Superlega, dall'annuncio del 2021 alla sentenza della Corte Ue: la storia
LE TAPPE
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È da poco passata la mezzanotte tra domenica 18 aprile e lunedì 19 aprile 2021, dodici club europei lanciano una nuova competizione: si chiamerà Superlega. Le prime reazioni, il naufragio del progetto in quarantotto ore e la rinascita: tutte le tappe degli ultimi due anni e mezzo fino alla storica sentenza della Corte di giustizia Ue
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- Inizia tutto di domenica pomeriggio, prima che arrivi l'annuncio ufficiale. La nascita della nuova Superlega è nell'aria e, con un comunicato congiunto, Uefa e federazioni nazionali tuonano in anticipo: "Resteremo uniti nei nostri sforzi per fermare questo cinico progetto". I club che intendono separarsi rischiano l'esclusione dai rispettivi campionati e i calciatori coinvolti potrebbero non essere più convocati in nazionale. Anche l'ECA si schiera contro.
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- È il momento, l'ora X. 12 club europei, chiamati fondatori, hanno annunciato la creazione di una nuova competizione continentale infrasettimanale che si sovrapporrà alla Champions League e che potrebbe partire già dal prossimo agosto. Sono Juventus, Inter, Milan, Manchester United, Manchester City, Liverpool, Chelsea, Tottenham, Arsenal, Real e Atletico Madrid e Barcellona. Non ci sono altri top club come Bayern, Dortmund e Psg (che poi chiariranno la loro posizione).
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- Contemporaneamente viene lanciato il sito ufficiale col nuovo format. Ci sono anche le prime parole di Agnelli, il vicepresidente: "In questo momento critico ci siamo riuniti per consentire la trasformazione della competizione europea, garantendo a tifosi e appassionati un programma di partite che sappia alimentare il loro desiderio di calcio". Andrea Agnelli si dimette da presidente Eca e dall'esecutivo Uefa. JP Morgan - la più importante banca d'affari al mondo - conferma che finanzierà il progetto.
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- "La guerra dei ricchi" è il titolo scelto da L'Équipe. La stampa apre così la mattina dopo l'annuncio: "Superlega? Super no" (Gazzetta). "Guerra per la Superlega" (Mundo Deportivo), "Atto criminale contro i tifosi" (Mirror). La Liga: "Competizione elitaria e secessionista". Macron "sostiene la posizione dei club francesi, che si sono rifiutati di partecipare al progetto". Boris Johnson: "Superlega molto dannosa per il calcio". L'Eca è "fortemente contraria al progetto".
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- Anche la Fifa prende parola: "Restiamo fermamente a favore di un calcio solidale e di un modello di ridistribuzione equa delle risorse che possa aiutare a sviluppare il calcio come sport. Qualsiasi competizione dovrebbe sempre riflettere i principi fondamentali di solidarietà, inclusività, integrità ed equa ridistribuzione finanziaria. La Fifa non può che esprimere la sua disapprovazione per una lega separatista europea chiusa".
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- Immediata la replica dopo i comunicati Uefa e Fifa. The Associated Press pubblica il testo di una lettera dei 12 club: "I vostri comunicati ufficiali ci obbligano ad adottare misure per proteggerci da una tale reazione avversa. La competizione deve essere giocata insieme alle attuali competizioni nazionali di campionato e coppa. Non cerchiamo di sostituire la Champions League o l'Europa League, ma di competere ed esistere accanto a quei tornei".
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- Nel gruppo dei 12 non ci sono tutte le big d'Europa. Le due grandi tedesche, ad esempio, sono assenti. L'ad del Borussia Hans-Joachim Watzke dice: "Noi e il Bayern stiamo con l’Uefa per la riforma della Champions". Più tardi nella giornata i bavaresi confermeranno con un proprio comunicato ufficiale: "Diciamo no alla Superlega".
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- Intanto, il comitato esecutivo Uefa valida la nuova formula della Champions League a 36 squadre a partire dal 2024-25. Una netta risposta alla Superlega.
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- Ceferin continua la sua battaglia: "I calciatori che parteciperanno alla Superlega non giocheranno né il Mondiale né in Europa. È uno sputo in faccia a chi ama il calcio. La Champions League può andare avanti anche senza i 12". E su Agnelli: "È la più grande delusione di tutte. Mai visto una persona mentire così". Gravina (che il giorno dopo sarà eletto nel Comitato esecutivo Uefa): "Il calcio è dei tifosi. Chi aderisce è fuori dalla Fifa".
