Parma, Lucarelli: "Ho compiuto la mia missione, ora penso al ritiro"

Serie B

Il capitano del Parma, dopo la storica promozione in Serie A (mai nessuno aveva fatto il salto dalla D alla A in tre anni) ha parlato ai microfoni di Sky Sport 24 tra commozione e il pensiero del ritiro

PARMA, NESSUNO COME TE

Alessandro Lucarelli è il simbolo del Parma. Non solo per quella fascia di capitano attorno al braccio, ma per essere sceso dalla A alla D ed essere riuscito, come mai nessuno prima, a tornare in Serie A nel giro di tre anni. Ogni stagione una promozione, il sogno massimo campionato che è eraltà per il Parma e i suoi tifosi. Dall'inferno e ritorno, dopo il fallimento del 2015 e quell'Europa League conquistata ma mai disputata nel 2014. Sempre il 18 maggio. "Siamo rimasti a festeggiare fino alle 4, sarò andato a letto alle 5 e mezza e alle 8 ero in piedi. Capiremo quello che abbiamo fatto più avanti. Quattro anni fa festeggiavamo una cosa raggiunta sul campo e poi tolta per i problemi in società. Siamo dovuti ripartire, siamo falliti e rinati. Si sono però gettate le basi per essere qui oggi, c’è stato grande supporto da parte della gente e dei tifosi, abbiamo intrapreso un percorso importante. Neanche nei sogni più belli pensavamo di tornare in Serie A in tre anni, io avevo accettato questa sfida per provarci, se me l’avessero detto non ci avrei creduto. Vedevo che l’età avanzava ma riuscivo a rimanere in campo anche se avevo paura di non farcela. Mi ripaga e ci ripaga per quello che abbiamo passato. Godiamoci questo momento. Ho tante cose che mi frullano pe la testa. Ora l’intenzione è quella di smettere, ho compiuto la mia missione che era quella di riportare il Parma in Serie A, ci sono riuscito e cercherò di prendere la decisione migliore insieme al club. Siamo un gruppo unito e straordinario. Tre grazie? Ai tifosi, che non ci hanno mai abbandonato, si sono stretti alla squadra nel periodo peggiore. Un grazie ai compagni in questi tre anni e uno alla mia famiglia, che mi è rimasta vicina sempre, soprattutto nell’anno del fallimento, quando sono stato troppo spesso lontano da casa".