Chi è Han, il nordcoreano che ha stregato Perugia
Serie BCapocannoniere della Serie B con 4 gol in 180', il 18enne nordcoreano è la prima rivelazione del nuovo campionato. "Scoperto" dal senatore Razzi e già entrato nella storia della A con il Cagliari, Han si è subito imposto a Perugia proprio dove iniziò la sua favola
Quattro gol in due partite, capocannoniere che non ti aspetti nella Serie B dalle rivelazioni senza fine. Parliamo di Han Kwang-Song, attaccante classe 1998, subito protagonista nel Perugia targato Giunti al comando della classifica dopo i primi 180' di campionato. In realtà del ragazzo si era già parlato lo scorso 2 aprile quando, debuttando a Palermo, divenne il primo nordcoreano di sempre in A addirittura a segno contro il Torino pochi giorni più tardi. Exploit maturato con la maglia del Cagliari, squadra che l’aveva tesserato in primavera dopo un periodo di prova bruciando la concorrenza di big internazionali. Talent-scout improvvisato nonché "amico" del regime di Kim Jong-un, il senatore Antonio Razzi si è già fregiato della sua scoperta: "Ho inviato un messaggio di congratulazioni al Caro Leader per l’ottima prestazione di Han", raccontava dopo il tris all’esordio contro l’Entella. Tuttavia la politica estera centra poco con l’impatto di questo ragazzo speciale nella "sua" Perugia, città dove inaugurò la favola italiana nel 2014.
Mi manda Razzi
Poco è dato sapere sugli inizi in patria di Han, nato nel 1998 a Pyongyang, d’altronde ciò che filtra dalla Corea del Nord va bilanciato con la dittatura di Kim, leader che in ambito sportivo punta forte sul calcio e sulla crescita di buoni giocatori. In questo senso va intesa la fondazione nel 2013 della Pyongyang International Football School, accademia giovanile che ospita 200 ragazzi ogni anno: programmi e metodi di allenamento restano naturalmente oscuri, tuttavia l’obiettivo dichiarato del Paese è quello di partecipare nuovamente ai Mondiali e affermarsi nel panorama asiatico. Ambizioni che s’incontrano nel 2014 con la visita nel Paese di due politici italiani, Matteo Salvini e appunto Antonio Razzi, quest’ultimo particolarmente riverito dalle autorità nordcoreane e già lusinghiero nei confronti del regime. Se in ambito commerciale la delegazione concordò la vendita di due milioni di piante di mele, alcuni talent-scout tra i quali Alessandro Dominici (colui che scovò Nakata) opzionarono giovani interessanti per conto di Udinese ed Entella. In quest’occasione si stringono accordi tra la Federcalcio asiatica e la ISM Academy di Perugia, un’istituzione specializzata nella ricerca e nella formazione a livello internazionale di prospetti talentuosi dai 13 ai 16 anni, intervento quest’ultimo auto-attribuito da Razzi abile a sfruttare le relazioni diplomatiche con Pjongjang. In Umbria arrivano quindi una decina di ragazzi, impossibilitati ad essere tesserati con qualsiasi club italiano secondo le regole della FIFA in materia di giocatori minorenni. La parentesi perugina si limita quindi ad allenamenti, provini e lezioni d’italiano concedendo solo gare ufficiali con la propria Nazionale. Tuttavia due giovanissimi della spedizione incuriosiscono gli osservatori: si tratta di Han e Choe Song-Hyok, coetanei e concittadini.
Che ascesa in Sardegna
A prendersi la scena è il secondo, maggiorenne a febbraio 2016 e tesserato non senza problemi dalla Primavera della Fiorentina: esterno d’attacco e poche parole d’italiano, notato mentre preparava il Mondiale U-17, verrà scaricato quattro mesi più tardi a seguito delle polemiche relative ad un’interrogazione parlamentare: nonostante figurasse come "giovane di serie", pertanto non soggetto a regolare stipendio, qualora fosse stato contrattualizzato dai viola avrebbe dovuto devolvere il 70% del compenso alle autorità nordcoreane in quanto lavoratore all’estero. Piuttosto che finanziare un regime sotto embargo, affascinato dai test nucleari e sanzionato per le gravi violazioni dei diritti umani, quindi, la Fiorentina preferì liberarsene. In realtà il club s’interessò pure ad Han, già impegnato nel Centro Europeo de Tecnofutbol di Barcellona, prenotato in attesa della maggiore età ma sfumato e accostato a Liverpool e Manchester City. Le radici italiane favoriscono tuttavia l’inserimento del Cagliari di Tommaso Giulini, consigliato dal procuratore Sandro Stemperini in rapporti stretti con la ISM Academy e con Stefano Capozucca, direttore sportivo sardo. Stemperini ne diventa l’agente al suo arrivo in Sardegna lo scorso marzo, mentre Rastelli resta impressionato dalle sue qualità in allenamento: prima o seconda punta estremamente rapido, efficace con entrambe i piedi e votato alla ricerca della profondità.
Aggregato alla Primavera, segna un gol in rovesciata contro il Parma al Torneo di Viareggio ribadendo un repertorio di valore assoluto. Da qui la scalata è inesorabile: approda in prima squadra e trova spazio in Serie A entrando così nella storia dei cinque maggiori campionati europei. Una settimana dopo punisce di testa il Torino nonostante la sconfitta per 3-2 dei sardi. A 18 anni accumula quindi 58’ complessivi, 5 gettoni e un gol nel suo primo approccio al calcio italiano.
Perugia nel destino
La regolarità del contratto sottoposto dal Cagliari parlava di uno stipendio di circa 1.200 euro lordi mensili per il 18enne che, tra rumors probabilmente infondati, chiese ai dirigenti un paio di jeans poiché vietati dal regime di Pyongyang. Sardi che in estate l’hanno concesso in prestito con diritto di riscatto e contro-riscatto al Perugia a testimonianza delle speranze riposte nel proprio gioiello. Il resto è storia recente: tornato in Umbria dove tutto iniziò, destinazione evidentemente favorevole al suo talento, Han segna una tripletta all’esordio a Chiavari prima di arrotondare il poker umbro ai danni del Pescara di Zeman nel big match della 2^ giornata.
Ragazzo educato eppure ambizioso, arrivato in Italia si allenava da solo alle 6 di mattina prima di entrare a scuola. Nemmeno un dito rotto del piede, retaggio del Mondiale di categoria, lo frenò alla corsa e al tiro. Ammira Dybala e ha già conquistato Perugia, andata e ritorno per un quasi 19enne alle prese con l’apprendimento dell’italiano nonostante sia stato adottato da tre anni. Qui conquistò la ribalta Ahn Jung-hwan, sudcoreano allontanato da Gaucci dopo lo "sgarbo" del golden goal fatale agli Azzurri di Trapattoni. E qui ha ritrovato riparo pure Choe, ormai scavalcato dal più celebre connazionale. È proprio di Han la faccia sorridente della Corea del Nord, Paese dove ha già esordito con la Nazionale dei grandi. Ed è sempre lui il primo professionista nordcoreano in Italia, orgoglio personale nel momento in cui i rapporti della comunità internazionale con Pyongyang crollano ai minimi storici. Per uno abituato a bruciare le tappe, c’è poco da stupirsi.