Cremonese, Scamacca: "In Italia serve più fiducia nei giovani"
Serie BL’attaccante grigiorosso: "Ho appena segnato la mia prima tripletta in azzurro. Decisiva, visto che siamo andati due volte sotto. Ma siamo un gruppo che sa rialzarsi. Ci stiamo levando soddisfazioni"
Arrivato a Cremona nel mercato di gennaio, Gianluca Scamacca è ora impegnato con la Nazionale azzurra di Evani. Per la squadra di Tesser sarà importante il contributo del calciatore in questo finale di stagione dopo mesi complicati dal punto di vista dei risultati. Intanto, dal ritiro azzurro, l’attaccante ha parlato sia della sua esperienza professionale sia delle sue ambizioni per il futuro. Queste le dichiarazioni del giocatore alla Gazzetta dello Sport: "Sicuramente in Italia serve un po’ più di fiducia nei giovani: all’estero vedo che i club danno più spazio i giovani, anche nella nazionale maggiore, c’è un ricambio continuo. Si dà più credito, vedo calciatori che giocano con la nazionale a vent’anni. Ma soprattutto le prime squadre danno spesso spazio a qualche ragazzo: quando ne viene su uno valido dalle giovanili, si rischia. In Olanda ad esempio ci sono meno possibilità di investire e quindi puntano a far giocare i propri, anche solo per venderli. Anche in Francia è così. Andare a giocare in Olanda per me fu un’occasione di crescita a livello calcistico e umano. Ho imparato le lingue, bene l’inglese, poco l’olandese, un po’ lo spagnolo: ero in camera con un compagno peruviano, Beto, parlava sempre in spagnolo e ho imparato, anche leggendo libri".
"Ho appena segnato la mia prima tripletta in azzurro. Decisiva, visto che siamo andati due volte sotto. Ma siamo un gruppo che sa rialzarsi. Ci stiamo levando soddisfazioni: noi e l’Under 17 alla fase finale, ma pure l’Under 18 ha battuto l’Olanda e l’Under 16 ha superato la Germania. Non è un caso. La Federazione sta facendo un grande lavoro, da quest’anno si sono fatti passi avanti con un campionato Primavera più competitivo, tra squadre di serie A, e credo stia dando i suoi frutti. Poi ci sono annate più fortunate di altre. In carriera o avuto come tecnico Van Nistelrooy: se venivo a giocare fuori area lui si incavolava, mi diceva di attaccare la profondità, di stare in area. Mi faceva vedere video suoi, o di Radamel Falcao. Il mio modello è Ibrahimovic, ma il mio mito era Totti: la mia prima maglia è stata quella della Roma con la scritta Barilla, poi quella dello scudetto con il nome di Batistuta: sognavo di essere lui. Rispetto all’Italia ovunque ci si allena meno, ma a livello intenso. Da noi si punta più sul numero di ore", ha concluso.