Lassana Diarra-Fifa, cosa succede ora al calciomercato dopo la sentenza
focusIntroduzione
Una sentenza storica, come molte che riguardano le battaglie legali fra la Fifa e l'avvocato Jean-Louis Dupont. Dalla legge Bosman in poi, passando per la Superlega e ora per le interruzioni di contratto per giusta causa. Dupont vince ancora. Ma che è successo? Proviamo a spiegarlo in parole semplici…
Quello che devi sapere
L’antefatto
La Corte di Giustizia dell’Unione Europea è stata chiamata a decidere sulla disputa di lunga data tra l'ex calciatore francese Lassana Diarra e la Fifa e la Lega calcio belga e ha dato una sua lettura su una vicenda che legalmente non è ancora finita. Tutto cominciò nel 2014, quando Diarra contestò le condizioni della sua partenza dalla Lokomotiv Mosca. A causa di una riduzione del suo ingaggio, Diarra avrebbe voluto rescindere il contratto con il club russo, che ottenne di farsi pagare un risarcimento di 10,5 milioni di euro. Il club belga dello Charleroi, interessato a Diarra, rinunciò al giocatore temendo di dover farsi carico di parte del risarcimento, secondo quanto prevedono le norme Fifa. La carriera di Diarra continua ma non come avrebbe voluto e così inizia la battaglia legale.
La causa di Lassana Diarra
Diarra si rivolge ai tribunali belgi i quali, dopo una lunga trafila, hanno chiesto il parere della Corte di Giustizia dell’Unione Europea sui cui ora baserà la sua decisione sul caso singolo la Corte d'appello di Mons. La Corte Ue ha stabilito che le norme sui trasferimenti "rischiano di ostacolare la libera circolazione dei calciatori che vorrebbero andare in un nuovo club di un altro Stato Ue". Inoltre, avrebbero "lo scopo di limitare, addirittura impedire, la concorrenza tra le società di calcio che operano nell'Unione".
Cosa ha deciso la Corte di di Giustizia dell'UE
La Corte di di Giustizia della Comunità Europea ha deciso che alla fine Lassana Diarra aveva ragione. Alcune norme della Fifa in merito alla vicenda sono contrario al diritto dell’Unione. E quindi la Fifa sarà costretta a modificare alcuni articoli. Ma di quali articoli stiamo parlando e che cosa si deve modificare? Le norme riguardano, nello specifico, il caso in cui un club ritenga che uno dei suoi giocatori abbia risolto il suo contratto di lavoro senza «giusta causa» prima del termine di scadenza naturale del contratto. In casi del genere, finora:
- Il calciatore e qualsiasi club che intenda ingaggiarlo sono responsabili in solido per il pagamento di un'indennità al club di provenienza.
- Il nuovo club è passibile di una sanzione sportiva consistente nel divieto di ingaggiare nuovi giocatori per un determinato periodo.
- La federazione nazionale da cui dipende il club di provenienza del giocatore deve negare il rilascio di un certificato internazionale di trasferimento alla federazione presso la quale è iscritto il nuovo club finché tra il club di provenienza e il giocatore è pendente una controversia in merito alla risoluzione del contratto.
Tutte queste indicazioni sono nel articolo 17.2 e 17.4 del RSTP, ovvero del regolamento dei trasferimenti stilato dalla Fifa e che dovrà essere modificato. La Fifa ha già fatto intendere che questo sarà fatto.
Le reazioni
L'avvocato belga Jean Louis Dupont - già protagonista della vicenda Bosman e ora legale di Lassana Diarra parla di "vittoria totale, come nel '95, che porrà fine all'attuale sistema di trasferimenti". Ci vorrà del tempo prima di capire quali saranno i reali effetti della decisione, accolta con favore dal sindacato mondiale dei calciatori Fifpro: "Cambierà l'orizzonte del calcio mondiale".
L'interpretazione della Fifa
Se la sentenza Bosman ha consentito ai calciatori dell'Ue di trasferirsi gratuitamente, alla fine del loro contratto, da un club all'altro - con l'abolizione da allora anche del tetto al numero di comunitari nelle rose -, questa sentenza apparentemente sembrava dare ai calciatori la libertà di cambiare club in qualsiasi momento, senza alcun risarcimento. Ma, a differenza di come poteva sembrare a una prima interpretazione della sentenza, secondo la Fifa non cambiano i principi fondamentali del sistema dei trasferimenti. La federazione internazionale si dice soddisfatta perché a suo giudizio "la sentenza riconferma la legalità dei principi chiave del sistema dei trasferimenti.
Il concetto di 'giusta causa'
Una prima interpretazione, molto più allargata, lasciava intendere che tramite il concetto di interruzione del contratto anche senza la 'giusta causa' non ci sarebbero dovuti essere più indennizzi. In realtà la giusta causa, a quanto poi approfondito, deve essere sempre dimostrata e nel caso in cui non dovesse essere dimostrata le indicazioni che arrivano dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea sono che le limitazioni previste dalla Fifa debbano, almeno all’interno dell’UE, essere ammorbite e riviste perché contro i prinicipi della libera circolazione dei lavoratori. Insomma il calciomercato, per come lo conosciamo, continuerà ad esserci. Almeno fino alla prossima causa di Dupont!