Anche in Turchia Osimhen ha fatto l'Osimhen. E il Napoli spera in un grande incasso

I tifosi di tutti i colori, non soltanto quegli ‘Azzurri’, avranno ancora ben impresse nella memoria i festeggiamenti per lo scudetto del Napoli di Antonio Conte. Il corteo dei giocatori su due pullman scoperti ad avanzare sul lungomare, scortati da una fiumana di tifosi con bandiere e fumogeni a perdita d’occhio. Barche, barchette e motoscafi a punteggiare il Golfo, seguendo la squadra nel loro lento e trionfante procedere lungo la costa, con il Vesuvio a fare da cornice allo splendido trionfo di Lukaku, McTominay e compagni. Un’impresa che arriva sulla scia di quella del 2023, quando l’allora squadra di Luciano Spalletti riportò in città il tricolore dopo un’astinenza durata 33 anni. Di quel Napoli, uno dei protagonisti, se non IL protagonista, fu Victor Osimhen, tanto adorato allora quanto dimenticato oggi tra i rioni del capoluogo, ‘cuore ingrato’ fuggito in Turchia alla scadenza dello scorso calciomercato, quando ormai il rapporto tra il calciatore e la società – e di conseguenza anche i tifosi – era irrimediabilmente compromesso. Osimhen nei prossimi giorni tornerà a Napoli. Solo di passaggio, solo metaforicamente. Perché non avrà nemmeno il tempo di disfare i bagagli prima di prendere la decisione su quale sarà il suo prossimo club, sospeso, pare, tra la prospettiva di qualche squadra da Champions League e i milioni del campionato arabo. La certezza è invece rappresentata dai milioni che il presidente Aurelio De Laurentiis potrà incassare dalla cessione del bomber nigeriano: almeno 70, forse anche 75, se dovesse essere rispettata al centesimo la clausola rescissoria. Perché forse solo i tifosi del Napoli sanno che Osimhen, che ha giocato la stagione 2024/2025 in prestito al Galatasaray, ha avuto un’annata eccezionale, la migliore della sua carriera da un punto di vista realizzativo, vincendo sia il campionato turco sia la Coppa di Turchia. Magari animato dalla voglia di riscatto verso il Napoli, o magari desideroso di mettersi in mostra per cercare una destinazione più prestigiosa: resta il fatto che anche Victor Osimhen, a modo suo, ha vinto il suo scudetto. Il campionato turco, si sa, ospita moltissimi ex calciatori della Serie A: Piatek, Dzeko, Immobile e Manaj, solo per stare ai vertici della classifica marcatori. Il Galatasaray, invece, può contare su Fernando Muslera , Lucas Torreira , Mario Lemina e soprattutto su Dries Mertens, ex leggenda del Napoli, con cui ha condiviso il campo per un paio di stagioni. Insomma, un ambientamento più facile del previsto. Ci sarebbe anche Mauro Icardi, ex capitano e bandiera dell’Inter, che avrebbe dovuto essere il partner di attacco di Osimhen ma la cui stagione è durata giusto un paio di mesi, prima di procurarsi la rottura del legamento crociato agli inizi di novembre. Nel reparto avanzato, durante il mercato di gennaio, la dirigenza ha scelto di puntare anche su Alvaro Morata, in uscita dal Milan dopo metà campionato, preso come ricambio proprio dello stesso Osimhen, che dopo l’infortunio di Icardi ha avuto sulle spalle tutto il peso dell’attacco del Galatasaray per l’intera stagione. La centralità di Osimhen del gioco dei turchi si è tradotta in numeri: 41 presenze stagionali tra campionato, Coppa di Turchia e Europa League, con 37 reti e 8 assist . Di questi, 26 e 5 sono arrivati in Super Lig, con la media eccezionale di un gol ogni 92', curiosamente lo stesso identico rendimento dell’anno dello scudetto del 2022/23. E allora viene da chiedersi: quanto questo Osimhen assomiglia a quello decisivo su cui aveva potuto contare Luciano Spalletti? La risposta è: molto, ma così tanto da essere quasi identico. In soccorso arrivano i dati di Soccerment, che ha parametrato le due stagioni del bomber nigeriano. Come si può vedere sia dal grafico sia dalla heatmap le differenze sono minime: c’è stato un leggero miglioramento nel numero di tiri , nel contributo in rifinitura e nel coinvolgimento nell’ultimo terzo di campo ; mentre un leggero calo lo ha avuto nel numero di gol, nel numero tocchi in area e negli xG medio per tiro. Insomma, se non è lo stesso calciatore poco ci manca: Osimhen non sarà la prima punta ideale per legare il gioco ma se c’è da segnare ha pochi eguali in Europa in termini di efficienza. E il presidente Aurelio De Laurentiis se lo gode. Perché dopo averlo mandato in Turchia in prestito secco per non lasciarlo una stagione fuori rosa si trova tra le mani un potenziale uomo mercato da 70 milioni di euro – anche 75 se il Napoli vorrà tenere il punto nella richiesta totale della clausola rescissoria – per migliorare l’organico di Antonio Conte. In inglese si definisce win-win situation, perché vincono entrambe le parti: il club, che senza fatica potrà incassare e reinvestire una cifra più alta di quanto preventivato, e il calciatore, che si è messo in mostra a sufficienza per meritarsi un nuovo contratto con un ricco adeguamento dell’ingaggio. Come le due metà di Istanbul, divise dal Bosforo, il Napoli e Osimhen si sono separati, ma alla fine è stato un affare per tutti.

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Anche in Turchia Osimhen ha fatto l'Osimhen. E il Napoli spera in un grande incasso

Simone Dagani