Giro, Basso scatenato si prende anche la maglia rosa
CiclismoTappa a Scarponi. Sul Mortirolo passano in vantaggio il varesino, Nibali e il marchigiano. Poi la discesa paurosa di Arroyo e Vinokourov per difendere la vetta della classifica. Ma Ivan sfila allo spagnolo la casacca da leader. LE FOTO E IL VIDEO
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Tappa esaltante, epica, leggendaria. Con un continuo allungarsi e accorciarsi dei distacchi. Alla fine dell'avventura, all'Aprica vince Michele Scarponi davanti ai due connazionali compagni di fuga, Ivan Basso e Vincenzo Nibali. Ma la notizia è che il campione varesino della Liquigas, straordinario nella sua azione, accorcia sensibilmente e progressivamente il distacco da Arroyo (era di 2'27" il ritardo a inizio giornata), fino a sopravanzare lo spagnolo in classifica generale. In una tappa simbolo del ciclismo italiano, dove è nata la leggenda di Marco Pantani, il varesino riconquista la maglia rosa dopo quattro anni. "Una giornata fantastica", dice Ivan a caldo. "Per noi Liquigas la strategia migliore era stare assieme, stando uniti ce l'abbiamo fatta". Il gruppo con Arroyo, Vinokourov, Sastre e Evans, sempre litigiosi nelle fasi finali della gara e quindi poco costruttivi, è arrivato al traguardo a oltre 3': in classifica generale lo spagnolo, ora, è quindi secondo a 51" dal nuovo leader italiano. Di 2'30" è invece il distacco di Vincenzo Nibali, splendido terzo in generale, e di 2'49" quello di Michele Scarponi.
Sotto la pioggia, otto gradi di temperatura in cima al Mortirolo (clou della tappa), scavallano in testa Ivan Basso, Vincenzo Nibali e Michele Scarponi, tre italiani assieme. Con 55" su Alexandre Vinokourov, 1'43" su Evans e 1'55" su Arroyo. Il campione del mondo Cadel Evans è in crisi netta. Ma poi c'è la discesa stratosferica di David Arroyo (la maglia rosa uscente) e del kazako Alexander Vinokourov, alla disperata rincorsa del trio di testa. Una discesa su asfalto bagnato e viscidissimo, pericolosa, elettrizzante. E qua Arroyo recupera tantissimo sui tre fuggitivi, fino a soli 37". Solo che il terzetto non demorde: uniti, senza bisticciare, si riportano in zona sicurezza e anzi aumentano il vantaggio chilometro dopo chilometro, salendo verso Aprica. Sta qua, nella fatica e nella tensione massima, spasmodica, il senso della diciannovesima tappa, i 195 km da Brescia all'Aprica. Una tappa in cui ci si giocava, in pratica e senza tante storie, la vittoria finale del Giro. Questa, nientemeno, la posta in palio, in attesa della frazione di montagna con il Gavia di sabato.
Sarà infatti un altro tappone di montagna con il quarto e ultimo arrivo in salita. Ad aspettare i corridori cinque colli e lunghi settori oltre i 2000 metri. I primi 40 km sono interamente in discesa. Si entra in Svizzera per scalare la Forcola di Livigno. Rientrati in Italia si raggiunge Livigno per affrontare i Passi di Eira e Foscagno. Dopo ancora una lunga discesa su Bormio si affronta la Cima Coppi posta sul Passo Gavia a 2618 metri. A seguire 16 km di discesa ripida e molto tecnica fino a Ponte di Legno. Quindi di nuovo salita e arrivo al Passo del Tonale.
Ordine di arrivo della 19.a tappa, da Brescia ad Aprica (195 km):
