Milan, Rafael Leao è la vera stella di questo scudetto

l'uomo copertina
Massimo Marianella

Massimo Marianella

L'anno della consacrazione per il portoghese che incarna perfettamente la sintesi del progetto di questo Milan (giovane e di talento) ed è diventato l'arma in più di Pioli nella cavalcata verso lo scudetto. Cosa c'è nel suo futuro e cosa non deve rischiare di fare

Trovare la foto della copertina di una vittoria così bella e importante è sempre l’operazione più complicata. Troppi protagonisti, troppi uomini decisivi a tutti i livelli. Un problema bello da avere, ma mica facile da risolvere con una grande dirigenza che ha mantenuto il progetto iniziale senza cedere a tentazioni di deviazioni, un allenatore che ha estratto il meglio e forse anche di più dal gruppo, tanti giocatori che hanno avuto il loro ‘career year’ e un ambiente sano come struttura di base. La tentazione forte però è quella di scegliere, tra le tante, l’immagine di Rafa Leao.

La sintesi perfetta del momento rossonero

L’idea di puntare su giovani di talento, avere la voglia e la pazienza di svilupparli per giocare un calcio moderno e vincente. Oggi Rafael Alexandre da Conceiçao Leao è una delle stelle più lucenti del firmamento del calcio mondiale del domani anche grazie al Milan, ma le tappe del suo percorso iniziale sono state probabilmente per i rossoneri l’incoraggiamento definitivo nel puntare su di lui. 

Le origini

Prima di quella col “Diavolo” sul petto, ha vestito 3 maglie. Tre garanzie di qualità e della miglior crescita possibile per un giovane talento. Chiedendo scusa all’Ajax, al mondo non c’è un vivaio più fertile di quello dello Sporting Lisbona, un club che lo sa poi scegliere e quantificare (economicamente) meglio del Lille e non ci sono una serie di nazionali giovanili che mettono in condizione di competere da subito per trofei e medaglie più delle under del Portogallo. Una specie di dorata scala calcistica della gloria che chiaramente bisogna saper salire senza farsi prendere dal “capogiro” del successo. A 9 anni Leao ha messo per la prima volta la maglia biancoverde dei “Leoni di Lisbona” e lì ha iniziato anche ad esaltare le sue doti migliori. La velocità, i fondamentali, l’istinto del football. Proprio le stesse che appartengo da sempre al DNA del club dell’Alvalade. Un grande manager come Jorge Jesus lo fa esordire da professionista, segna il suo primo gol a una grande come il Porto, vede i suoi compagni dalla tribuna vincere la Coppa di Lega, ma partecipa ai festeggiamenti. 

La crescita al Lille

Due anni fantastici di crescita continua. Lo step successivo è andare all’estero, lontano dalla confort zone, e allora niente di meglio del Lille. Un passaggio contrattualmente tumultuoso, brusco, inatteso, ma importante. Un club che sa vedere le qualità e che gli ha consentito di lavorare con un altro grande manager come Christophe Galtier che ha aggiunto concretezza al suo talento. Poi il salto quello definitivo. 

Accettare la sfida più grande

La grandezza (e la “pesantezza”) della maglia del Milan, la pressione del calcio italiano e la voglia di competere per i trofei maggiori. Scommessa vinta da lui e dai rossoneri. Il Milan rappresenta la sua consacrazione e lui diventa l’arma in più di Pioli. L’uomo che ha cambiato passo al reparto offensivo, che è andato in doppia cifra nei gol in campionato e che ha dato quel tocco d’imprevedibilità e fantasia in più. Ha 23 anni, sa già come si vince e come si gestisce la pressione, ma adesso non deve fermarsi. 

Il prossimo step

A livello personale, dimostrare di fare un passo in avanti verso quella maturità che lo completerà, mentre sul campo quantificare l’esperienza internazionale ad alto livello con il palcoscenico della Champions League. Viene già paragonato a Mbappè ed è al momento il suo più grande rischio a tutti i livelli. Per lui perdere un po’ la dimensione e “sedersi” per il Milan che davvero, come indica qualche spiffero di mercato internazionale, il PSG possa pensare a lui in caso di addio del suo numero 7. Leao è l’immagine del presente e quella che il Milan vuole proiettare nel futuro. Il ragazzo di talento che a questo scudetto ha dato la “pennellata” decisiva. Con 2 straordinarie accelerazioni e assist ha cambiato da fatale a trionfale la percezione di Verona in tinte rossonere decidendo lui quella che alla fine potrebbe essere ricordata come la notte fondamentale per lo scudetto.

Leao esulta dopo aver servito l'assist della vittoria a Tonali