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Juventus, da Bendtner a Lemina: le meteore bianconere che hanno vinto scudetti
In questi anni a tinte bianconere diversi giocatori sono passati da Torino, hanno sollevato uno o più scudetti e se ne sono andati senza lasciare il segno. Vi ricordate di Anelka, Estigarribia e Romulo? Tutti campioni d'Italia. Ecco che fine hanno fatto
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Ve li ricordate? In questi anni in cui la Juventus ha monopolizzato il campionato c'è stata gloria anche per loro. Che forse hanno vinto più per merito dei compagni che proprio, ma si sono guadagnati un pezzetto di gloria. Ecco i bianconeri "minori" che hanno vinto uno scudetto
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MARCELO ESTIGARRIBIA. Esterno mancino paraguaiano a tutta fascia, arriva alla Juve nell'estate 2011 dal Cerro Porteno in prestito per 500mila euro: Conte lo utilizza nel suo 3-5-2, lui segna anche un gol, fondamentale. Vi ricordate la rete nel 3-3 di Napoli? Beh: non bastò per farlo riscattare. Vinse lo scudetto del 2012, poi furono Sampdoria, Chievo, Atalanta e di nuovo Cerro Porteno. Dopo il prestito al Chiapas, nel campionato messicano, gioca in Argentina col Colón di Santa Fe
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ELJERO ELIA. Promessa del calcio olandese, nell'estate 2011 viene preso dalla Juventus nell'ultimo giorno di mercato, pagato 9 milioni di euro. Conte non lo vede: gli concede appena 4 presenze in tutto il campionato, per un totale di meno di 90 minuti. Si cuce uno scudetto sul petto, poi viene venduto al Werder Brema. Due stagioni in Germania, il prestito al Southampton e il rilancio al Feyenoord, dove diventa campione d'Olanda. Da due anni gioca in Turchia al Basaksehir
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MILOS KRASIC. Da nuovo erede di Nedved a "bidone" in un giro di panchine: veste il bianconero nel 2010 (pagato 15 milioni di euro) e con Delneri parte fortissimo, con un'indimenticabile tripletta al Cagliari. Poi si spegne con tutta la Juve e quando arriva Conte (con cui fatica a comunicare) non vede più il campo. Ma anche per lui arriva uno Scudetto. Ceduto al Fenerbahce per 7 milioni, finirà anche in prestito al Bastia. Ora è disoccupato dopo 3 stagioni a Lechia Danzica, in Polonia
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ALEXANDER MANNINGER. Secondo portiere della Juve dal 2008 al 2012, l'austriaco vince il primo scudetto con Conte senza mai giocare in campionato. Lascia i bianconeri a novembre e va in Germania all'Augusta, dove è titolare per 4 stagioni. A quasi 40 anni è dunque diventato il quarto portiere del Liverpool di Klopp, prima del ritiro nel luglio 2017
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MAURICIO ISLA. Arrivato a Torino nel 2012 insieme ad Asamoah, si fa subito male e in bianconero non riesce a trovare mai la sua dimensione. Rimane due anni – e vince due scudetti – prima di due prestiti con Qpr e Marsiglia, del ritorno in Italia al Cagliari e della nuova avventura in Turchia al Fenerbahce. Oggi è svincolato
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NICOLAS ANELKA. Sbarca a Torino il 30 gennaio 2013, sul gong del mercato di riparazione. La sua parentesi in bianconero dura 6 mesi, con 2 presenze in campionato e tanta ironia dei tifosi. Partecipa con orgoglio alla festa scudetto e fa segnare un record: grazie ai 5 minuti giocati in Champions contro il Celtic diventa l'unico giocatore con Ibrahimovic ad aver disputato la competizione con 6 maglie diverse. Si è convertito all'Islam prima di diventare allenatore in India. Dal novembre 2018 lavora nel settore giovanile del Lille
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NICKLAS BENDTNER. Arriva in prestito a Torino nell'estate 2012, con una pancetta notevole e uno stuolo di ragazze ad attenderlo. Passa più tempo in infermeria che in campo, dove entra 11 volte senza mai incidere. Attualmente è svincolato
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FEDERICO PELUSO. Dopo 111 presenze con l'Atalanta, il terzino sinistro arriva alla Juve a gennaio 2013 e gioca in bianconero un anno e mezzo, ricevendo il sostegno dei tifosi che ne apprezzano l'impegno. Nel 2014 viene ceduto al Sassuolo (dove gioca tutt’ora), non prima di aver vinto un titolo di Campione d'Italia
