Introduzione
Dopo la sentenza della Corte di Giustizia UE sul "caso Diarra", la Fifa ha aperto al dialogo sull'articolo 17 del Regolamento sullo Status e sui Trasferimenti dei Calciatori (RSTP). E, volendo accogliere proposte costruttive, ha aperto una piattaforma dove le parti coinvolte potranno mandare il proprio feedback. "L'obiettivo strategico della Fifa stessa è di migliorare ulteriormente il sistema dei trasferimenti, sul quale sono stati compiuti progressi significativi dal 2016" - si legge nel comunicato. Ripercorriamo tutta la vicenda, partendo dall'antefatto del 2014 fino alla sentenza dello scorso 4 ottobre. E ancora: cosa ha deciso la Corte UE, il concetto di "giusta causa" e tutte le reazioni. Il responsabile legale e della conformità della Fifa Silvero: "Siamo ansiosi di sviluppare ulteriormente il nostro quadro normativo, tenendo conto delle opinioni e dei suggerimenti di tutte le parti interessate"
Quello che devi sapere
2014: l’antefatto
La Corte di Giustizia dell’Unione Europea è stata chiamata a decidere sulla disputa di lunga data tra l'ex calciatore francese Lassana Diarra e la Fifa e la Lega calcio belga e ha dato una sua lettura su una vicenda che legalmente non è ancora finita. Tutto cominciò nel 2014, quando Diarra contestò le condizioni della sua partenza dalla Lokomotiv Mosca. A causa di una riduzione del suo ingaggio, Diarra avrebbe voluto rescindere il contratto con il club russo, che ottenne di farsi pagare un risarcimento di 10,5 milioni di euro. Il club belga dello Charleroi, interessato a Diarra, rinunciò al giocatore temendo di dover farsi carico di parte del risarcimento, secondo quanto prevedono le norme Fifa. La carriera di Diarra continua ma non come avrebbe voluto e così inizia la battaglia legale.
La causa di Lassana Diarra
Diarra si rivolge ai tribunali belgi i quali, dopo una lunga trafila, hanno chiesto il parere della Corte di Giustizia dell’Unione Europea sui cui ora baserà la sua decisione sul caso singolo la Corte d'appello di Mons. La Corte Ue ha stabilito che le norme sui trasferimenti "rischiano di ostacolare la libera circolazione dei calciatori che vorrebbero andare in un nuovo club di un altro Stato Ue". Inoltre, avrebbero "lo scopo di limitare, addirittura impedire, la concorrenza tra le società di calcio che operano nell'Unione".
4 ottobre 2024: cosa ha deciso la Corte di di Giustizia dell'UE
La Corte di di Giustizia della Comunità Europea ha deciso che, alla fine, Lassana Diarra aveva ragione. Alcune norme della Fifa in merito alla vicenda sono contrario al diritto dell’Unione. E quindi la Fifa sarà costretta a modificare alcuni articoli. Ma di quali articoli stiamo parlando e che cosa si deve modificare? Le norme riguardano, nello specifico, il caso in cui un club ritenga che uno dei suoi giocatori abbia risolto il suo contratto di lavoro senza «giusta causa» prima del termine di scadenza naturale del contratto. In casi del genere, finora:
- Il calciatore e qualsiasi club che intenda ingaggiarlo sono responsabili in solido per il pagamento di un'indennità al club di provenienza.
- Il nuovo club è passibile di una sanzione sportiva consistente nel divieto di ingaggiare nuovi giocatori per un determinato periodo.
- La federazione nazionale da cui dipende il club di provenienza del giocatore deve negare il rilascio di un certificato internazionale di trasferimento alla federazione presso la quale è iscritto il nuovo club finché tra il club di provenienza e il giocatore è pendente una controversia in merito alla risoluzione del contratto.
Tutte queste indicazioni sono nel articolo 17.2 e 17.4 del RSTP, ovvero del regolamento dei trasferimenti stilato dalla Fifa e che dovrà essere modificato. La Fifa aveva già fatto intendere che questo sarà fatto.