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- "I sogni non possono essere comprati". Firmato dal portoghese, stella del Man United. Il primo dissidente di uno dei 12 club. Il primo calciatore a dire no alla Superlega (non di un club dei 12) era invece stato Ander Herrera del Psg: "I ricchi non devono rubare quello che il popolo ha creato".
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- Scendono in campo anche le istituzioni italiane. "Il governo sostiene con determinazione le posizioni delle autorità calcistiche italiane ed europee per preservare le competizioni nazionali, i valori meritocratici e la funzione sociale dello sport". Valentina Vezzali, Sottosegretario allo Sport: "Sono preoccupata. Lo sport rappresenta sogni, non gli interessi".
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- Altro tassello chiave. Dopo il comunicato in cui veniva annunciato il rischio di estromissione da campionati e coppe per i 12, l'Uefa decide che si riunirà in un comitato esecutivo straordinario per valutare l'eventuale estromissione club dalle coppe europee in corso. Real Madrid, Chelsea, Manchester City (Champions), Manchester United e Arsenal (Europa League) sono quelle ancora in corsa.
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- Non solo le istituzioni e i protagonisti del mondo del calcio. Anche i tifosi agiscono concretamente. In Inghilterra, quelli delle “big six” manifestano con striscioni e cartelli affissi fuori dagli stadi contro i loro stessi club e la Superlega.
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- "Superlega? Non ho cambiato idea - sono le parole dell'allenatore dei reds -, capisco che ai tifosi non piaccia. L’idea del West Ham in Champions League mi piace. Dovremmo ricordarci che il calcio è dei tifosi e della squadra. Dovremmo fare di tutto per non ostacolare questo“. Lo stesso allenatore di una delle 12 squadre non è contento dell'iniziativa.
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- Parla per la prima volta in un'intervista (a 'El Chiringuito TV') Perez, presidente della Superlega. Spiegandone i motivi nella nascita: "Vogliamo salvare il calcio, la Champions ha perso appeal. Il calcio deve evolversi e questo format ci darà la possibilità di ottenere molti più soldi".
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- Il martedì va in scena a Montreaux il Congresso che porterà alla scelta del nuovo Comitato esecutivo Uefa. C'è anche Infantino: "I club pagheranno le conseguenze. Non c'è nessun dubbio che la Fifa disapprovi questo progetto". Il presidente Cio Thomas Bach: "In pericolo il sistema sport europeo". Di nuovo Ceferin: "Il calcio ha bisogno di realtà come l'Atalanta, è dinamico e imprevedibile. E’ questo che lo rende così bello e così di successo".
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- Nonostante tutto, la Superlega va avanti. E parla attraverso le parole del segretario generale Anas Laghari a 'Le Parisien': "Possiamo partire con la Superlega anche tra cinque mesi. Siamo pronti a sederci a un tavolo e a parlare con la Uefa. Le loro minacce di esclusioni non sono comunque legali. Non sarà una lega chiusa, un quarto delle squadre sarà rinnovata ogni anno. Vogliamo creare il miglior calcio".
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- Altre parole, molto rumorose. Quelle del superallenatore del City, una delle squadre nel progetto: "Non è sport quando non c’è relazione tra sforzo e successo” - dice in conferenza stampa -. Non è sport se non importa che hai perso. Supporto il mio club ma mi piacerebbe che i presidenti spiegassero a tutti come hanno preso questa decisione".
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- Era una delle big non presenti tra le 12. E non aveva ancora parlato (a differenza di Bayern e Dortmund). Il proprietario Nasser Al-Khelaifi prende posizione nel corso del Congresso di Montreux: "Il Psg ha la ferma convinzione che il calcio è uno sport per tutti. È necessario ricordare che, oltre che un club di calcio, noi siamo una famiglia e una comunità dove il cuore è costituito dai nostri supporter".
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- Intanto tutti parlano della Superlega. Ranieri: "Ho subito pensato al mio Leicester". De Zerbi: "Non vorrei giocare col Milan". Gravina: "Chi ama i valori del calcio sta costruendo un muro straordinario". La Roma: "Fortemente contrari alla Superlega". Evelina Christillin dal congresso Uefa: "Chi è fuori dalla Uefa rimane fuori". Mentre Gazidis agli sponsor: "Superlega nuovo entusiasmante capitolo, siamo fiduciosi che questa nuova competizione catturerà l'immaginazione di miliardi di tifosi di tutto il mondo".
