Giro, Evans: che tappa ridicola... E oggi 224 km in linea
Ciclismo"Mai visto nella mia carriera una corsa così nervosa e pericolosa". E' durissimo il commento di Cadel Evans sulla frazione di ieri, la seconda del 93° Giro d'Italia. Colpa delle troppe cadute che hanno reso un incubo gli ultimi 40 km. LE FOTO
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"E' stata una tappa ridicola. Mai visto nella mia carriera una corsa così nervosa e pericolosa". E' durissimo il commento di Cadel Evans sulla frazione di ieri, la seconda del 93° Giro d'Italia. Colpa delle tante, troppe cadute che hanno reso gli ultimi 40 chilometri del percorso da Amsterdam a Utrecht un vero incubo. Ma lui - come anche altri, tra cui Basso e Garzelli - sapendo le insidie della gara hanno sempre corso in testa al gruppo per evitare inutili rischi. "Nel finale nessuno voleva tirare per la volata e sono rimasti in gruppo. Così è pericoloso". Oggi la terza tappa Amsterdam-Middelburg, di 224 km.
Già nel 2002 Evans era stato maglia rosa. "Allora avevo altre idee e rimasi un po' sorpreso", dice. Infatti durò appena un giorno. Adesso è diverso. "Volevo la maglia rosa alla fine, forse è presto ma sono comunque contento". In classifica è davanti a tutti, con un secondo di vantaggio su Tyler Farrar, vincitore allo sprint della prima tappa in linea. "E' vicino a me, ma sullo Zoncolan lo stacco...", scherza l'australiano.
Com'e' cambiato Evans rispetto a quello in rosa di otto anni fa? "La gente più stretta intorno a me è la stessa ma la squadra è cambiata. E' cambiata la mentalità e le ambizioni e ho trovato un buon equilibrio. Sta arrivando il mio tempo, e la squadra mi dà lo stimolo giusto".
E' insomma durato un giorno solo Bradley Wiggins in rosa. "Sono rimasto coinvolto in una caduta - dice - E' stato un peccato perché non sono più riuscito a prendere il ritmo. A sette chilometri dall'arrivo poi sono caduto di nuovo. E' stato davvero troppo. Ma questo è il Giro. Un giorno va bene, il giorno dopo sei in fondo al gruppo. Questo è il ciclismo. Sapevamo che era pericoloso e al Tour sarà lo stesso. E' dura perdere la maglia rosa in questo modo".
"Sapevamo cosa ci aspettava - dice Ivan Basso - e l'imperativo era di correre in testa al gruppo per evitare cadute o pericolose perdite di tempo. E' stato necessario un surplus di lavoro da parte dei compagni, ma alla fine tutto è andato nel migliore dei modi. Deluso Damiano Cunego: "Nella caduta a 40 km dalla fine sono stato tamponato e ho danneggiato la bici. Non me ne sono accorto ma poi 30 chilometri dopo a una curva ho strappato e non potevo più pedalare". Ha rotto il cambio, che gli si è girato con la catena entrandogli nei rapporti. La sfortuna mi perseguita - conclude Cunego - ma l'importante è portare le ossa a casa. Era una tappa pericolosissima".
"E' stata una tappa ridicola. Mai visto nella mia carriera una corsa così nervosa e pericolosa". E' durissimo il commento di Cadel Evans sulla frazione di ieri, la seconda del 93° Giro d'Italia. Colpa delle tante, troppe cadute che hanno reso gli ultimi 40 chilometri del percorso da Amsterdam a Utrecht un vero incubo. Ma lui - come anche altri, tra cui Basso e Garzelli - sapendo le insidie della gara hanno sempre corso in testa al gruppo per evitare inutili rischi. "Nel finale nessuno voleva tirare per la volata e sono rimasti in gruppo. Così è pericoloso". Oggi la terza tappa Amsterdam-Middelburg, di 224 km.
Già nel 2002 Evans era stato maglia rosa. "Allora avevo altre idee e rimasi un po' sorpreso", dice. Infatti durò appena un giorno. Adesso è diverso. "Volevo la maglia rosa alla fine, forse è presto ma sono comunque contento". In classifica è davanti a tutti, con un secondo di vantaggio su Tyler Farrar, vincitore allo sprint della prima tappa in linea. "E' vicino a me, ma sullo Zoncolan lo stacco...", scherza l'australiano.
Com'e' cambiato Evans rispetto a quello in rosa di otto anni fa? "La gente più stretta intorno a me è la stessa ma la squadra è cambiata. E' cambiata la mentalità e le ambizioni e ho trovato un buon equilibrio. Sta arrivando il mio tempo, e la squadra mi dà lo stimolo giusto".
E' insomma durato un giorno solo Bradley Wiggins in rosa. "Sono rimasto coinvolto in una caduta - dice - E' stato un peccato perché non sono più riuscito a prendere il ritmo. A sette chilometri dall'arrivo poi sono caduto di nuovo. E' stato davvero troppo. Ma questo è il Giro. Un giorno va bene, il giorno dopo sei in fondo al gruppo. Questo è il ciclismo. Sapevamo che era pericoloso e al Tour sarà lo stesso. E' dura perdere la maglia rosa in questo modo".
"Sapevamo cosa ci aspettava - dice Ivan Basso - e l'imperativo era di correre in testa al gruppo per evitare cadute o pericolose perdite di tempo. E' stato necessario un surplus di lavoro da parte dei compagni, ma alla fine tutto è andato nel migliore dei modi. Deluso Damiano Cunego: "Nella caduta a 40 km dalla fine sono stato tamponato e ho danneggiato la bici. Non me ne sono accorto ma poi 30 chilometri dopo a una curva ho strappato e non potevo più pedalare". Ha rotto il cambio, che gli si è girato con la catena entrandogli nei rapporti. La sfortuna mi perseguita - conclude Cunego - ma l'importante è portare le ossa a casa. Era una tappa pericolosissima".