1. Michele Scarponi (Ita) Androni-Diquigiovanni, in 5.27'04
2. Ivan Basso (Ita) s.t.
3. Vincenzo Nibali (Ita) s.t.
4. Alexandre Vinokourov (Kaz) a 3'05
5. John Gadret (Fra) s.t.
6. Cadel Evans (Aus) a 3'06
7. David Arroyo Duran (Spa) s.t.
8. Carlos Sastre Candil (Spa) s.t.
9. Branislau Samoilau (Bie) a 5'27
10. Marco Pinotti (Ita) s.t.
Questa la classifica generale:
1. Ivan Basso (Ita) Liquigas in 81.55'56
2. David Arroyo (Spa) a 0'51
3. Vincenzo Nibali (Ita) a 2'30
4. Michele Scarponi (Ita) a 2'49
5. Cadel Evans (Aus) a 4'00
6. Carlos Sastre (Spa) a 5'32
7. Richie Porte (Aus) a 6'00
8. Alexandre Vinokourov (Kaz) a 6'02
9. Robert Kiserlovski (Cro) a 12'44
10. Marco Pinotti (Ita) a 13'40
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Tappa esaltante, epica, leggendaria. Con un continuo allungarsi e accorciarsi dei distacchi. Alla fine dell'avventura, all'Aprica vince Michele Scarponi davanti ai due connazionali compagni di fuga, Ivan Basso e Vincenzo Nibali. Ma la notizia è che il campione varesino della Liquigas, straordinario nella sua azione, accorcia sensibilmente e progressivamente il distacco da Arroyo (era di 2'27" il ritardo a inizio giornata), fino a sopravanzare lo spagnolo in classifica generale. In una tappa simbolo del ciclismo italiano, dove è nata la leggenda di Marco Pantani, il varesino riconquista la maglia rosa dopo quattro anni. "Una giornata fantastica", dice Ivan a caldo. "Per noi Liquigas la strategia migliore era stare assieme, stando uniti ce l'abbiamo fatta". Il gruppo con Arroyo, Vinokourov, Sastre e Evans, sempre litigiosi nelle fasi finali della gara e quindi poco costruttivi, è arrivato al traguardo a oltre 3': in classifica generale lo spagnolo, ora, è quindi secondo a 51" dal nuovo leader italiano. Di 2'30" è invece il distacco di Vincenzo Nibali, splendido terzo in generale, e di 2'49" quello di Michele Scarponi.
Sotto la pioggia, otto gradi di temperatura in cima al Mortirolo (clou della tappa), scavallano in testa Ivan Basso, Vincenzo Nibali e Michele Scarponi, tre italiani assieme. Con 55" su Alexandre Vinokourov, 1'43" su Evans e 1'55" su Arroyo. Il campione del mondo Cadel Evans è in crisi netta. Ma poi c'è la discesa stratosferica di David Arroyo (la maglia rosa uscente) e del kazako Alexander Vinokourov, alla disperata rincorsa del trio di testa. Una discesa su asfalto bagnato e viscidissimo, pericolosa, elettrizzante. E qua Arroyo recupera tantissimo sui tre fuggitivi, fino a soli 37". Solo che il terzetto non demorde: uniti, senza bisticciare, si riportano in zona sicurezza e anzi aumentano il vantaggio chilometro dopo chilometro, salendo verso Aprica. Sta qua, nella fatica e nella tensione massima, spasmodica, il senso della diciannovesima tappa, i 195 km da Brescia all'Aprica. Una tappa in cui ci si giocava, in pratica e senza tante storie, la vittoria finale del Giro. Questa, nientemeno, la posta in palio, in attesa della frazione di montagna con il Gavia di sabato.
Sarà infatti un altro tappone di montagna con il quarto e ultimo arrivo in salita. Ad aspettare i corridori cinque colli e lunghi settori oltre i 2000 metri. I primi 40 km sono interamente in discesa. Si entra in Svizzera per scalare la Forcola di Livigno. Rientrati in Italia si raggiunge Livigno per affrontare i Passi di Eira e Foscagno. Dopo ancora una lunga discesa su Bormio si affronta la Cima Coppi posta sul Passo Gavia a 2618 metri. A seguire 16 km di discesa ripida e molto tecnica fino a Ponte di Legno. Quindi di nuovo salita e arrivo al Passo del Tonale.
Ordine di arrivo della 19.a tappa, da Brescia ad Aprica (195 km):
1. Michele Scarponi (Ita) Androni-Diquigiovanni, in 5.27'04
2. Ivan Basso (Ita) s.t.
3. Vincenzo Nibali (Ita) s.t.
4. Alexandre Vinokourov (Kaz) a 3'05
5. John Gadret (Fra) s.t.
6. Cadel Evans (Aus) a 3'06
7. David Arroyo Duran (Spa) s.t.
8. Carlos Sastre Candil (Spa) s.t.
9. Branislau Samoilau (Bie) a 5'27
10. Marco Pinotti (Ita) s.t.
Questa la classifica generale:
1. Ivan Basso (Ita) Liquigas in 81.55'56
2. David Arroyo (Spa) a 0'51
3. Vincenzo Nibali (Ita) a 2'30
4. Michele Scarponi (Ita) a 2'49
5. Cadel Evans (Aus) a 4'00
6. Carlos Sastre (Spa) a 5'32
7. Richie Porte (Aus) a 6'00
8. Alexandre Vinokourov (Kaz) a 6'02
9. Robert Kiserlovski (Cro) a 12'44
10. Marco Pinotti (Ita) a 13'40
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