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- A breve scenderà in campo (dopo il Liverpool lunedì) il secondo club della Superlega. È il Chelsea, ma fuori dallo Stamford Bridge è protesta dei tifosi (contro il proprio club). Nello stesso momento in cui arriva la notizia del probabili ritiro dalla Superlega, i tifosi blues accolgono la news con un boato.
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- Continuano le notizie. Dopo il possibile addio di due club inglesi, l'emittente spagnola TV3 riferisce di una clausola: l'adesione del Barcellona al progetto della Superlega sarebbe condizionata all'approvazione dei soci. Qualche ora dopo Piqué - ben più di un semplice leader in campo dei catalani - twitta la sua presa di posizione: "Il calcio appartiene ai tifosi. Oggi più che mai".
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- Le prese di posizione continuano. Sempre più forti. Con un tweet, il capitano dei reds Jordan Henderson chiarisce: "Non ci piace la Superlega e non vogliamo che si faccia. Questa è la nostra posizione collettiva. Il nostro impegno nei confronti di questo club e dei suoi tifosi è assoluto e incondizionato. You'll Never Walk Alone".
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- Poco prima della mezzanotte, altri quatro club comunicano ufficialmente l'uscita dalla Superlega: Man United, Liverpool, Tottenham e Arsenal (che chiede scusa). Alle 2 di notte è il turno del Chelsea. Ceferin: "Ammettere di aver sbagliato è ammirabile". La mattina seguente anche il proprietario del Liverpool chiederà "scusa a tutti i tifosi per le ultime quarantotto ore".
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- Dopo l'uscita dal progetto dei club inglesi, in piena notte europea, la Superlega precisa la propria posizione con un comunicato: "Siamo convinti che la nostra proposta sia pienamente allineata alla legge e ai regolamenti europei. Date le circostanze attuali, riconsidereremo i passaggi più appropriati per rimodellare il progetto".
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- È la mattina dopo l'uscita delle inglesi. I club rimasti sono 6. Andrea Agnelli, a precisa domanda della Reuters se la Superlega possa andare avanti anche dopo il ritiro delle inglesi, risponde: "Voglio essere franco e onesto, dico di no, è evidente che non si può. Resto convinto della bontà del progetto, ma non si può fare un torneo a sei squadre".
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- Il domino è ormai in moto. Il primo comunicato italiano è dell'Inter ("L'inclusione nel nostro dna"). Seguono Atletico e Milan, alle 12.40 ("Sensibili ai tifosi"). La Juve nel suo comunicato delle 13.30: "Siamo al corrente della richiesta di alcuni club, sebbene le necessarie procedure previste dall’accordo non siano state completate. Il progetto, allo stato attuale, presenta ridotte possibilità di compimento".
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- Il progetto sembra naufragato, ma il filo della storia continua. Il presidente del Real Madrid parla a Cadena Ser: "Non ho mai visto tanta aggressività da parte di un presidente Uefa e della Liga in vita mia. Il progetto esiste ancora". Lo stesso giorno il presidente dell'Uefa: "Con certe persone non avrò più rapporti. Tutti i club mi hanno deluso, salvo solo il Barça. I tifosi sono stati decisivi, hanno fatto capire che la loro fede non si può comprare".
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- Rimane fortissima l’irritazione da parte dei vertici Uefa ma, prima di prendere qualsiasi decisione, si stanno aspettando ancora alcuni pareri legali. Tema rinviato, insomma, alle prossime settimane. E JP Morgan - la banca d'affari statuintense che avrebbe dovuto finanziare la Superlega con un investimento da 3,5 miliardi - ammette: "Giudicato male l'impatto sui tifosi"
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- L'Uefa rende noto di aver trovato un accordo con Arsenal, Milan, Chelsea, Atletico, Inter, Liverpool, Man City, Man United e Tottenham. Pagheranno un totale di 15 milioni di euro – per progetti benefici – e, a tutti, verrà trattenuto il 5% dei ricavi che avrebbero ricevuto dalle competizioni europee per una stagione. Hanno inoltre accettato un’eventuale sanzione da 100 milioni in caso di futura partecipazione ad una competizione non autorizzata. Gli altri 3 club deferiti a organi competenti.
