"Promozione diretta? Non abbiamo l’assillo ma ci proviamo, la serenità è dalla nostra. A livello fisico quello che c’è, c’è: ora conta la testa. E per noi fare la terza promozione di fila sarebbe storico", ha detto l’allenatore a La Gazzetta dello Sport
Un’altra stagione straordinaria per Filippo Inzaghi e per il Venezia, che ora vuole provare a centrare ancora una promozione - questa volta in Serie A. Domani la gara contro la Cremonese, obiettivo tre punti per la formazione veneta che non intende fermarsi: “Ora siamo in ballo e balliamo - ha dichiarato proprio Inzaghi sulle pagine della Gazzetta dello Sport, a cui ha concesso una lunga intervista - ho fatto quello che mi ha chiesto la società, che voleva la salvezza. Ma ho sempre creduto di poter fare di più. Ora siamo in ballo e balliamo: per la A diretta è dura, ma ai playoff… Stiamo bene, veniamo da 5 vittorie di fila con 9 gare vinte su 10 in casa. Ci siamo. La promozione diretta? Non abbiamo l’assillo ma ci proviamo, la serenità è dalla nostra. A livello fisico quello che c’è, c’è: ora conta la testa. E per noi fare la terza promozione di fila sarebbe storico. Lavoriamo molto, lo staff è molto preparato: il sacrificio è alla base di tutto e rompo le scatole ai giocatori. Chi mi ha sorpreso di più? Domizzi. Alla sua età non ha mai perso una partita e un allenamento. O Soligo, un traino per tutti. Perché sono passato al 3-5-2? Ho fatto delle valutazioni”.
“Con Andelkovic sarebbe stato controproducente rinunciare a uno dei due difensori. Gli esterni sono più d’attacco che di copertura. Le mezzali Pinato e Falzerano giocando a 5 possono sfruttare di più la fase offensiva. E davanti meglio avere il doppio centravanti. Mio fratello Simone gioca in modo diverso da quello che propongo io? Anche lui sfrutta le caratteristiche dei suoi giocatori: la Lazio ha gente di palleggio, non dà riferimenti. Lui ha il miglior attacco della A, io la miglior difesa della B: non male… Simone è uno dei migliori a livello europeo, ci confrontiamo per affrontare qualche sistema di gioco. Uno che vuole fare questo lavoro impara tutti i giorni. Però dopo l’anno al Milan, dopo tutte quelle difficoltà, ho capito che avrei potuto fare l’allenatore. Oggi ho capito e imparato tanto. Magari tra vent’anni sarò rincoglionito, adesso imparo sempre qualcosa. Un ritorno al Milan in futuro? Voglio andare dove posso essere felice. Magari all’estero. Penso che Gattuso abbia fatto bene alla guida del Milan, se i rossoneri vanno in Europa League è un ottimo risultato”, ha concluso l’allenatore.