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PABLO DANIEL OSVALDO. Uno dei talenti sprecati del nostro calcio fa la cosa migliore della sua carriera in bianconero: segna il gol scudetto nello scontro diretto a Roma, la sua ex squadra, nel 2014. Così alza il terzo titolo consecutivo di Conte, ma la Juve non lo riscatta. Passa all'Inter, poi al Boca Juniors e al Porto. Tra la carriera da cantante e un’apparizione in tv a "Ballando con le stelle" è tornato a giocare nel 2020 con la maglia del Banfield
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SIMONE PADOIN. Altro che meteora, il "Pado" è stato il talismano della Juventus per 5 anni, con altrettanti titoli: voluto fortemente da Conte, amatissimo dai tifosi per l'impegno e la dedizioni, pezzo fondamentale dello spogliatoio, lascia la Juve nel 2016. Con una frase dedicata ai tifosi che lo proietta nella leggenda: "Mi hanno apprezzato nonostante le mie qualità mediocri"
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ROMULO. Una stagione al Verona abbagliante, un passaggio in bianconero non altrettanto fortunato: nella stagione 2014-2015 si fa male e agli adduttori e sta fuori quasi tutto l'anno (appena 5 presenze) così la Juve non lo riscatta a fine stagione. È Campione d'Italia con Allegri, prima di tornare al Verona, con cui la scorsa stagione è retrocesso in B. Dopo le esperienze al Genoa e poi alla Lazio, nel 2019-2020 ha vestito la maglia del Brescia fino a scadenza anticipata di contratto
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RUBINHO. Terzo portiere della Juventus dal 2012 al 2016, ha giocato 2 partite in 4 anni (senza subire gol!) ma si è fatto amare dai compagni e da tutto l'ambiente. Vince 4 campionati, 2 Coppe Italia e 2 Supercoppe Italiane, prima di passare al Como e poi tornare al Genoa come vice-Lamanna. Dopo aver firmato con l’Avai FC, nella seconda divisione nazionale, oggi è in cerca di una nuova squadra
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MARIO LEMINA. Il francese arriva alla Juve nel 2015: buona tecnica e visione di gioco, ma farsi spazio in quel centrocampo è impresa ostica. In bianconero 42 presenze e 3 gol, più due scudetti vinti. Tre estati fa il passaggio in Premier, al Southampton per 17 milioni più bonus. Nella stagione in corso i Saints lo hanno prestato al Galatasaray
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HERNANES. Nella Juve il “Profeta” gioca 35 partite, ma senza mai diventare un vero leader, vincendo comunque due scudetti prima dell’avventura in Cina. Arrivato dall’Inter scende in campo 14 volte nel 2015-16, e 10 l’anno successivo, quando poi a febbraio lascia definitivamente i colori bianconeri. Oggi, dopo una parentesi in Cina, è tornato in Brasile e gioca nella squadra che lo aveva lanciato: il San Paolo
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THOMAS RINCON. Sette mesi sono ampiamente bastati al primo venezuelano della storia della Juve per mettere in bacheca un campionato e una Coppa Italia. In Serie A per lui 13 partite nel 2016-17, ma appena due da titolare. Nell'agosto 2017 il passaggio ai rivali del Torino.
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BENEDIKT HÖWEDES. Tre partite nella sua unica parentesi juventina, quella della stagione 2017-18. La prima gioca da titolare e i bianconeri vincono 3-0 (col Crotone a novembre). La seconda gioca da titolare e i bianconeri vincono 3-0 (con la Samp ad aprile). La terza è quella dello choc: allo Stadium Koulibaly segna, il Napoli vince e il discorso scudetto si riapre clamorosamente. A fine stagione la Juve sarà campione ma non lo riscatta, e lui torna allo Schalke, che poi lo venderà alla Lokomotiv Mosca
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JORGE MARTINEZ. Sei anni nella Juve, cinque in prestito. Anche "El Malaka" sarebbe potuto diventare un pentacampione come solo i grandi pilastri bianconeri di Conte prima e Allegri poi. E invece… Preso dal Catania per 12 milioni di euro, deluderà nel 2011 giocando venti partite senza mai segnare, e la Juve finirà settima. Poi l'arrivo di Antonio Conte e l'inizio dei prestiti: Cesena, Cluj, Novara, Juventud. Martinez non ha scudetti in bacheca ma un record unico: è stato per cinque lunghi anni di proprietà della Juve, in cinque anni di gloria, ma… zero titoli!