Frosinone-Cittadella, Longo: "C'è tensione, serve cervello"

Serie B
Moreno Longo, allenatore del Frosinone (Getty)
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L'allenatore del Frosinone ha parlato prima della sfida col Cittadella, valida per l'accesso alla finale playoff di Serie B: "Quando ci si avvicina a partite con una posta in palio così alta la differenza tra l'una e l'altra è minima"

In casa Frosinone è arrivata l'ora della verità. Non si può più sbagliare, specie dopo lo "Stirpazo" contro il Foggia di qualche settimana fa. Niente promozione, via ai playoff. All'andata è stato un pareggio, 1-1 contro il Cittadella, ora Longo non accetta errori: "Tensione alle stelle ovviamente, mia figlia dopo il Foggia ha pianto e penso non verrà allo stadio, dovremo giocare una gara col cervello". Queste le sue parole in conferenza stampa. 

"C'è tensione, serve cervello"

Quando ci si avvicina a partite con una posta in palio così alta la differenza tra l'una e l'altra squadra è minima". Longo paragona questa partita ai successi con la Primavera del Toro o la Pro Vercelli: "La differenza è minima. Credo che arrivo a questa sfida con la giusta carica, in questi momenti la famiglia è molto importante. A loro faccio un ringraziamento, mi mette nelle migliori condizioni di affrontare questo periodo". Un "retroscena" sulla figlia: Dopo il pianto che si è fatta contro il il Foggia, credo che questa volta non verrà allo stadio per evitare la tensione", scherza Longo coi cronisti. 

"Cittadella arma a doppio taglio"

Continua Longo: "Credo in ciò che dico, affrontare il Cittadella è un arma a doppio taglio perché non ha lo stesso blasone del Bari, ma solo di facciata, ricordiamoci che quest'anno hanno fatto 66 punti e l'anno scorso 65. È una partita che si giocherà nei dettagli e sulla cura dei particolari. Hanno dimostrato che fuori casa hanno fatto meglio di tutti gli altri. Detto questo, dobbiamo avere la convinzione di poter battere chiunque". I tifosi saranno importanti: "Dobbiamo fare la nostra partita senza fare calcoli, è la cosa più semplice. Questo vuol dire non concedere ripartenze e regali gratuiti, dobbiamo essere maturi. Oltre questo, però, dovremo pensare ad attaccare e giocare con coraggio. Non facciamoci trasportare solo dall'atmosfera dello stadio, dobbiamo giocare col cervello".