Quanto vale il calcio in Europa? Dati in crescita, ma l'Italia non (sempre) sorride

L’Italia c’è, ma non brilla. Otto squadre italiane su 32 top team in Europa: un numero importante, secondo solo alla Premier League, ma non sempre sinonimo di eccellenza. Perché nella Top 10 non c’è traccia di club di Serie A. E questo, già di per sé, è un segnale. Nella Top 10 non c'è l’Italia La classifica per EV vede ancora una volta il Real Madrid in vetta, per il secondo anno consecutivo. I blancos hanno sfondato il muro dei 6 miliardi di euro di valutazione , complice una stagione trionfale con Liga e Champions League. Alle loro spalle Manchester City e Manchester United, entrambi sopra i 5 miliardi ma comunque sempre distanti dalla testa della classifica. Il City continua a crescere in modo sostenibile, lo United invece fatica, chiudendo con perdite pesanti. Barcellona sale al quarto posto grazie a un forte taglio dei costi, Arsenal vola al settimo con +29% di crescita. Il PSG resta ottavo, Tottenham e Chelsea chiudono la Top 10. Ma le italiane? Assenti. Milan davanti a tutti: la nuova regina d’Italia Il primo club italiano in classifica è il Milan, con un EV di 1,808 miliardi. Una crescita costante che ha permesso ai rossoneri di superare sia l’Inter che la Juventus . È la certificazione dell’eccellente lavoro fatto soprattutto in sede di ristrutturazione del club fatto prima da Elliot e ora da Red Bird, culminato poi con la vittoria dello scudetto e ovviamente il ritorno in Champions League in maniera costante. È facile immaginare che dopo questa stagione, certamente deludente, possano esserci delle variazioni la prossima stagione ed è prevedibile anche un sorpasso dei cugini nerazzurri. Forse però questo dato genera ancora più rammarico per una stagione particolarmente negativa. Il sorpasso sulla Juve è a prescindere un dato simbolico: fino al 2022 infatti, la somma di Milan e Inter non bastava a raggiungere i bianconeri. Oggi, la situazione si è completamente invertita. Numeri alla mano, il Milan è stato anche l’unico club italiano con ricavi operativi superiori ai 400 milioni nella stagione 2023/24. E – fatto ancora più significativo – è l’unico ad aver superato i 200 milioni di euro in ricavi commerciali, segno della forza del brand. Juve giù ma resta il club più costoso La Juventus ha perso sei posizioni rispetto al 2016 e oggi è solo quindicesima. Forse anche perché resta la squadra con i costi più alti d’Italia: quasi 400 milioni di euro per la costruzione il mantenimento della rosa, contro i 300 dell’Inter e i circa 250 del Milan. Un dato che fa riflettere, soprattutto se confrontato con il rendimento sportivo delle ultime stagioni. La forbice tra spesa e risultati è oggi una delle più larghe in Europa. E con la concorrenza. Napoli e Atalanta: miracoli economici e sportivi Andando ad analizzare i club italiani e uscendo dalle tre metropolitane, il dato si fa interessante. Perché Napoli e Atalanta , pur con costi di gestione molto più bassi, sono riuscite a ottenere risultati straordinari. Il Napoli - che ha appena vinto il suo quarto scudetto - dimostra ancora una volta la sua praticità. La gestione da parte di De Laurentiis è tremendamente efficace. La squadra - lo scorso anno - costava tra ammortamento cartellini e stipendi al lordo meno di 190 milioni di euro. Meno della metà della Juventus, poco più della metà dell’Inter. E sono arrivate due vittorie del campionato in tre anni. L’Atalanta, almeno a livello economico, è riuscita a fare ancora meglio. È uno dei casi virtuosi del calcio europeo: tra le migliori per saldo netto sul mercato e tra le tre squadre con il più alto risultato aggregato degli ultimi dieci anni , insieme a Bayern Monaco e Real Madrid. Un autentico