Calciomercato Inter, Sabatini: "Serve orgoglio. Scudetto? Dico Napoli"

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Walter Sabatini, direttore dell'area tecnica Suning (lapresse)
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Il direttore dell'area tecnica Suning ha fatto il punto sul momento dei nerazzurri: "Chi gioca in nerazzurro deve sempre ricordare cosa è realmente l’Inter nel panorama internazionale". Sulla campagna acquisti: "È difficile, perchè tutti i prezzi sono drogati. Kroos? Ipotesi senza alcun fondamento"

Da direttore sportivo della Roma a coordinatore dell’area tecnica di Suning: Walter Sabatini è sempre in movimento. Al lavoro, oggi, per trovare rinforzi utili alla causa dell’Inter, che sta vivendo un’estate travagliata: “Luglio per me è sempre il mese più difficile, perchè ho ogni volta la sensazione che avrei potuto fare meglio”, ha raccontato in un’intervista al Corriere dello Sport. “È l’identico stato d’animo che si ha quando al liceo devi fare la traduzione di latino o il compito di matematica e mancano cinque minuti al suono della campanella". Su cosa serva all’Inter per tornare grande: ”Intanto, come giustamente ha sottolineato Spalletti, serve un pensiero e un orgoglio di appartenenza. Chi gioca in nerazzurro deve sempre ricordare cosa è realmente l’Inter nel panorama internazionale. La rosa è fatta di tutti buoni calciatori, ma forse la caratterizzazione è mancata e con essa l’integrazione tatticamente giusta. Prima di tutto dobbiamo lavorare su questo. Se ci riusciremo faremo bene, anche se sarà una campagna acquisti molto difficile, perché si sta vivendo dentro una bolla speculativa molto pericolosa. Oggi, per i calciatori in Italia, girano dei prezzi insostenibili. Quando scatta una clausola da 220 milioni, nonostante possa riguardare un top player, si produce un effetto che droga tutti i prezzi". Entrando nello specifico del tema mercato: “Kroos all’Inter? Una balla. È un’ipotesi che non ha nessun fondamento. È un auspicio dei giornali del Nord, ma non ha nessun fondamento".

"Top player in Italia? Impossibile. Su Bonucci..."

Idee chiare per Sabatini: “Se è possibile oggi vedere un top player di livello mondiale in Italia? No. Nessuna società italiana ha la forza di farlo. Noi dobbiamo lavorare su altro livello, su un secondo mercato e individuare il talento prima. Una volta affermato e conclamato, non viene più. È così". Sullo Scudetto: “Lo vincerà il Napoli”. Una battuta anche sulla vicenda Bonucci: "Francamente è sorprendente. L'ho sempre pensato come un giocatore istituzionale della Juve, ma è una vicenda comprensibile nel calcio di oggi che divora calciatori, dirigenti e allenatori. È un disastro che non riusciamo a percepire noi, ma neanche i calciatori che vincono e sono al sicuro, in una società come la Juventus. La decisione di Bonucci può essere solo figlia di un suo disagio, non può essere una scelta di altra natura".

Un dirigente "giramondo"

Il direttore tecnico dell’area Suning si poi soffermato sulla sua carriera da dirigente, facendo il punto sulle diverse esperienze: “Ho avuto il presidente padrone, il presidente divora allenatori, il presidente proprietario assoluto. Ho avuto Gaucci, Zamparini, lo stesso Lotito. Però devo dire che quando mi trovo in un rapporto diretto, anche se conflittuale, mi trovo comunque bene”, ha continuato. “Con gli altri i rapporti sono più complicati perché richiedono una comunicazione costante, fatta di tecnicismi, di piccoli racconti, di una sorta di resoconto quotidiano che non sono capace di fare neanche con me stesso. E’ molto più complicata la relazione con la proprietà straniera. Il problema è che noi abbiamo la presunzione di pensare che la nostra cultura occidentale, il nostro modo di vedere, inquadrare un problema, decidere sia quello più giusto, persino l’unico. E a volte uno prova un disagio enorme, non capisce i silenzi, le mancate risposte. Sto cercando di comprendere come i cinesi si mettono in rapporto con la vita e le cose per capire come poi affronteranno i problemi del calcio".