4 ottobre 2024: le reazioni
L'avvocato belga Jean Louis Dupont - già protagonista della vicenda Bosman e ora legale di Lassana Diarra - parla di "vittoria totale, come nel '95, che porrà fine all'attuale sistema di trasferimenti". Ci vorrà del tempo prima di capire quali saranno i reali effetti della decisione, accolta con favore dal sindacato mondiale dei calciatori Fifpro: "Cambierà l'orizzonte del calcio mondiale".
4 ottobre 2024: l'interpretazione della Fifa
Se la sentenza Bosman ha consentito ai calciatori dell'Ue di trasferirsi gratuitamente, alla fine del loro contratto, da un club all'altro - con l'abolizione da allora anche del tetto al numero di comunitari nelle rose -, questa sentenza apparentemente sembrava dare ai calciatori la libertà di cambiare club in qualsiasi momento, senza alcun risarcimento. Ma, a differenza di come poteva sembrare a una prima interpretazione della sentenza, secondo la Fifa non cambiano i principi fondamentali del sistema dei trasferimenti. La federazione internazionale si è detta soddisfatta perché a suo giudizio "la sentenza riconferma la legalità dei principi chiave del sistema dei trasferimenti".
Il concetto di 'giusta causa'
Una prima interpretazione, molto più allargata, lasciava intendere che tramite il concetto di interruzione del contratto anche senza la 'giusta causa' non ci sarebbero dovuti essere più indennizzi. In realtà la giusta causa, a quanto poi approfondito, deve essere sempre dimostrata e nel caso in cui non dovesse essere dimostrata le indicazioni che arrivano dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea sono che le limitazioni previste dalla Fifa debbano, almeno all’interno dell’UE, essere ammorbite e riviste perché contro i prinicipi della libera circolazione dei lavoratori. Insomma il calciomercato, per come lo conosciamo, continuerà ad esserci.
14 ottobre 2024: la Fifa apre al dialogo sull'articolo 17
Un nuovo capitolo della vicenda arriva con il comunicato della Fifa che conferma di voler aprire "un dialogo globale sull'articolo 17 del Regolamento sullo Status e sui Trasferimenti dei Calciatori (RSTP) in seguito alla sentenza Diarra". Il dialogo - si legge - "coinvolgerà i principali stakeholder dell'ecosistema calcistico (…) ed è in linea con l'obiettivo strategico della Fifa stessa di migliorare ulteriormente il sistema dei trasferimenti, sul quale sono stati compiuti progressi significativi dal 2016". Il responsabile legale e della conformità della Fifa Emilio García Silvero ha detto: "Siamo ansiosi di sviluppare ulteriormente il nostro quadro normativo, tenendo ovviamente conto delle opinioni e dei suggerimenti di tutte le parti interessate. La Fifa vede la decisione di Diarra come un'opportunità per continuare a modernizzare il proprio quadro normativo, che è stato uno degli obiettivi dichiarati dal presidente Infantino fin dal 2016".
18 ottobre 2024: le prime iniziative
Dopo l’apertura al dialogo del 14 ottobre, la Fifa è tornata sull’argomento il 18 ottobre, chiarendo quali saranno le prime iniziative e le prime proposte: “Come misura iniziale -si legge in una nota- la Fifa ha quindi già invitato le principali parti interessate, tra cui i rappresentanti di ECA, FIFPRO e World Leagues Association, ad analizzare le conclusioni da trarre dalla decisione della Corte di Giustizia dell'Unione Europea sul caso Diarra. Inoltre, la Fifa ha creato una piattaforma che consentirà a tutte le parti interessate (gruppi o individui) di inviare un feedback entro il 15 novembre 2024 come parte del processo di consultazione. La Fifa accoglie con favore proposte costruttive in relazione al suo quadro normativo sull'articolo 17 del RSTP e ritiene che la sentenza sul caso Diarra rappresenti un'ottima opportunità per discutere e identificare collettivamente possibili miglioramenti all'attuale quadro normativo”. "Siamo ansiosi di impegnarci con la comunità calcistica in generale per raccogliere le loro opinioni costruttive sull'articolo 17 del RSTP in uno spirito di collaborazione", ha dichiarato Emilio García Silvero, responsabile legale e della conformità della Fifa
- 2014: l’antefatto
- La causa di Lassana Diarra
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