Milan, già spesi 100 milioni. Bellinazzo: "Ecco perché possono"

Calciomercato

Francesco Giambertone

I quattro acquisti del Milan al 13 giugno. Dall'alto in senso orario: André Silva, Franck Kessié, Ricardo Rodriguez e Mateo Musacchio

Con l'acquisto di André Silva, dopo quelli di Musacchio, Rodriguez e Kessié, i rossoneri hanno già speso più di tutti in Europa. Marco Bellinazzo, esperto di economia del calcio, spiega la strategia della proprietà cinese: "Il prestito del fondo americano serve per andare in Champions subito". Ma occhio al Fair Play Finanziario: "Con il Voluntary Agreement il Milan rischia"

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È solo il 13 giugno, eppure il mercato del Milan è già decollato da un pezzo. Un acquisto alla settimana – l'ultimo arrivo, a sorpresa, è André Silva dal Porto – con un impegno di circa 100 milioni di euro complessivi. I cinesi vogliono tutto e subito: l'obiettivo Champions è da centrare già in questa stagione, quando basterà arrivare al 4° posto per assicurarsi i gironi della Coppa più importante, che porta in cassa decine di milioni. Fassone e Mirabelli hanno già portato a Milanello Musacchio, Kessié, Rodriguez e Silva, e mancano ancora due mesi. Come è stato possibile? Ce lo ha spiegato Marco Bellinazzo, giornalista economico del Sole 24 Ore, in libreria con “I veri padroni del calcio”.

Il fondo Elliott e i 100 milioni per il mercato

Bellinazzo, da dove arrivano i soldi del Milan per il mercato?

“La nuova proprietà ha ottenuto dei finanziamenti importanti da parte del fondo Elliott, circa 100 milioni per operare sul calciomercato. Il Milan ha la necessità di spenderli per una serie di motivi: il progetto della nuova proprietà è quello di portare subito il club in Champions League il prossimo anno. Questo sia per ottenere nuove risorse e attivare percorsi che sono alla base del business plan, sia per accreditarsi dal punto di vista politico presso il governo di Pechino che a un certo punto della trattativa aveva ritirato il suo appoggio a questa cordata”.

All-in rossonero: la Champions subito

Le cose potrebbero cambiare se il Milan dovesse centrare subito la Champions...

“In quel caso la proprietà dimostrerebbe al governo cinese di saper guidare la società in modo positivo. Questo metterebbe Li Yonghong nelle condizioni di poter trovare nuovi soci, con il benestare di Pechino, per poi restituire il prestito al fondo Elliott, presso il quale il club rimane comunque ipotecato”.

Quindi il mercato lampo del Milan, così massiccio, non ti stupisce?

“No, me l'aspettavo. Anche se forse non così rapido. Però fa parte della strategia della società. Certo, così si espone a grosse perdite anche nei prossimi anni. Ma un conto sarebbe averle con la Champions, avendo avviato un percorso di crescita; un altro sarebbe avere queste perdite senza risultati”.

Milan, non è finita qui. "Ora le cessioni"

Il prestito era stato di 100 milioni, ed è quello che fin qui ha speso il Milan: il mercato dei rossoneri quindi è concluso?

“No, perché per l'acquisto di Kessié il Milan dovrà pagare la maggior parte (circa 20 milioni) tra due anni. Quindi non hanno speso tutta la somma prestata da Elliott. E l'idea è di ricavare un ulteriore gruzzolo con le cessioni. Ma questo con più gradualità, secondo le occasioni del mercato. Se in uscita riuscissero a mettere insieme altri 20/30 milioni, ci sarebbe margine per altre operazioni. Me le aspetto”.

E se il Milan non dovesse centrare l'accesso alla Champions?

“Bisognerebbe capire gli accordi sulle tempistiche di rientro del prestito tra la proprietà e il fondo Elliott, che ha in pegno il Milan. La prima scadenza mai smentita, che non è l'unica, è a 18 mesi. Lì la società dovrebbe restituire almeno parzialmente i soldi che il fondo le ha prestato, salvo la possibilità di rinegoziare. Senza Champions il Milan non riuscirebbe a produrre gli utili necessari a onorare l'impegno con Elliott, che in teoria riscuoterebbe le garanzie e quindi diventerebbe di fatto proprietario del Milan, per poi rimetterlo sul mercato. Ma ripeto: è uno scenario che dipende molto dalla prossima stagione rossonera”.

Milan, occhio al Fair Play Finanziario

Mettiamo che tutto vada per il meglio: il Milan a fine anno si qualifica per la Champions. A quel punto però c'è il problema del Fair Play Finanziario...

“Il Milan indubbiamente è fuori dai parametri del Financial Fair Play. Basta guardare le uscite degli ultimi 3 anni: il limite di perdite è di 30 milioni, il Milan ne ha persi in media 70/80 a stagione. La società si troverà comunque sotto monitoraggio della Uefa essendo già rientrato in Europa quest'anno e l'anno prossimo sarà sotto sanzione, sforando i parametri. A meno che la Uefa non accordi il cosiddetto “Voluntary Agreement”.

Il Milan lo ha già proposto, ma la Uefa ha preferito non pronunciarsi.

“Perché c'erano troppe incognite legate alla fattibilità del piano. Il Voluntary Agreement è un istituto che non aveva ancora utilizzato nessuno. Serve per dare alle nuove proprietà la possibilità di programmare su 3/5 anni un certo tipo di sviluppo della società, anche se si è fuori dai parametri, prevedendo di avere grandi profitti. Così la Uefa concede di manovrare fuori dai parametri (ergo: spendere di più sul mercato, ndr) a patto che si rientri nel tempo indicato nell'accordo. Se non ci si riesce, la sanzione è ancora più grave rispetto a quella che la Uefa avrebbe applicato autonomamente”.

Quindi è un rischio che il Milan si assume.

“Esatto, per questo serve un piano che abbia una ragionevole certezza di essere applicabile. Per la Uefa è troppo presto per poter valutare l'accordo proposto dal Milan, ci sono ancora troppe incognite che al momento non può verificare. Così tutto diventa molto legato ai risultati sportivi nel breve termine: ecco perché questo attivismo sul mercato della dirigenza, che ha concesso anche commissioni importanti agli agenti dei calciatori pur di portarli a Milano in tempo record”.

Il mercato delle altre: Suning aspetta luglio

E le altre squadre come si muoveranno rispetto al Milan?

“L'Inter dopo l'1 luglio, quando entreranno nel nuovo esercizio, si muoverà. Mi aspetto un grande mercato da Suning, che non ha la stessa fretta finanziaria del Milan: deve chiudere un'operazione in uscita entro il 30 giugno, dopodiché uscirà dal monitoraggio della Uefa. Hanno forza economica e possono pianificare un progetto senza correre. Certo, prima arrivano i risultati, meglio è”.

Il Napoli farà un mercato simile all'anno scorso?

“Penso di sì. Quella del Napoli è una situazione particolare legata alla necessità di tenere sempre i conti in ordine per evitare esborsi a De Laurentiis: credo che la politica sarà quella di guadagnare spazio sul bilancio cedendo ultratrentenni, inserendo giovani di prospettiva, anche per non toccare l'equilibrio interno che si è creato. La Juve invece ha i soldi e può fare più o meno quello che vuole”.

E la Roma?

“Si trova più in difficoltà: ha una situazione complessa dal punta di vista dei conti, perché i ricavi non decollano; con il secondo posto e la certezza di partecipare alla Champions avranno un po' di margine di manovra, però sarà più facile che perdano giocatori importanti piuttosto che li acquistino in questa fase”.