Tour, Armstrong guida il gruppo nel ricordo di Casartelli

Ciclismo
La stele sul Col de Portet d'Aspet che ricorda il compianto Fabio Casartelli
gruppo_stele_casartelli_ap

15 anni dopo il triste incidente che costò la vita al nostro ciclista, nella 15esima tappa, la Grande Boucle è passata dal Col de Portet d'Aspet. L'americano ha guidato la carovana lungo la discesa fino ad arrivare al punto dove ci fu la tremenda caduta

COMMENTA NEL FORUM DI CICLISMO

IL TOUR DE FRANCE TAPPA PER TAPPA

Lance Armstrong e la carovana del Tour de France non dimenticano Fabio Casartelli, sono 15 anni che ogni anno la 'Grande Boucle' ha un pensiero per l'azzurro vincitore nel 1992 del titolo iridato dilettanti a Barcellona e morto il 18 luglio lungo la discesa del Col de Portet d'Aspin. E oggi, anche se un giorno dopo l'anniversario, il Tour ha ricordato lungo quella discesa il giovane ciclista italiano che - senza casco, perché non era obbligatorio come poi, da quella tragedia, lo è diventato - finì contro un paracarro in cemento e morì praticamente all'istante. Dapprima i dieci in fuga in questa 15ma tappa del tour, da Pamiers a Bagneres de Luchon, ma più in particolare tutto il gruppo, con i migliori davanti, hanno reso omaggio alla memoria di Casartelli.

E' stato Armstrong, da vero leader carismatico, a dare il ritmo al gruppo lungo la discesa fino ad arrivare al punto dove ci fu la tremenda caduta e dove dall'ottobre 1995 c'è una stele a forma di ruota di bicicletta che finisce in una bandiera. Armstrong era compagno di squadra di Casartelli alla Motorola ed è l'unico in assoluto di quel Tour de France che ancora corra e che oggi ci sia stato sul Col de Portet d'Aspin. Un Armostrong che ha sempre definito quel giorno come "il più tremendo della mia vita", più di quello in cui gli venne diagnosticato il cancro ai testicoli e con metastasi al cervello da cui è poi guarito. E in un'intervista a alla vigilia della tappa il texano ha raccontato ancora il ricordo di quel giorno: la colazione in albergo con Casartelli, con cui divideva la camera; il clima di allegria; i propositi della tappa pirenaica che li attendeva; il saluto sulla linea di partenza e l'arrivederci alla sera; e infine la notizia in corsa della caduta e della morte di Fabio.

Un dolore lancinante al quale Armstrong cercò di porre rimedio in due circostanze: il giorno dopo riuscì a imporre a tutto il gruppo, dimostrandosi già allora un leader, di andare piano e arrivare tutti insieme al traguardo, per dare il senso della protesta della carovana per l'accaduto, e poi nella successiva tappa di Limoges la fuga solitaria per la vittoria, tutta dedicata a Casartelli. Restano nella storia e nelle teche televisive del Tour de France gli indici di Armostrong levati al cielo e più volte agitati sul traguardo di Limoges per dire che quella vittoria era solo per Fabio, non per se stesso o per la Motorola. Era il suo personale omaggio al giovane compagno di squadra e di corsa. Non fu un episodio, perché sono 15 anni che Armstrong tiene vivo il ricordo di Casartelli, e anche oggi l'ha dimostrato. Chiedendo ed ottenendo che l'intero gruppo lasciasse da parte per qualche secondo strategie e tattiche in chiave maglia gialla per un silenzioso ricordo.