Landis ammette il doping via mail e incolpa Armstrong

Ciclismo
Floyd Landis e Lance Armstrong, in maglia gialla, compagni di squadra al Tour del 2004 (foto La Presse)
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Il Wall Street Journal è entrato in possesso di alcuni messaggi inviati dal ciclista americano al presidente della federazione Usa. Pesantissime le accuse al sette volte vincitore del Tour: "Mi ha spiegato lui le pratiche dopanti"

L'ammissione del doping sistematico affidata a una serie di mail indirizzate ai principali dirigenti del ciclismo statunitense ed internazionale: così Floyd Landis, protagonista del grave scandalo che nel 2006 gli costò la revoca del titolo di vincitore del Tour de France a causa della positività al testosterone sintetico, ha confessato l'uso costante, da parte sua e di numerosi ciclisti americani, di diverse pratiche dopanti, dall'Epo all'ormone della crescita, dalle trasfusioni di sangue agli ormoni femminili, fino, in un'occasione, all'insulina. La notizia è stata pubblicata dal Wall Street Journal, che ha potuto visionare alcuni messaggi inviati tra il 30 aprile e il 6 maggio da Landis a Stephen Johnson, presidente della federazione ciclistica Usa, il ciclista chiama in causa pesantemente anche Lance Armstrong accusando il manager di quest'ultimo, Johan Bruyneel, di averlo introdotto, fra il 2002 e il 2003, all'uso di pratiche dopanti di cui, secondo Landis, lo stesso Armstrong era a conoscenza. "Io e lui (Armstrong) ne parlavamo a lungo durante gli allenamenti. All'epoca mi spiegò anche l'evoluzione dei controlli sull'Epo e mi disse che le trasfusioni erano necessarie per via dei nuovi test", si legge in una mail del 30 aprile, nella quale Landis racconta poi che nel 2003 si sottopose a Girona, in Spagna, all'estrazione di due unità di mezzo litro di sangue nell'intervallo di tre settimane, sangue che sarebbe stato successivamente utilizzato per le trasfusioni nel corso del Tour. Secondo Landis, l'estrazione sarebbe avvenuta presso l'appartamento di Armstrong e le sacche di sangue (sue e del compagno di squadra George Hincapie, che secondo il quotidiano ha smentito le accuse) sarebbero state conservate in un frigorifero dello stesso Armstrong.

Landis, allora corridore della Phonak, venne trovato positivo all'antidoping il 26 luglio 2006, pochi giorni dopo la passarella agli Champs Élysées e, quando il 5 agosto le controanalisi confermarono la positività, si vide privato del successo al Tour e squalificato per due anni. Al contrario Armstrong, sette volte vincitore della Grand Boucle, nonostante su di lui spesso siano stati adombrati sospetti di doping, non è mai stato trovato positivo ad alcun test. Ora, per lui, un altro carico di accuse.

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