miracolo di equilibrio tra campo e conti. Rimanere all’altezza delle grandissime d’Europa conservando la propria natura è un caso straordinario. A proposito di risultato aggregato netto spicca però il risultato negativo di Juventus , Inter e Roma , in questi 10 anni. Una cifra incredibile: in 3, quasi 3 miliardi di euro di rosso. Un impegno economico per le proprietà non indifferente e la necessità di dover fronteggiare a queste difficoltà o con iniezioni costanti di liquidità o cercando di abbattere costi ma arrivare comunque ai risultati . Va detto, però, che Milan ha chiuso gli ultimi due esercizi in attivo, e anche l’Inter dovrebbe tornare in utile nel bilancio 2024/25. Ma al di là delle soluzioni è evidente che la gestione in questi anni non è stata positiva, soprattutto se paragonata poi ai risultati sportivi. Inter: crescita da big d’Europa L’Inter però, a proposito di risultati, è quella che è riuscita a venirne fuori con le proprie gambe. I successi delle ultime stagioni, la stabilità, il cammino europeo, hanno aiutato in maniera decisiva a rimettere in bolla i conti. E infatti, non solo è la squadra italiana che ha visto crescere maggiormente il suo valore, ma è nel podio anche in Europa. +330% di crescita di EV negli ultimi dieci anni: solo Tottenham e PSG hanno fatto meglio. Numeri che certificano il lavoro di ricostruzione – e di visione – portato avanti con coerenza. Fiorentina torna tra le grandi C’è anche la Fiorentina tra le nuove entrate del ranking. Con 507 milioni di euro di EV, i viola occupano le ultime posizioni della classifica, ma segnano un ritorno dopo il 2016, segno di un percorso di crescita strutturale. Poco sopra PSV e Betis, ma con margini per migliorare. Italia seconda per numero, ma ultima per valore medio Dal punto di vista ‘geografico’, l’Italia è ancora la seconda nazione per rappresentanza nel ranking, dietro al Regno Unito. Ma l’EV medio dei suoi club resta il più basso tra le big five europee, sotto anche a Germania, Francia e Spagna. Segnale di un gap che resta profondo. Saldi e conti: chi perde e chi guadagna La Juventus in questi dieci anni risulta essere tra i peggiori club per saldo netto nel mercato trasferimenti , insieme a Manchester United e PSG . L’Atalanta , al contrario, è ancora tra le regine del player trading. La posizione bianconera è dovuta al fatto che ha certamente speso molto e pur incassando altrettanto ha generato un saldo piuttosto ampio. Se prendessimo soltanto la spesa per i cartellini in Italia la società con il disavanzo maggiore sarebbe il Milan con un -525 milioni. Il dato del Milan è facilmente leggibile. Ha speso poco, circa 900 milioni di euro in 10 anni , ma sono stati gli incassi a mancare: fra le 8 squadre italiane prese in considerazione, soltanto la Lazio ha venduto giocatori per meno soldi . Nella classifica di saldo del mercato, l’Inter si piazza al quartultimo posto , ‘superata’ dal Napoli . Che quindi sul mercato, pur vendendo , ha sempre investito . Gli unici due club in attivo sono Atalanta e Fiorentina con un sostanziale pareggio per la Roma . Conclusione: una ripresa sì, ma non per tutti Il calcio europeo ha ripreso a correre dopo il Covid. Il valore aggregato dei top 32 club è più che raddoppiato dal 2016 grazie alla crescita dei ricavi e dei multipli di valutazione. E se è vero che i costi sono aumentati , è altrettanto vero che i ricavi – soprattutto UEFA e commerciali – hanno tenuto il passo. Ma non tutti corrono alla stessa velocità. L’Italia si è mossa, ma con fatica. Manca ancora una visione industriale condivisa, mancano stadi di proprietà , manca continuità economica. E questo, purtroppo, si vede anche nei numeri.

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Luca Marchetti