L'attaccante dei Galaxy risponde alle voci di un suo possibile ritorno al Milan e si lancia in un pronostico sul derby, che vede molto equilibrato. Infine vuole difendere un suo vecchio amico e mastro, Mourinho, in difficoltà con lo United: "E' un numero 1, come me. E in pochi possono esserlo"
Un presente ai Los Angeles Galaxy e un futuro chissà dove. Magari ancora in Italia, tornando a indossare quella maglia del Milan già vestita (con successo) in passato. Le voci ci sono state, alimentate dai pensieri che Leonardo ci ha confessato di aver fatto, ma al momento un trasferimento di Zlatan Ibrahimovic in Italia resta molto difficile, soprattutto per le condizioni economiche dell'operazione. Inoltre lo stesso svedese sembra concentrato su altro al momento: "Sono in una fase della mia carriera nella quale devo avere un buon equilibrio fra lavoro e riposo perché sono tornato da un infortunio, per via della mia età, e per come mi alleno. Non ho pensato a cosa farò a fine stagione perché mancano ancora due partite, speriamo di fare i play off. Inoltre, non so cosa rispondere se mi chiedete del futuro perché non ci ho mai messo la testa. Ovunque sia andato ho fatto il mio, ho lasciato il segno, ho scritto la storia e al momento sono ai Los Angeles Galaxy. Sono felice qua perché fanno tutto il possibile per me e la mia famiglia, quindi posso ripagarli solo giocando bene e facendo girare al meglio la squadra. Non c'è posto per altri pensieri.
"Derby? Spero vinca il migliore"
Per uno che ha giocato sia col Milan che con l'Inter non poteva mancare una domanda sul derby di Milano, che domenica 21 ottobre andrà in scena a San Siro. Ma Ibra, da bravo doppio ex, per una volta sembra non aver voglia di sbilanciarsi: "Si tratta di una partita spettacolare sia per i tifosi che per i calciatori che la giocheranno, spero sia una bella sfida e che tutti possano divertirsi. Un pronostico? Spero che a vincere sia la squadra migliore, quale sarà lo sapremo solo alla fine del match. Non posso che augurare un in bocca al lupo ad entrambe".
Capitolo Mourinho
L’attaccante svedese poi si è soffermato sul difficile momento di Mourinho, sotto attacco allo United ma comunque il migliore per l'attaccante svedese: "Insieme a José abbiamo fatto un lavoro fantastico all'Inter, poi ci siamo ritrovati al Manchester United ed è stato bellissimo anche lì. C'è tutta questa pressione sui numeri uno perché tutti vogliono esserlo, ma solo uno può diventarlo. Josè sta facendo un buon lavoro ma l'allenatore dipende dalla sua squadra: nessun manager può fare bene senza la squadra. Certo i risultati parlano da soli e se non sei fra i primi a volte va bene e a volte male, ma fa parte della stagione. La Premier non è facile, ma se c'è una persona che sa come vincerla è lui. Del resto, come ha detto anche lui stesso, ha vinto più titoli di Premier di tutti gli allenatori di Premier League messi insieme".