Palermo accoglie 'mister promozione': la nuova sfida di Pippo Inzaghi

Trent’anni da calciatore e tredici da allenatore, giovanili comprese. Tre scudetti, due Champions League, una Coppa del Mondo, eppure a quasi 52 anni Pippo Inzaghi ha ancora voglia di emozionarsi e di coltivare la sua più grande passione. Non conta la categoria, lo ha sempre detto, la cosa più importante è il progetto, l’ambizione e la possibilità di poter lavorare. Senza calcio non sa stare, ed è così dal 1982, dai tempi della ‘Buca’ di San Nicolò, un campetto in cemento dove le partite non finivano mai. Casa, nel vero senso della parola, per i fratelli Inzaghi e proprio a 40 chilometri da lì avrà inizio la sua nuova avventura da allenatore. Il 16 agosto l’esordio ufficiale del suo Palermo sarà a Cremona allo Stadio Zini, nel primo turno di Coppa Italia. In trasferta non potrà misurare tutto il calore del pubblico rosanero, per quello dovrà pazientare in vista del battesimo in campionato al Barbera. Di sicuro, quei 2000 alla sua presentazione rappresentano un indizio che somiglia molto a una prova. “È la migliore accoglienza che io abbia mai avuto”, queste le parole di Inzaghi dopo la prima uscita ufficiale come nuovo allenatore del Palermo. Ci si aspetta molto da lui in Sicilia e non potrebbe essere altrimenti, dopo l’ultimo capolavoro a Pisa. Una città in festa per una Serie A che mancava da 34 anni. La terza promozione centrata in carriera da Inzaghi. La prima, dalla C alla B, nel 2017 a Venezia, quando Giorgio Perinetti scelse lui e al primo colpo la risposta fu subito vincente. L’anno seguente arrivò a un passo dalla Serie A, ma in semifinale playoff la corsa di Pippo si spense proprio al Barbera, contro il Palermo di Stellone. L’altro trionfo, ed è proprio il caso di chiamarlo così, a Benevento. Cinque anni fa la promozione in A con sette giornate d’anticipo, uno dei tanti record stabiliti in quella stagione. Poteva andarsene da Re, senza dover vivere le difficoltà tipiche dei club che fanno il grande salto. Forte dell’esperienza a Benevento, retrocesso l’anno dopo, Inzaghi stavolta ha preferito lasciare Pisa dopo un solo campionato, ma con la certezza di restare per sempre nella storia del club. E poi a corteggiarlo c’era una piazza come Palermo, un profilo ambizioso come quello del City Group, un pubblico come quello rosanero che nella scorsa stagione contro Inzaghi ha sempre perso. Due su due e la prima avrà sempre un sapore particolare per Pippo. Era la seconda giornata d’andata, si giocava all’Arena Garibaldi Romeo Anconetani, Pisa-Palermo 2-0, il primo dei 23 successi in campionato da allenatore nerazzurro. Forse proprio quel giorno il suo Pisa capì di potersela giocare e di essere in grado di abitare i quartieri alti della classifica, del resto aveva appena battuto una delle favorite a detta di molti Alla fine, il Palermo di Dionisi non è andato oltre i playoff, mentre sotto la Torre erano già finiti i festeggiamenti per il ritorno in serie A. È quello che si augurano di vivere tra dodici mesi dalle parti del Barbera, dove, a dir la verità, solo tre anni fa si scendeva in piazza per festeggiare una promozione, ma era quella dalla C alla B targata Silvio Baldini. L’ultimo a portare in Serie A il Palermo è stato Beppe Iachini ed è passato qualche anno. C’erano ‘il gallo’ Belotti e Paulo Dybala, anche se il miglior realizzatore era stato Abel Hernandez. In rosa anche Enzo Maresca, che oggi allena il Chelsea, mentre Pippo Inzaghi guidava la Primavera del Milan e a febbraio aveva trionfato nel Torneo di Viareggio. Il primo trofeo da allenatore, dopo una carriera pazzesca da calciatore, con 316 gol a parlare per lui. Li ricorda tutti Pippo, uno per uno, anche il primo in trasferta di tutta la sua carriera. Aveva 20 anni e 13 giorni, era il 22 agosto del 1993, era il primo turno di Coppa Italia e al Barbera il Verona passò in vantaggio sul Palermo grazie al gol di un ‘certo’ Filippo Inzaghi.

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Riccardo Gentile