Parla il presidente dell'Empoli: "Questa squadra mi piace, ma sono preoccupato dalla troppa euforia. Andreazzoli? Mi è bastato parlare un'oretta di calcio con lui, mi ricorda Sarri, Spalletti e Luis Enrique. La retrocessione dello scorso anno è stata una tragedia sportiva"
Primo posto in classifica, magic momento che prosegue e tanta voglia di ritornare in Serie A. L'Empoli ha cambiato marcia dopo l'arrivo di Aurelio Andreazzoli, ora condivide la vetta con il Frosinone potendo gestire sei punti di vantaggio sul Palermo. Con l'obiettivo di cancellare immediatamente la retrocessione dello scorso anno, come dichiarato dal presidente Fabrizio Corsi: "L'Empoli mi piace – ha detto in un'intervista a La Gazzetta dello Sport - Interpretiamo un calcio che ci ha dato soddisfazione in passato, con margini per migliorarlo. Ma sono solo due mesi che lo facciamo e la cosa mi preoccupa. Tuttavia mi preoccupa il clima di euforia. Bisogna essere equilibrati e stare chiusi nel quotidiano, pensando sempre e solo alla prossima gara. Il mio più bel Empoli? E’ bello solo il momento. Anche con Sarri si è visto bel calcio, in B e poi in A, o con Giampaolo: questa idea di gioco ci ha regalato tante gioie. Perché Andreazzoli? Ho parlato un’oretta con lui di calcio, con il d.g. Butti e il d.s. Accardi ci siamo convinti che era l’uomo giusto per noi. Una soffiata mi è arrivata, non dico da chi. Andreazzoli come Sarri? Alcuni concetti li avvicinano, come il calcio verticale. Altri sono differenti: Andreazzoli è sportivo e va in bicicletta, Sarri fuma troppo, glielo dirò. Sarri fu un’idea dell’allora d.s. Carli. In A gli abbiamo anche rinnovato il contratto dopo tre sconfitte. Ora è ambito a livello europeo, una soddisfazione. Andreazzoli lo avvicino a Sarri, a Spalletti e... a Luis Enrique: non l’ho avuto ma viene da una scuola importante come quella spagnola".
"La retrocessione è stata una tragedia sportiva"
Sulla retrocessione dello scorso anno: "Abbiamo anche venduto molto bene, è stata una tragedia sportiva ma abbiamo potuto fare piazza pulita e monetizzare per poterci permettere un giocatore come Caputo – prosegue - L’unico che non abbiamo venduto è il più forte: Krunic può stare serenamente in A, il mercato è strano. Abbiamo colto l’aspetto positivo: azzeriamo e ripartiamo con idee e gente nuova. Ci siamo riusciti e ridato energia anche a un vecchietto come. Certi giocatori in A non li puoi trattenere e devi sempre ripartire da zero costruendone di nuovi, e in Serie A se sbagli a farlo retrocedi. Ai calciatori bisogna quasi trasmettere loro un po’ di “ignoranza”, una volta era il contrario".