
Milan, la doppietta di Giroud spezza il tabù della maglia numero 9
Doppietta nel derby con la maglia numero 9 del Milan: l'ultimo a riuscirci era stato Comandini nel 2001. Adesso, con la sua, Giroud sembrerebbe aver spezzato la "maledizione" della numero 9 rossonera, passata sulle spalle di tanti attaccanti dopo Pippo Inzaghi, senza che nessuno riuscisse però a convincere. Con una rete ogni 125', nessuno vanta la media-gol del francese

Doppietta in 3' nel derby, Inter ribaltata e riavvicinata in classifica: più che sufficiente per diventare l'eroe della metà rossonera di San Siro, ma anche per spezzare una "maledizione" che durava da troppo tempo. Quella della maglia numero 9 del Milan, che dopo Pippo Inzaghi non aveva più trovato un "proprietario" all'altezza. Che possa essere proprio Olivier Giroud?

GIROUD: un gol ogni 125 minuti
Quindici partite sono ancora poche per avere una media-gol "attendibile", ma intanto i gol del francese arrivato in estate sono già 7, e non giocando quasi mai da titolare o per tutti i 90'.
Al momento nessuno dei suoi predecessori vanta la sua media-gol, e per trovare l'ultima doppietta in un derby di un "9" rossonero bisogna addirittura risalire a quella di Gianni Comandini nel 6-0 dell'11 maggio 2001

INZAGHI: un gol ogni 144 minuti
La "maledizione" del 9 era iniziata, come detto, con il post-Inzaghi. Nessuno come Superpippo: arrivato al Milan nell'estate del 2001 e rimasto in rossonero per ben 11 stagioni, segnando 126 gol in 300 presenze. Di questi, alcuni straordinariamente importanti, come la doppietta in finale di Champions nel 2007 ad Atene contro il Liverpool.

PATO: un gol ogni 171 minuti.
Il giorno dopo l'addio al calcio di Inzaghi, contro il Novara, la maglia numero 9 viene ereditata da Alexandre Pato, reduce già da 5 stagioni in rossonero con la "7" in cui il brasiliano fa scintille, prima dell'inesorabile crollo a causa dei tanti infortuni: un gol ogni 155 minuti con la 7, uno ogni 171 con la 9: queste ultime frutto di 2 reti in sei mesi, poi l'addio

MATRI: un gol ogni 933 minuti.
Il 30 agosto 2013 il Milan ufficializza l'acquisto e il ritorno di Alessandro Matri, già protagonista di 71 minuti in A con la maglia rossonera da giovane. Questa volta ritorna a Milanello da giocatore più maturo e con la 9 sulle spalle: neanche lui, però, riesce a cambiare la rotta. Quella contro il Parma resta l'unica rete, per la peggiore media gol dell'era post-Inzaghi.

FERNANDO TORRES: un gol ogni 592 minuti.
L'esperienza-bis di Matri dura appena sei mesi. L'estate successiva il Milan piazza, con qualche anno di ritardo, il colpo Fernando Torres. Lo spagnolo alla prima da titolare fa subito gol a Empoli e riempie di speranze i tifosi rossoneri. Quel colpo di testa, però, resta la sua unica firma in maglia rossonera prima del lento oblio. Anche El Niño conclude la sua avventura italiana a gennaio, con il passaggio all'Atletico Madrid.

DESTRO: un gol ogni 281 minuti.
Il successivo 9 il Milan lo compra proprio a gennaio: si tratta di Mattia Destro, reduce da un'esperienza di alti e bassi con la Roma. Anche l'attaccante marchigiano trova il suo primo centro contro l'Empoli, ma i sei mesi in rossonero non bastano a convincere la dirigenza a riscattarlo. Segna un'altra volta con la Fiorentina e poi contro gli ex giallorossi, terminando l'esperienza al Milan con una rete ogni 281 minuti.

LUIZ ADRIANO: un gol ogni 271 minuti.
A giugno il club rossonero decide di guardare all'estero e affida la maglia numero 9 al brasiliano, che resta un anno e mezzo, trovando la via della rete in appena 6 occasioni: un'altra delusione per la società milanese.

