Nkunku al Milan: perché è stato scelto come cambia l'attacco rossonero con l'ex Chelsea

La strana estate degli attaccanti del Milan comincia, o forse si conclude, con un segno del destino. Perché Nkunku il Duomo l’aveva già intravisto in qualche modo. Solo con i colori dell’Inter, quando a luglio, con la squadra di Chivu alla ricerca di un attaccante che potesse fare anche l’esterno, aveva pensato al carissimo esubero del Chelsea di Maresca. Esubero, perché nella rosa extralarge dei Blues più non c’era posto per un giocatore che in quattro anni di Lipsia ha fatto benissimo ma che in due anni di Inghilterra non è riuscito a confermarsi . Con l’Inter non è andata: costi giudicati eccessivi. Ma il Milan? I rossoneri nelle ultime convulse settimane hanno cercato un attaccante a tutti i costi. E soprattutto di ogni tipologia: si è passati da Vlahovic a Hojlund, quindi Boniface e Harder. Si è approdati al francese. Questa volta senza alcuna sorpresa, o passo indietro: Nkunku arriva a titolo definitivo per 37 milioni più 5 di bonus e il 10% sulla futura rivendita. Ha firmato un contratto di cinque anni. Ma perché alla fine si è scelto lui? La risposta può non essere delle più semplici. Perché davvero negli ingorghi del mercato si vanno a creare situazioni e occasioni uniche, che portano anche a cambiare in corsa i piani drasticamente. Allegri cercava una punta come Vlahovic : di peso, abbastanza stazionaria. Poi si è passati a Hojlund, tutta un’altra filosofia. Quindi Boniface, giocatore ambivalente. E poi Harder, che in qualche modo a Nkunku assomiglia un pochino di più, nonostante le caratteristiche più da punta : il danese dello Sporting, sottolinea Soccerment, nelle scorse stagioni ha giocato sia da attaccante centrale, sia da trequartista di sinistra, sia da esterno su entrambe le fasce. Si sposta tanto, insomma. E la cosa per cui si è distinto molto in carriera sono i tocchi a ridosso dall’area: passaggi al limite dell’area, assist per i compagni. Ecco, tutto questo è anche Nkunku. Solo in maniera molto più accentuata. Aiutiamoci meglio proprio con Soccerment. A livello di similarità legata allo stile di gioco, il francese non assomiglia a nessuno degli attaccanti che il Milan ha in rosa. Per quanto riguarda le somiglianze di performance, però, può ricordare sia Jovic, sia Pulisic. Il che implica movimento, dinamismo, visione d’insieme, tentativo di giocata individuale. E lo conferma il rendimento dell’attaccante nelle due stagioni al Chelsea : rispetto ai più classici attaccanti della Premier, il profilo di Nkunku sembra essere più da attaccante di movimento che da prima punta. Le metriche per cui si distingue maggiormente sono la percentuale di tocchi nel terzo offensivo, le azioni progressive e la capacità di creare expected Assist. Non è un giocatore che tira molto, ma lo fa con efficacia . Anche guardando le posizioni che ha occupato in carriera e la heatmap si vede che non è una prima punta classica: ha giocato molto spesso da esterno o trequartista e fa la maggior parte dei suoi tocchi sulla fascia sinistra o nel mezzo spazio, ma sicuramente non in area. Come Harder, appunto. Anzi, molto di più. Alla fine, il cambio di strategia è avvenuto: dalla prima punta, si è passati progressivamente a cercare un giocatore più di movimento, che potesse dare meno riferimenti in area. Ad Allegri questo basterà? Sarà interessante capire la collocazione tattica del francese in tutti i moduli su cui lavorano i rossoneri . Ma l’allenatore, si sa, ha spesso dimostrato grande capacità di adattamento alle situazioni. L’ha raccontato su Sky Sport Insider anche Riccardo Montolivo. E Nkunku, lo dicono tutti, se avesse avuto meno infortuni , avrebbe avuto una carriera ancora più brillante. Perché nel rilancio del Milan, può rilanciare sé stesso. Solo, è da capire come.

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Valentino Della Casa