Ora Sarri e la Lazio devono evitare il peggio

Di derby in peggio. Partite così non durano mai solo 90 minuti. Ecco perché la priorità di Sarri ora sarà quella di evitare che l’effetto duri nel tempo. I derby sono difficili da preparare ma è ancora più complicato gestirne il post. L’allenatore ne aveva parlato prima, ricordando non le sue quattro vittorie sulla panchina della Lazio, ma solo l’unico che aveva perso fino a quello di ieri. Ci è tornato poi nel post, lasciando intendere in modo velato che può avere conseguenze pericolose sulla stagione, almeno nell’immediato. Un derby che la Lazio ha anche interpretato bene, deciso da un grave errore di superficialità di Tavares ma creando e sprecando anche in inferiorità numerica. Ripartire dalla prestazione, si dice in questi casi, ed effettivamente sarà il messaggio che l’allenatore manderà alla squadra alla ripresa. Siamo ancora all’alba della stagione, non è tempo di emettere le prima sentenze. Nulla di irrimediabile quindi, ma le prime quattro partite dell’anno stanno facendo sorgere il dubbio che questa squadra di Sarri abbia davvero ben poco. E questo sì che sarebbe preoccupante. L’allenatore non è un integralista ma ha principi tattici ben definiti. Vuole che la squadra venga plasmata e si adatti ai suoi principi e non viceversa. Il tempo dirà se è effettivamente così e soprattutto se l’allenatore scenderà a compromessi… tattici. Questo derby non modificherà le sue convinzioni e incide poco sulla classifica, ma di sicuro cambia colori e umori dentro e fuori Formello. Figurarsi se inserito in una situazione ambientale già non facile, con la tifoseria in perenne stato d’agitazione; in una stagione nata male per via del mercato bloccato e iniziata peggio con tre sconfitte nelle prime quattro di campionato. Numeri negativi di cui Sarri avrebbe fatto volentieri a meno. Anzi, l’unica conseguenza positiva dello stop forzato sul mercato sarebbe potuta essere quella di scattare forte grazie ad un organico già rodato perché al lavoro insieme sin dal primo giorno di ritiro. Una speranza che evidentemente non si è trasformata in realtà. Le partenze per Sarri non sono la specialità della casa. Negli ultimi 50 anni solo in altre tre occasioni i biancocelesti erano partiti così male e in due su tre c’era lui come allenatore. In totale sono otto gli avvii ad andamento così lento. In società sperano che il Comandante non abbia perso il ‘tocco’. Aveva una tradizione favorevole contro la Roma ma le sue scelte hanno lasciato più di un dubbio. Forzare gli acciaccati Rovella e Dele-Bashiru è stato un rischio evitabile che ha finito per costringerlo ad utilizzare due cambi già nel primo tempo. Discutibile poi la decisione di puntare su Dia centravanti titolare al posto di Castellanos. Il campo ha detto chiaramente che non sia stata una scelta illuminata. Altre scelte delicate attendono Sarri in settimana, soprattutto quelle obbligate. Perché oltre alle possibili conseguenze psicologiche il derby avrà sicuramente conseguenze pratiche. Ad oggi è rimasto un solo centrocampista disponibile sui 6 in rosa: Cataldi. Guendouzi e Belahyane verranno squalificati, Dele-Bashiru e Rovella sono finiti ko, Vecino è fermo da inizio agosto. Clinicamente è guarito ma “non si sente ancora pronto” ha detto Sarri. Se non tornerà ad allenarsi in settimana il suo diventerebbe un ‘caso’. A preoccupare è soprattutto il regista azzurro di nuovo alle prese con la pubalgia. C’è il rischio concreto che debba essere operato, lo stesso intervento a cui si è sottoposto Zaccagni in estate. Lo stop per Rovella sarebbe di circa 30-40 giorni. Ecco perché probabilmente la Lazio reintegrerà Basic nella lista dei 25 già a partire dalla trasferta di Genova di lunedì prossimo.

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Matteo Petrucci