LAPADULA: un gol ogni 170 minuti.
I tanti gol realizzati in Serie B portano il Milan, nell'annata seguente, a puntare sull'italiano naturalizzato peruviano. Numeri, tuttavia, non confermati nell'unica stagione disputata in rossonera, nel 2016-17: 8 gol in 29 presenze, per una media di una rete ogni 170 minuti. Statistica non esaltante, ma che prima di Giroud restava la migliore dopo l'addio di Inzaghi.

ANDRÉ SILVA: un gol ogni 202 minuti.
In Portogallo sono tutti convinti delle sue qualità e il Milan decide di investire 40 milioni per l'attaccante che gode anche della stima di Cristiano Ronaldo. Le grandi aspettative, però, vengono anche in quest'occasione ampiamente infrante: il lusitano riesce a lasciare il segno con continuità solo in Europa League (8 gol in 14 partite), mentre in campionato trova appena due reti.

HIGUAIN: un gol ogni 230 minuti.
Il Milan sembrava aver finalmente risolto il problema con l'arrivo del Pipita, reduce da 111 gol in A con Napoli e Juve (compagno d'attacco proprio di Mandzukic) e invece neanche l'argentino è riuscito a far meglio dei suoi predecessori: 6 reti in campionato, cui vanno aggiunti 2 centri in coppa: media parecchio deludente, prima dell'addio anticipato.

PIATEK: un gol ogni 269 minuti.
Sarà un caso, ma quando davanti al 9 c’era l'1, la maglia del polacco pesava meno: al suo arrivo, infatti, era occupata da Higuain (ceduto praticamente nelle stesse ore al Chelsea) e il polacco scelse il 19, con cui fece registrare la media in campionato di un gol ogni due partite. Con la 9 ha chiuso con una rete ogni 269’ giocati, per un totale di 41 presenze e 16 gol tra Serie A e Coppa Italia.

MANDZUKIC: 11 presenze (287'), 0 gol.
Arrivato a gennaio 2021 da svincolato, dopo l'esperienza con i qatarioti dell'Al-Duhail, per fare il vice Ibra. E invece l'attaccante croato alla fine ha saltato più partite dello svedese per infortunio (complice anche il lungo periodo di inattività). Alla fine per lui una manciata di gare di campionato (10 appena, una sola da titolare) e addio dopo 6 mesi.

GEORGE WEAH. C'è un dopo, ma anche un "prima" Inzaghi, che ereditò la casacca dall'attuale presidente liberiano, idolo della tifoseria milanista e Pallone d'Oro nel 1995. Ricordiamo che la numerazione non era ancora fissa e che la 9 in quegli anni venne indossata - seppure sporadicamente - anche da Roberto Baggio, Dejan Savicevic e Zvonimir Boban.

DANIELE MASSARO. Tra i tanti campioni ad aver indossato la numero 9 un altro beniamino della tifoseria, l'attaccante monzese, eroe con due gol nella finale di Champions del 1994 contro il Barcellona dove, però, venne schierato da Fabio Capello con la 11 (la 9 era sulle spalle di Boban).

MARCO SIMONE. E poi il "folletto" varesino, dal 1989 al 1997 al Milan, con cui segnò 75 gol e giocò più di 250 partite vincendo tutto.

JEAN-PIERRE PAPIN. E ancora Jepepè, capocannoniere della Coppa dei Campioni per tre anni consecutivi e Pallone d'Oro con il Marsiglia prima di arrivare al Milan, nel 1992, per 14 miliardi di lire. Ma a Milano il francese non sfonda, vincendo comunque due scudetti e altrettante Supercoppe italiane, e la Champions League del 1994, segnando 18 reti in 40 partite.

PIETRO PAOLO VIRDIS. Sempre nel cuore dei rossoneri il bomber sardo, che segnerà 76 gol su 186 partite, tra campionato e coppe: indimenticabili le due reti al Napoli di Maradona che il primo maggio del 1988 regalarono al Diavolo il primo storico scudetto dell'era Berlusconi.

MARCO VAN BASTEN. E infine il numero 9 per eccellenza della storia rossonera e non solo. L'olandese sbarca a Milanello nell'estate del 1987, insieme al connazionale Ruud Gullit, ed è subito scudetto. Il "Cigno di Utrecht" trascina il Milan di Sacchi alla conquista del mondo e vince 3 Palloni d'Oro e 2 titoli di capocannoniere della Serie A, prima di salutare nel 1995 - martoriato dagli infortuni - a soli trent'anni: sufficienti comunque per giocare 201 partite e segnare 125 gol, uno più bello dell'altro.