Non è più ora di trattare il Como di Fabregas come una sorpresa

Fabregas si è già messo alle spalle Inter, Bologna, Lazio e Fiorentina. Una sorpresa? Sì, una ce n’è: il fatto che l’Inter sia incappata in due sconfitte nelle prime quattro partite, rimanendo impantanata a metà classifica, invece che viaggiare nelle zone di vertice. È l’unico aspetto difficilmente prevedibile. Così come i ritardi dei rossoblù, dei biancocelesti e dei viola, tutti nella parte destra della classifica. Il Como, al contrario, va assolutamente al ritmo del suo ultimo anno di calcio. I punti messi assieme da Fabregas , assieme alla qualità del suo gioco, non possono però prendere alla sprovvista nessuno. Il Como negli ultimi 12 mesi ha fatto più o meno lo stesso tragitto di Fiorentina, Lazio e Bologna. Anzi meglio, visto che nel solo girone di ritorno del campionato 2024/25 fa si è piazzato al settimo posto in solitaria. E il dato viene confermato anche dal cammino nell’anno solare: 38 punti nel 2025, sì due in meno del Bologna ma anche 3 in più di Lazio e Fiorentina. Insomma, dopo aver pagato la tassa automatica per una squadra esordiente in Serie A, il Como ha sempre viaggiato a ritmo Europa. Per il suo calcio moderno; per le ambizioni della ricca proprietà indonesiana dei fratelli Hartono, al 71° e 76° posto tra gli uomini più ricchi del mondo; per gli investimenti nell’ultimo calciomercato, pari a circa 110 milioni di euro. Capacità finanziaria, voglia di scalare posizioni e anche una discreta faccia tosta, che ha consentito a Mirwan Suwarso, presidente della società lariana, di 'incatenare' Fabregas alla panchina del Como e di non acconsentire al potenziale passaggio estivo su quella interista. Un’occhiata distratta alla classifica e a nome e blasone delle sfidanti della quinta giornata – Cremonese al quinto posto, ospite del Como all’ottavo – può suggerire l’idea di una sfida ad altezze impraticabili. Ma mentre l’uomo pragmatico Davide Nicola, maestro di salvezze, sa bene che si tratta solo di un momento giusto per accumulare, prima dei prevedibili momenti di magra, Cesc Fabregas si infuria per ogni punto lasciato per strada. Lui e i suoi arrivano dal 'sacco' di Firenze, dove in teoria si faceva visita a una squadra di maggiore ambizione e si poteva amministrare il risultato, mentre invece il Como ha spinto per agganciare e poi dominare la Fiorentina, messa sotto sia dal punto di vista del gioco che della grinta. Attenzione: non si tratta di una bella favola. Lasciando perdere la Lazio, bloccata sul mercato e impossibilitata a rafforzarsi, il Como non ha nulla da invidiare, dal punto di vista tecnico, a nessuna delle squadre in corsa per l’Europa, soprattutto se non si parla di Champions League. Nico Paz, il talento argentino proveniente dal Real e padrone della trequarti, è già diventato un giocatore da top team. I centrocampisti sono tutti eccellenti nel palleggio. Alvaro Morata, campione d’Europa con la Spagna, deve giocarsela con Douvikas per il posto da centravanti, e al momento sarebbe anche fuori causa il terzo candidato per la maglia: Assane Diao, 8 gol nel campionato scorso nel solo girone di ritorno, ad appena 19 anni. La freschezza giovanile, ecco un altro punto fondamentale. Giocano bene e possono solo crescere, i tanti ragazzini titolari. Detto di Paz e Diao , diventa obbligatorio citare anche Jesus Rodriguez ; Baturina talento croato per ora messo in ombra dalla luce di Paz; il senegalese Addai 20; e poi i difensori spagnoli Valle 21 e Ramon 20. Chiaro che molti siano connazionali di Fabregas. Li conosce, li chiama e li convince a trasferirsi in Italia. Tanti giovani spagnoli, ma anche i vecchi maestri come Sergi Roberto e Alberto Moreno, oltre al già citato Morata. Parlare la stessa lingua aiuta. Soprattutto quando la missione è di far comprendere cosa significa tiqui taca. Con quello, secondo Fabregas, si può vincere in Italia. E viene da sé, anche in provincia.

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Stefano De Grandis