Giovani Bartesaghi crescono: l'Italia sta scoprendo il talento di tanti giovani esterni

Il passaggio di testimone è simbolico, ma suggestivo. Diretto. Da un 3 che significa storia passata a un 33 che chissà, magari la storia rossonera la farà in futuro. Da Paolo Maldini a Davide Bartesaghi e perdonate se l’accostamento sembra un po’ blasfemo, come magari lo sembrava ai tempi pensare a Maldini come nuovo Maldera. La verità è che Bartesaghi si è meritato di stare nella stessa riga di Paolo con un gol, anzi due, che lo hanno già fatto entrare nel libro dei record del Milan: difensore più giovane a segnare una doppietta in rossonero. E in assoluto un difensore con così pochi anni non esultava per un gol proprio dai tempi di Paolo Maldini. 19 anni e 247 giorni il capitano , 19 anni e 350 giorni Davide. In mezzo ci sarebbe ance Jan-Carlo Simic, che però è serbo e nato in Germania. Ha quasi dieci mesi in più Marco Palestra, ma la stessa voglia di correre verso il futuro per conquistare il mondo. Partendo per lo più dalla fascia opposta. Esterno destro di grande gamba e non solo. 1175 minuti giocati su 1350, primo difensore in A per dribbling riusciti, tra i primi in assoluto anche aprendo agli altri ruoli. Con lui hanno fatto tombola in due: l’Atalanta che lo ha dato in prestito e che riavrà indietro un giocatore maturato dopo una stagione da titolare e il Cagliari che se lo gode settimana dopo settimana. Toccando con mano quanto migliori di giorno in giorno. Gamba veloce e testa libera: lui va, corre e crea. Senza soluzione di continuità e apparentemente senza il peso dell’avversario che affronta o dello stadio in cui si esibisce. Che sia la ‘sua’ Bergamo o il Maradona, la Unipol Domus o l’Allianz non fa differenza. Le grandi già lo hanno segnato nella loro lista. In nazionale già lo sognano in molti. A Bergamo sono produttori seriali di esterni. Il nuovo che avanza ha qualche anno in più di Palestra ed è un nome fino a pochi mesi fa sconosciuto ai più: fino alla sera del 17 settembre 2025, la sera di Psg-Atalanta quando Lorenzo Bernasconi esordì da titolare in prima squadra in Champions in casa dei campioni d’Europa. Fin lì aveva giocato con l’Under 23 in C e qualche minuto nel finale di un Atalanta-Lecce già ampiamente deciso. Prima che Juric tirasse fuori l’asso Berna dalla sua manica. La sua eredità lasciata nel suo complicatissimo passaggio alla guida dei nerazzurri. Da allora Bernasconi si è guadagnato un po’ di spazio, dimostrandosi affidabile e convincendo anche i più scettici. Ora con l’infortunio di Bellanova, l’Atalanta sa di poter contare su di lui. Un rinforzo che il club si è costruito in casa, per l’altro giovane in rampa di lancio invece ha pagato una cifra considerevole. 17 milioni per un diciassettenne. Ma Honest Ahanor ci ha messo poco a convincere tutti della bontà dell’investimento. Già al Genoa aveva fatto intravedere le sue qualità, all’Atalanta le ha confermate in fretta. Esterno sinistro che può fare anche il terzo di difesa, sempre mancino. Un altro che cresce con prospettiva nazionale. Il sogno di tanti, perché no anche di Angori, che non ha pagato troppo il salto in A dopo essere stato uno dei trascinatori nella promozione del Pisa, con 2 gol e 5 assist, anche in questo tutti rigorosamente provenienti dalla fascia sinistra. Sull’altro lato è cominciata la carriera di Nicolò Savona che, dopo aver fatto lo stesso salto di Bernasconi l’anno scorso con la maglia della Juve, è volato addirittura in Premier, per indossare la maglia del Nottingham. Il suo impatto nel campionato più bello del mondo è stato ottimo: 2 gol e già quasi 1000 minuti giocati. La stessa Premier dove da un anno e mezzo continua la sua crescita anche Michael Kayode, che gioca nel Brentford. E la lista potrebbe andare ancora avanti. A Cremona Filippo Terracciano è tornato il ragazzo dalle grandi prospettive partito dal Verona, ha anche segnato 3 gol e soprattutto dal ruolo di esterno ha saputo riconvertirsi anche da terzo centrale di destra. Mentre sulla fascia, dopo qualche problema fisico, sta guadagnando sempre più spazio Tommaso Barbieri, scuola Juve, che si alterna con Romano Floriani Mussolini. Nella stagione disastrosa della Fiorentina una luce si intravede solo intorno al nome di Niccolò Fortini , mentre a Cagliari non solo Palestra: dall’altra parte spinge e cresce Riyad Idrissi, che Pisacane ha promosso dalla ‘sua’ Primavera in prima squadra. Insomma, una volta la domanda più gettonata era: dove sono finiti gli esterni? Eccoli: tanti, forti e giovani. Ragazzi in gamba, qualcuno è già una certezza, qualcun altro si sta meritando sempre più fiducia. E in comune un futuro che per molti di loro promette di essere decisamente tanto, tantissimo azzurro.

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Giovani Bartesaghi crescono: l'Italia sta scoprendo il talento di tanti giovani esterni

Alessandro Sugoni