E' Il centrocampo la vera forza di questo Napoli

Dominanti Sono stati dominanti, lo scozzese e il camerunese. A tratti, inarrivabili. Comunque sorprendenti. Perché è chiaro che ‘sorpresa’ sia un concetto perfetto da affiancare all’ex Manchester United, ma anche Anguissa in qualche modo lo è stato eccome. Hanno avuto costanza e strapotenza fisica, che li mettono sul podio dei migliori centrocampisti della Serie A. Rivedendoli giocare, sotto certi aspetti mi hanno ricordato il Pogba, quello degli anni d’oro, della Juventus. Il francese aveva anche una qualità tecnica da farti impazzire: ti nascondeva letteralmente la palla. In quello era imbattibile, e infatti non voglio che passi come un paragone. Ma di Pogba ho in mente questo: gli rimbalzavi addosso. Ecco, in questo mi sembrano davvero molto simili: non li butti mai giù. Proviamo a rivedere il gol di Anguissa contro il Bologna: se l’è costruito da solo. Insieme a loro, non possiamo dimenticare il lavoro di Lobotka, che bene o male ricopre il ruolo che avevo io quando ero in campo. La sua interpretazione però è tutta diversa: è più rapido, gioca più sul corto, lavora più sul contrasto che sull’intercetto. Con Spalletti ha disputato un campionato fantastico; con Conte, complice qualche infortunio di troppo, si è forse visto un po’ meno. Ma è perfettamente complementare agli altri due: dà equilibrio alla squadra, non lo trovi quasi mai fuori posizione, dà fluidità alla manovra perché sa portare palla, rubarla e ripartire. Con McTominay e Anguissa a fianco, ha potuto sprigionare molto di più la sua qualità e la sua intelligenza. Mi sembra molto simile al Pizarro che abbiamo ammirato nella Roma. Forse con meno sterzate, ma sempre con un ritmo molto alto e sempre in grado di fornire una soluzione o un sostegno ai compagni di reparto e alla difesa. È stata una cerniera perfetta, ed è qui che il lavoro di Conte è emerso di più. Il regista Il mister lo conosco e ribadisco una cosa che ho già detto in passato: gli sarò per sempre grato per come mi ha trattato quando era ct della Nazionale. Mi ero rotto la tibia in Azzurro, mi richiamò appena mi vide recuperato. Era un suo modo per farmi sentire parte del gruppo. Ed è cambiato rispetto ad allora: si adatta di più alla materia prima che ha in mano, non è più legato a un solo sistema di gioco, si è dimostrato molto più eclettico. E infatti questo Napoli non presentava un gioco particolarmente complesso, ma semplice ed efficace come scrivevo all’inizio. Il ritorno di Lukaku penso che fosse dovuto non tanto alla speranza di riavere l’attaccante di anni prima : gli serviva una sponda forte per le incursioni dei centrocampisti o quelle degli esterni. Giocatori che di fatto aveva già in rosa e che ha saputo valorizzare al meglio. A proposito, ho scritto eclettico e non preparato, perché quello lo è stato da sempre. Se c’è una cosa che ricordo sono le sue sessioni al video: ne prevedeva tantissime, ed era bellissimo sentirlo. Avevo 30 anni quando mi allenava, ero esperto, ma mi dava quella sensazione che ci fossero solo da aprire le orecchie e continuare a imparare. E poi la motivazione: è la sua qualità migliore in assoluto, un fuoriclasse. Quando finivano le sessioni di teoria, volevi entrare in campo e già giocare contro gli avversari, altro che allenarti. Ha sempre saputo gestire bene il gruppo, ed è sempre stato coerente e schietto. Per questo a volte qualcuno si stranisce quando lo sente in conferenza stampa. Ricordo quella di inizio campionato, il giorno prima contro il Verona. La squadra perse 3-0 in maniera abbastanza netta. Ma si è trattato di un inciampo in un percorso lunghissimo. Conte sa pesare molto bene le parole: parla per un motivo, sempre. E spesso alla squadra, lontano dai microfoni e dalle telecamere, spiega bene quello che intendeva dire. Bilancia molto gli atteggiamenti, soprattutto se vede che un suo giocatore si demotiva per quanto letto o sentito: lo carica a mille, lo segue, lo protegge. Essere così capaci nella motivazione è un’arte, richiede anche fantasia per evitare di dire sempre le stesse cose, per far trovare nuovi stimoli. A proposito, prima della partita contro il Parma in conferenza stampa ha detto: “McTominay lo metterei in campo anche zoppo”. Penso che con una frase così abbia descritto tutta la stagione. Pesando le parole, appunto.

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E' Il centrocampo la vera forza di questo Napoli

Riccardo Montolivo