una volta c’erano i fratelli Thuram, bravi ragazzi, ottimi giocatori, alla vigilia di questo Juventus-Inter ci ritroviamo ad abbracciare i fratelli 'Tiam', in questa strana assonanza che però li definisce più di tante descrizioni. “Khephren è il mio bambinone, per me è stressante vederlo in campo, guardare le sue partite, sono nervoso prima dell’inizio, spero che gli vada tutto bene. Penso che succeda a tutti i fratelli maggiori che vedono crescere i fratelli minori. Per me sarà sempre il piccolo Khephren”. Anche questo raccontò un giorno Marcus del suo prossimo rivale. Un’empatia che chiunque farebbe fatica a spiegare, non lui, che con le parole ha la stessa destrezza che riserva al pallone. Idem lo juventino. “Provo orgoglio quando la gente mi parla di Marcus, significa che ha fatto un buon lavoro. Quando mi dicono Tuo fratello è fortissimo per me è importante, sono felice. È una persona meravigliosa, un maniaco del lavoro ma sempre con il sorriso sulle labbra. Scherza in continuazione, si prende cura di chi ha attorno. È stato molto importante avere accanto una persona come lui. Ma sarà sempre un burlone”. Un burlone che anche nel ritiro della Francia, come dimostrano le immagini a ogni raduno, non smette di scherzare. Ora che anche la partita con l’Islanda è in archivio, l’insolita vigilia di Marcus e Kephren può tornare a declinarsi nei toni di una sana e inevitabile rivalità, per loro che hanno vissuto da compagni questa lunga attesa. Ma se c’è una casa dove per accendere una vera ostilità reciproca bisogna ingegnarsi in modo diabolico quella è proprio casa Thuram. Servirebbe seminare zizzania, ma quel giardino fiorito non riuscirebbe a infestarlo. Una volta il più grande investitore di tutti i tempi, Warren Buffett, ha detto “C'è qualcuno seduto all'ombra oggi perché qualcun altro ha piantato un albero molto tempo fa”. Si riferiva al denaro, certo, ma potremmo sostenere che sia diverso per l’amore? Se Marcus e Khephren anche sabato, ritrovandosi sul prato di Torino, avranno di nuovo la sensazione di essere da soli, a giocare all’ombra, nel giardino di casa, è perché anni fa Lilian ci ha piantato affetto, complicità, rispetto. Miglior investimento, il vecchio Thuram, non avrebbe potuto farlo.

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Thuram mon amour: perché il rapporto fra Marcus e Khephren è così speciale

Veronica Baldaccini