L'evoluzione di Christian Pulisic: i tre ruoli che gli ha dato Allegri

Se lo chiamano il ‘LeBron James del football’ un motivo comunque c’è. E lo ha spiegato molto bene anche Luca Mastrorilli insieme a Gianluigi Bagnulo a ‘Talent Show’: Pulisic sa fare tutto. Si espone, prende in mano la squadra. Sbaglia, anche, ed è normale anche se a volte fa arrabbiare: quel rigore contro la Juventus che avrebbe potuto confermare il primo posto pesa parecchio. Ma se un giocatore vuole essere leader, delle responsabilità se le dovrà pur prendere. E Pulisic lo sta facendo eccome. Anzi, mai come quest’anno. Perché la sua evoluzione è sotto agli occhi di tutti. E la sua crescita pure: non era mai partito così bene in Serie A, con i suoi 4 gol e 2 assist in 6 partite. Solo l'infortunio di metà ottobre lo ha fermato. E probabilmente il merito dei risultati prima dello stop va dato alla nuova collocazione tattica che gli ha cucito addosso Max Allegri, come evidenziano le tre heatmap di Soccerment in cui viene messo a confronto l’americano sotto la guida di Fonseca, poi sotto quella di Conceiçao, quindi con la sua nuova guida. Con il primo, allenatore più di tipo ‘posizionale’ , Pulisic si manteneva più sulla destra, tenendo conto che a sinistra ci fosse titolare sempre Leao. Già con Conceiçao qualcosa era cambiato: l’americano era stato più avvicinato all’area. Ma a metterlo davvero al centro è stato proprio Allegri, con un’intuizione che è già stata raccontata in estate: il 3-5-2 in cui a fare da punta era sia Pulisic sia Leao, all’interno di un assetto che ci aspettiamo possa essere riproposto anche in futuro. Un incastro tutto da studiare, visto che l’americano si sta ritagliando almeno tre ruoli dentro il Milan. O, per essere ancora più precisi, tre funzioni. Centravanti Prima di tutto, come si richiede a ogni grande attaccante, il gol. Pulisic ne ha segnati tanti, si scriveva, me lo ha fatto partendo da una posizione precisa: largo da sinistra per accentrarsi, pur rimanendo comunque più vicino all’area. Basti rivedere la rete del 3-0 all’Udinese: è bravissimo l’americano a riconoscere lo spazio in cui inserirsi, riceve un assist perfetto da Rabiot e segna. Più che il gol in sé, da notare è il movimento: un taglio da centravanti puro. Rifinitore Che si abbina anche a quella che è la sua caratteristica più evoluta, quello di assistman. Cioè di ‘rifinitore’. Attenzione: il rifinitore non è solo quello che crea il passaggio per il gol, ma il presupposto perché un’azione diventi pericolosa. Come nel caso di Fofana contro il Napoli. Pulisic in questo caso parte da dietro, alza la testa e vede l’inserimento del compagno che lancia in maniera perfetta. Due tocchi e via: una giocata che ha provato più volte in questo campionato e sempre con risultati più che convincenti. Costruttore di gioco E poi c’è la terza funzione. Quella del registra arretrato. In questo caso, l’americano si abbassa sulla linea di centrocampo, avvicinandosi a Modric e Rabiot, che alternano il loro posizionamento più arretrato o avanzato, a seconda delle azioni. Dall’attacco al centrocampo sembra quasi tutto così semplice. Ma sappiamo bene come non sia così. Forse non sa fare tutto, ma sa fare davvero tanto. Ed è già un aspetto fondamentale di questa crescita che viene certificata pure dai numeri. L’attaccante è cresciuto per expected goal e per expected assist, manda 4 volte in media a partita un compagno al tiro e soprattutto stazione molto di più in area di rigore. E come se non bastasse, ha aumentato anche il dato legato ai dribbling tentati: si prende più rischi. Una maturità calcistica che con Allegri viene molto evidenziata. E poco importa se qualche volta arrivano gli errori. La sua bravura, ora, sarà nel toglierli il più possibile.

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Valentino Della Casa