Perché il Milan ha scelto Pervis Estupiñán per sostituire Theo Hernandez

La scelta è stata fatta. Theo Hernandez, ormai, è il passato, ceduto agli arabi dell’Al-Hilal per 25 milioni di euro. Per il Milan, per sei stagioni, il francese è stato tutto, o quasi: giocatore controverso, macchina da bonus fantacalcistici, protagonista dello scudetto del 2022, partner ideale di Rafa Leao sull’out mancino e anche capitano. Negli ultimi tempi però qualcosa si era sfilacciato tra Theo e l’ambiente rossonero, a cominciare dal famoso cooling braek di Roma per arrivare alla macchia dell’espulsione costata l’eliminazione ai rossoneri nella sfida di ritorno contro il Feyenoord a febbraio in Champions League. In quel momento il pubblico di San Siro ha capito che con il giocatore le strade si sarebbero separate presto, in attesa di un erede in arrivo con il mercato estivo. Dopo settimane di trattative, la dirigenza ha fatto la sua scelta: Pervis Estupiñán sarà il nuovo terzino sinistro del Milan. Ecuodoriano, 27 anni, in arrivo dopo tre stagioni al Brighton, Estupiñán è figlio d’arte. Anzi, nipote d’arte: lo zio, Jorge Guagua, ha giocato con la maglia dell’Ecuador due edizioni dei Mondiali, nel 2002 e nel 2006, difensore, proprio come lui. Da bambino, per pagarsi gli scarpini da calcio, vendeva empanadas per le strade di Quito e lavorava come raccattapalle in un circolo di tennis della città, perché a suo padre interessava che il ragazzo avesse la testa sulle spalle, tanto che poteva giocare solo se i voti a scuola erano buoni. Ha un passato anche con la maglia dell’Udinese, primo club a portarlo in Europa, molto breve in realtà, durato solo qualche giorno, il tempo di essere girato ancora prima di esordire al Granada, un’altra delle squadre satelliti del presidente friulano Pozzo. Dopo diverse stagioni spese tra Almeria, Mallorca e Osasuna, la consacrazione arriva con la maglia del Villareal, con cui diventa – da titolare – campione dell’Europa League nel 2021, prima di cedere al fascino della Premier League, diventando un giocatore del Brighton nel 2022. De Zerbi si è innamorato di lui nei due anni in Sussex, tanto che credere che potesse anche fare l’attaccante e che avesse il potenziale per diventare "uno dei terzini più forti al mondo". Questa, brevemente, la sua storia. Poi sarà il campo a parlare. Ma che tipo di giocatore è quindi Pervis Estupiñán? È un mancino naturale di 175 centimetri, meno forte fisicamente e meno portato agli strappi palla al piede rispetto a Theo Hernandez, rispetto al quale è migliore negli interventi difensivi e nella riaggressione in fase di non possesso. Secondo l’analisi fatta da Soccerment – stando almeno ai dati della stagione 2024/25 – i due hanno una similarità di più del 96% nello stile di gioco, mentre il dato è addirittura maggiore per quanto riguarda la similarità di rendimento nelle rispettive squadre. Secondo l’algoritmo insomma, Estupiñán è l’erede perfetto per occupare la corsia mancina del Milan al posto di Hernandez. Il Milan sta per finalizzare il suo acquisto per riempire la casella di terzino sinistro ma Estupiñán può giocare senza problemi anche da esterno di centrocampo, nel caso Massimiliano Allegri a stagione in corso decidesse di passare alla difesa a 3. Questo perché grazie alla facilità di corsa – il suo soprannome in patria è ‘la bala’, il proiettile – riesce a essere molto presente in entrambe le fasi di gioco, come si può notare dalla heatmap di Soccerment, per quanto debba ancora migliorare in quella difensiva, dove viene penalizzato da un fisico poco imponente. Possiede ottime qualità nel palleggio, ideali per gestire il possesso in fase di costruzione, che ha migliorato nel corso delle stagioni al Brighton, arrivando a diventare uno dei terzini con le migliori percentuali di precisione nei passaggi di tutta la Premier League. Estupiñán è una scelta sicura per il Milan: nel gioco di Allegri avrà il compito di supportare Leao in fase di spinta, lasciando i compiti difensivi maggiormente alla corsia di destra. Non bisogna aspettarsi un terzino alla Hernandez, né per stile né per contributo realizzativo: in 104 presenze con il Brighton ha infatti segnato solo 5 reti , mentre ha contribuito con 14 assist in tre stagioni, confermandosi come un terzino di costruzione più che come uomo extra in zona gol. Arriva al Milan soprattutto per portare qualità alla manovra, andando a coprire una zona di campo lasciata scoperta dopo le partenze di Hernandez e anche di Reijnders, che agiva spesso sul centrosinistra. A 27 anni, nel pieno della maturità calcistica, è pronto per la prima grande occasione in carriera con un top club, intenzionato a non far rimpiangere chi su quella fascia ha scritto la storia del Milan: un nuovo ‘proiettile’ è pronto a far emozionare San Siro.

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Simone Dagani