
Mourinho, i giocatori convinti dallo Special One: i migliori colpi di mercato
Il “fattore Mourinho” si rivela determinante anche nel caso di Dybala: c'è lo zampino dello “Special One” nella scelta della Joya di andare alla Roma, così come è stato decisivo in passato con Eto'o, Sneijder, Fabregas e tanti altri campioni. Unico nel trovare le parole giuste per stregare i giocatori, per poco non fece colpo anche su Messi con una strategia "insolita"

Dybala è solo l’ultimo caso di campione "stregato" da Mourinho. C'è poco da fare: nessuno come lo Special One sa essere decisivo nell’orientare la volontà dei giocatori, muovendo le leve giuste per ammaliarli. Per settimane tentato da club diversi, alla fine l’argentino ha scelto la Roma anche grazie a Mourinho, “sceso in campo” in prima persona, per convincerlo ad accettare i giallorossi.
Ma prima di lui, quanti altri ne aveva stregati...

TAMMY ABRAHAM (Roma, 2021)
- La costruzione di questa Roma è iniziata nella passata stagione con la scelta del centravanti, giovane ma proveniente da un top club, e soprattutto desideroso di mettersi in mostra. La leva su cui agì Mourinho per convincere Abraham, sul quale era forte l’interesse dell’Atalanta nell’estate 2021.
"Mourinho è stato un fattore decisivo. Da giovane inglese volevo restare in Inghilterra perché avevo qualcosa da dimostrare, ma mi sono detto che non potevo rifiutare l'opportunità di giocare sotto Mourinho, il miglior allenatore del mondo"

ZEKI CELIK (Roma, 2022)
- Fiorentina in vantaggio sull’esterno turco, finché Mourinho non decide di alzare il telefono di persona, facendo sentire “desiderato” il giocatore. Lo ha sedotto così, con una telefonata il cui contenuto si può sintetizzare con un “Ti voglio alla Roma”, come raccontato dal nostro Gianluca Di Marzio

NEMANJA MATIC (Roma, 2022)
- Con Mourinho al Chelsea e allo United, è uno dei suoi “fedelissimi” e lo ha seguito anche alla Roma. Avrebbe potuto continuare in Premier, con il Fulham che gli garantiva un contratto più ricco e lungo, poi il corteggiamento della Fiorentina, finché non l’ha chiamato José: “E' un vincente ed è esattamente ciò che voglio dal mio allenatore. Abbiamo un'ottima connessione”. Un legame così forte che pare esista già un patto per il futuro e quando Matic deciderà di smettere, se lo vorrà avrà un posto nello staff di Mou

SAMUEL ETO’O (Inter, 2009)
- Il retroscena svelato anni dopo dall’attaccante. È l’estate in cui Ibrahimovic si impunta: vuole lasciare l’Inter per andare al Barcellona e vincere la Champions. I nerazzurri chiedono in cambio Eto’o, ma c’è da convincere il giocatore. Ci pensa Mou. “Come mi convinse? Molto semplice, mi mandò una foto della maglia dell’Inter con il numero 9, scrivendo: ‘È tua, aspetta solo te’”

WESLEY SNEIJDER (Inter, 2009)
- "Tattica" simile usata con l'olandese, all'epoca in "esubero" al Real Madrid, altro elemento fondamentale nella costruzione di quella Inter del Triplete. "Mourinho mi ha chiamato tante volte prima di firmare per l'Inter. Mi ha detto che gli serviva un numero 10, mi ha fatto sentire subito importante. Una volta mi ha detto: 'Wesley hai l'aria stanca, prenditi qualche giorno di riposo, vai al sole con tua moglie e tua figlia'. Sono partito per Ibiza tre giorni. Quando sono tornato, ero disposto a uccidere e morire per lui".