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- Il presidente dell'Uefa dopo l'accordo: "Nove club hanno ammesso i loro errori". Infantino: "Appoggiamo la Uefa contro il progetto Superlega, ma ora ci sia dialogo". Juve, Real e Barça in un comunicato: "Pressioni inaccettabili". Importante la precisazione: "La Superlega avrà luogo quando riconosciuta da Uefa, Fifa o da entrambe, oppure nel rispetto delle leggi applicabili".
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- L'Uefa annuncia che è stato nominato l'ispettore per "condurre un'indagine disciplinare sulla potenziale violazione della struttura legale della Uefa da parte di Real Madrid, Barcellona e Juventus in relazione al progetto Superlega". I tre club replicano con un comunicato congiunto: "Juventus, Barcellona e Real Madrid non accetteranno nessun tipo di coercizione o di intollerabile pressione, e rimangono fermi nella propria volontà di discutere".
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- C-333/21. Il caso Superlega ha ufficialmente un numero di protocollo nella cancelleria della Corte di Giustizia dell'Unione Europea. Come chiesto dal Tribunale commerciale di Madrid, che aveva accolto le istanze dei club superstiti, i giudici con sede in Lussemburgo analizzeranno la vicenda e gli statuti di Uefa e Fifa per valutare se questi violino la libera concorrenza, abusando di una posizione dominante nella gestione economica e non solo del calcio europeo.
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- La decisione segue quella del Ministero della Giustizia svizzero, che nei giorni precedenti, aveva ordinato a Uefa e Fifa di non procedere in attesa di chiarire le competenze giuridiche sulla vicenda. In pratica, si tratta di capire se l'ordinanza del Tribunale di Madrid del 20 aprile che vietava ogni sanzione sia valida sul territorio svizzero. Intanti i 6 club inglesi pagano una multa 22 milioni di sterline alla Premier League per "scusarsi".
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- Quello disciplinare precedentemente aperto contro Juventus, Real e Barcellona: "Dichiarato nullo, come se non fosse mai stato aperto". La decisione fa seguito alla pronuncia del Tribunale numero 17 di Madrid della settimana precedente, che aveva dato 5 giorni alla Uefa per ritirare tutte le sanzioni nei confronti dei club fondatori. La risposta della Uefa nella richiesta di ricusazione del giudice del Tribunale di Madrid.
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- Il Parlamento Europeo vota a favore una relazione sulla politica dello sport nell'UE che promuove "principi di solidarietà, sostenibilità, inclusione, competizione aperta, merito sportivo ed equità. Un sistema che si oppone alle competizioni scissionistiche". Si tratta di un testo che non ha valore di legge ma chiarisce la sua contrarietà all'idea della Superlega.
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- Le lancette scorrono al 2022, quando il Tribunale di Madrid revoca il divieto di infliggere sanzioni ai club promotori della Superlega (Juventus, Real Madrid e Barcellona, le società che non si sono dissociate dal progetto). Una decisione accolta con favore dall'Uefa che in passato aveva chiesto multe milionarie e l'esclusione dalle coppe europee per i club coinvolti.
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- È una delle ultime tappe, che poi porterà alla storica decisione del dicembre 2023. In Lussemburgo la Corta di Giustizia Europea discute il caso “Superlega”. Come previsto nessuna sentenza: il primo parere dell’avvocato generale del tribunale UE è atteso per dicembre, mentre la sentenza definitiva arriverà soltanto nel 2023.
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- Juventus, Real Madrid e Barcellona, attraverso A22 Sports Management, la società che c’è dietro i club della Superlega, avviano una nuova fase più consultiva e politica, nominando amministratore delegato Bernd Reichart: “Il calcio può fare di meglio” il pensiero del CEO della società che ha fatto causa alla Uefa e la sta sostenendo alla Corte di Giustizia Europea. “Vogliamo aprire un dialogo per migliorare l’esperienza calcio”.
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- Lo annuncia il club bianconero con un comunicato sul proprio sito ufficiale, il club bianconero conferma la propria volontà: "Juventus conferma di aver iniziato la procedura di uscita dal suddetto Progetto, pur rammentandosi che, ai sensi delle disposizioni contrattuali applicabili, affinché il recesso produca i suoi effetti è richiesto il previo consenso di Real Madrid, FC Barcelona e degli altri club coinvolti nel Progetto Superlega".
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- È l'ultima e più recente tappa di una storia iniziata due anni e mezzo prima: "Le norme della Fifa e della Uefa sull'autorizzazione preventiva delle competizioni calcistiche fra club violano il diritto dell'Unione". La società che promuove la Superlega: "Ottenuto il diritto a competere".