La Roma di Gasperini (e Ranieri) è pronta per la rivoluzione

È stato particolarmente intrigante l’incontro tra un allenatore esperto e strutturato come Gian Piero Gasperini e un club che prima dell’arrivo di Claudio Ranieri si è mosso con modalità molto contraddittorie. Fin dal loro arrivo i Friedkin hanno mostrato di andare avanti tra molti colpi di teatro e un percorso tecnico molto poco riconoscibile. Si presentano con Tiago Pinto, giovane manager portoghese, a cui viene affidato un progetto fondato su giovani e sostenibilità. Dopo qualche settimana, affidano la panchina a José Mourinho, grande specialista dell’immediato. Giocatori maturi e pronti per provare a vincere. Concetti in totale contrapposizione con l’idea iniziale. Poi, ancora caos, con il troppo potere dato alla CEO greca Lina Souloukou culminato nella gestione schizofrenica del caso De Rossi. La rivoluzione Il fatto nuovo rispetto alle precedenti situazione è praticamente rivoluzionario. Due eccellenti e maturi uomini di calcio a indicare nuove traiettorie. Ranieri e Gasperini. Curriculum formidabili. Capacità di scegliere e gestire calciatori. Potrebbe essere arrivato il momento in cui la proprietà texana ha riflettuto sugli errori del passato anche recente per voltare completamente pagina. Il potere dato a Ranieri è il primo segnale della svolta. E lui questo l'ha capito bene o non avrebbe declinato la proposta della Nazionale. Ha sempre avuto Gasperini in testa come prima scelta, obiettivo centrato. L’aspetto intrigante dell’arrivo dell’ex Atalanta è legato al formidabile vissuto dei nove anni di Bergamo. Per la prima volta con la proprietà USA si respira la volontà di costruire qualcosa di diverso. Con criterio e competenza. Gasperini intanto può raccogliere l’eredità di un formidabile 2025 lasciatogli da Claudio Ranieri. Una tendenza buona a rappresentare il buon valore della squadra. Imperfetta, ma con valori ben riconoscibili. Da cosa ricomincerà il nuovo allenatore? Svilar sarebbe già un buon inizio. Nel recente incontro tra club e procuratore del portiere le posizioni si erano di molto ammorbidite. Ranieri aveva fatto intendere che si sarebbe fatto il massimo sforzo per arrivare a un’offerta che potesse accontentare il miglior portiere dell’appena conclusa Serie A. E così è stato, visto che le parti sono molto vicine alle firme, tanto quanto sono lontane all'ipotesi di cessione al Milan . Riferimenti in difesa saranno certamente Mancini e Ndicka. Hanno coraggio nei duelli individuali e forza fisica adatta alle marcature individuali. Caratteristiche spendibili sono anche quelle di Cristante e Koné, coppia somigliante al tandem De Roon-Ederson, riferimento inattaccabile in mediana del recente ciclo atalantino. Curiosità esistono nell’utilizzo di Leandro Paredes, modo di intendere il ruolo abbastanza differente da quello proposto negli ultimi anni dall’idea di calcio di Gasperini. Ma il nuovo allenatore della Roma sa benissimo che all’inizio non sarà possibile rivoluzionare il gruppo. La sua forza dovrà essere quella di trovare la sintesi tra la sua filosofia e il materiale a disposizione. Difesa e centrocampo possono essere considerati, dunque, reparti da completare ma senza emergenze. Più grave è la situazione sugli esterni. Gasperini li cambia spesso nel corso della partita perché svolgono compiti dispendiosi. Nella Roma soltanto Angelino ha dimostrato di poter stare in una squadra d’alta classifica: e infatti la proposta dell'Al-Hilal è sul tavolo e potrebbe presto andare a buon fine. Angelino o non Angelino, la priorità del mercato è legata a quel ruolo. Soprattutto sulla fascia destra. Sui centravanti va fatto un discorso a parte. A inizio ritiro ce ne saranno tre a disposizione: Dovbyk, Abraham, Shomurodov. Gasperini vorrà conoscerli, lavorarci sul campo prima di fare una valutazione definitiva ma è chiaro che di un profilo di livello più alto c’è bisogno eccome. C’è da capire anche quelle che saranno le opportunità del mercato. Qualora fosse possibile monetizzare dalla vendita dei tre centravanti, la Roma certamente non si tirerebbe indietro nel lasciarli andare. Abbondanza ce n’è anche sulla trequarti. Dybala, Pellegrini, Soulé, Baldanzi. Riuscirà Gasperini a tirare fuori qualcosa di avvicinabile al livello del formidabile duo Gomez-Ilicic? Il precedente fa ben sperare e soprattutto spazza via il luogo comune della forza fisica come fattore imprescindibile nelle scelte dell’allenatore piemontese. Non ne esiste uno di allenatore al mondo capace di rinunciare alla qualità a prescindere. Certo a parte Soulè, reduce da un ottimo girone di ritorno, gli altri tre, tra assenze, infortuni e poca sostanza nei colpi offensivi, dovranno avere rendimento e attitudini di un livello ben differente rispetto a quello dell’ultima stagione.

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Paolo Assogna