GORAN PANDEV (Inter, 2010)
- Intenzionato a non rinnovare con la Lazio, nel 2009 finisce fuori rosa e dopo aver fatto ricorso riesce a svincolarsi. A gennaio 2010 firmerà con l’Inter: “Mourinho è l’uomo che mi ha cambiato le prospettive. Mi telefonò subito dopo la mia separazione dalla Lazio, dopo cinque-sei mesi che non giocavo. Mi chiese di andare all’Inter, la squadra che mi aveva portato in Italia. Mi sembrava un sogno”

FABIO COENTRAO (Real Madrid, 2011)
- Ascendente inevitabile sui suoi connazionali. Il terzino portoghese nell'estate 2011 è inseguito dal Real, la trattativa con il Benfica è lunga finché lo stesso giocatore non esce allo scoperto dichiarando quale sia la sua volontà: "So che i due club stanno trattando e giocare nel Real sarebbe un sogno che si avvera. Oltretutto, per Josè Mourinho giocherei in qualsiasi ruolo"

MICHEAL ESSIEN (Real Madrid, 2012)
- Mou lo aveva già allenato al Chelsea e lo convinse a seguirlo al Real. “Ero in albergo, squilla il telefono ma non rispondo. Richiamano e questa volta rispondo: era Mourinho, lo capii dal 'ciao'. Mi chiedeva di seguirlo al Real. La sera, mentre andavo a giocare la Supercoppa europea contro l’Atletico, trovai l’intesa con il mio agente; dopo la partita sono partito per Madrid con un paio di scarpe, i parastinchi, jeans, maglietta e la tuta del Chelsea. E all’aeroporto ho trovato proprio Mourinho ad aspettarmi”.

CESC FABREGAS (Chelsea, 2014)
- C’è Mou dietro al “tradimento” che lo portò (da ex bandiera dell’Arsenal) a tornare in Premier, ma nel Chelsea. “È stato lui a spingere per farmi lasciare il Barcellona. La prima volta che ci siamo incontrati mi ha detto che gli servivano due giocatori. Diego Costa che stava praticamente già firmando e me. Ha disegnato la squadra sul foglio e ha detto ‘così vinceremo il titolo’”.

HARRY KANE (Tottenham, 2020)
- Ci sono casi, poi, in cui Mourinho è stato fondamentale per trattenere dei campioni, anziché portarli nel suo club. Nell'estate 2020, dopo la prima stagione di Mou sulla panchina degli Spurs, Harry Kane è tentato da nuove esperienze. Lo Special One parla così, per farlo sentire importante: "Mercato? Il club non deve fare nulla. Il club deve solo dire: 'Harry Kane è nostro, Harry Kane ha un contratto a lungo termine, Harry Kane non è in vendita, Harry Kane è il Tottenham, Harry Kane resta'. Non dobbiamo fare nulla".

LAMPARD e TERRY (Chelsea, 2013)
- Prima ancora, nel maggio 2013, la notizia del suo ritorno al Chelsea era stata determinante per far cambiare idea alle due bandiere del club, quando i due erano seriamente intenzionati a lasciare i Blues. Mou fece una chiacchierata con i suoi "vecchi ragazzi" e tutto si sistemò

LEO MESSI!
E poi c’è il racconto di quella chiamata con Messi, nel 2014. All’epoca Mourinho allenava il Chelsea, gli dissero che Leo avrebbe voluto lasciare il Barcellona e allora fu organizzata una telefonata in Facetime...

A sorpresa, Mourinho esordì consigliando a Messi di restare dov’era. Per poi chiudere con un colpo da maestro: «Se poi un giorno ti svegli per andare al campo ad allenarti, vai a fare colazione e il caffè non ha più lo stesso sapore, il colore del cielo diventa grigio, fai la strada per tornare a casa e provi tristezza, ti manca la gioia, la famiglia non è contenta, beh in quel momento scuro e nero della tua vita… allora sì che dovrai aprire di nuovo la porta della felicità. E dietro quella porta, chi troverai? Troverai me, José Mourinho, ad aspettarti!».