Bari, Brienza compie 39 anni: "Futuro? La scelta è purtroppo in arrivo, ma vorrei resistere fino ai 40"

Serie B
Franco Brienza, attaccante del Bari

Il fantasista biancorosso sente vicino il ritiro: "Deciderò a breve, intanto voglio regalare ancora gioie al Bari. E spero che il ginocchio tenga fino ai 40 anni...". Sui suoi compagni più forti: "Toni e Amoruso"

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39 anni (ieri) e non sentirli. Franco Brienza non ha ancora voglia di dire basta e ha come obiettivo quello di portare il suo Bari dritto in Serie A. Nonostante il periodo di flessione della squadra di Grosso, l’ex attaccante di Bologna e Cesena è stato capace di sbrogliare diverse situazioni critiche nelle ultime settimane, facendo sì che la squadra di Grosso restasse agganciata al treno di testa. All’indomani del suo 39esimo compleanno, il fantasista di Cantù ha parlato così del suo futuro a La Gazzetta dello Sport: “La decisione definitiva sta per arrivare, purtroppo è il momento della scelta. Certo, sarebbe bello festeggiare i 40 anni ancora da giocatore. In Serie A Bizzarri va per i 41 anni, mica uno scherzo. E tra pochi giorni anche Sorrentino e Pellissier toccheranno quota 39. Tra gli allenatori che ho avuto, a parte il grande rapporto con Guidolin, è soprattutto Sannino a sfottermi, telefonandomi ogni tanto per farmi avvertire il peso dell’età”, ha raccontato scherzando. Il domani? Si vedrà ciò che succederà: magari farò il collaboratore tecnico in uno staff, forse il procuratore. Altrimenti mi rilasserò al mare, facendo il pescatore: bolentino o traina, mai dalla terraferma”.

"Vivo alla giornata, spero il mio ginocchio tenga ancora per un po'"

Brienza non ha però voglia di mollare: “Vivo alla giornata e spero che il ginocchio sinistro ballerino mi conceda ancora un po’ di felicità - ha continuato - Il contratto in scadenza con il Bari? Penso solo a regalare altre gioie alla società, ai compagni e ai tifosi biancorossi. Poi, al momento opportuno valuteremo”. Riavvolgendo il nastro della sua carriera, poi, il fantasista spiega quale allenatore ha catturato la sua attenzione: “Antonio Conte. Solo lui sa trasmettere la carica, la voglia di vincere che lo ha contraddistinto nella straordinaria carriera di giocatore. Nello spogliatoio del Siena, ripeteva spesso che ‘la fatica puzza’ e poi sulla lavagna mi ricordo che scrisse: la fatica è la nutrice del muscolo. Un messaggio diretto per penetrare le nostre menti e per allenarci nella cultura del lavoro”. Ex compagni di Brienza sono diventati ora allenatori, con buoni risultati: "Corini, con me e Grosso nel Palermo, e ancor più Eusebio Di Francesco, con il quale ho giocato a Perugia, nella sua ultima stagione da calciatore. Ecco, mi sarebbe proprio piaciuto essere allenato da un tipo come Di Francesco”. Una chiusura sui suoi compagni storici: “I più forti? Toni e Amauri nel Palermo, però ho giocato con un attaccante come Nicola Amoruso, nella Reggina: aveva numeri e qualità eccezionali”, ha concluso.