Contador: "Non mi sono mai dopato, ma non posso provarlo"
CiclismoLo spagnolo, dopo la sospensione del Tas, si difende: "Tutti i miei sogni sono crollati in un momento. E' un incubo. Chi mi ha visto vincere sa che ero il più forte. Continuerò ad allenarmi in maniera pulita come ho sempre fatto, tornerò più forte"
FOTO: Contador: 14 mesi in purgatorio tra Giro, matrimonio e fischi - Doping, è strage di maglie gialle: ecco i ''pizzicati'' al Tour
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"Non mi sono mai dopato, ma non posso provarlo. E' un incubo": parola, all'indomani della condanna a due anni di squalifica per doping che gli ha inflitto il Tas, di Alberto Contador. Vestito scuro, emozionato e buio in volto, il campione spagnolo ha convocato i giornalisti nella sua Pinto, la cittadina vicino a Madrid in cui è nato, vive, e ha sposato in piena bufera tre mesi fa la fidanzata Macarena. Nega qualsiasi scorrettezza. "Rifiuto totalmente il verdetto", scandisce. "Quale che sia la conclusione di questa vicenda, mi resta la soddisfazione di poter dire: io non mi sono mai dopato".
Praticamente tutta la Spagna gli crede, e appoggia l'idolo nazionale, che la sentenza del Tribunale arbitrale dello sport ha privato delle vittorie al Tour de France 2010 e al Giro d'Italia 2011. Lui la rassicura, dopo le voci di un possibile ritiro girate nelle ultime 24 ore: "Una cosa è chiara, vado avanti con il ciclismo, in modo pulito, come ho fatto sempre". Contador ripete di essere deciso a andare fino in fondo, ma ai giornalisti che gli chiedono se pensi di presentare un ricorso alla magistratura ordinaria svizzera, risponde solo: "Decideranno gli avvocati". Descrive i 18 mesi trascorsi da quando sono uscite le prime indiscrezioni su quel controllo positivo al clenbuterolo al Tour de France di due anni fa come "un calvario": "Per me, per mia moglie, per la mia famiglia". "E' stato un anno e mezzo durissimo che non auguro a nessuno, tutti i miei sogni sono crollati in un momento".
"Non riesco a capire questa sentenza - lamenta - mi sono perfino sottoposto alla macchina della verità, per cinque ore, come un delinquente". La sua squadra, la danese Saxo Bank, ha deciso di appoggiarlo "al 100%", annuncia durante la conferenza stampa di Contador il direttore sportivo Bjarne Riis. "La sentenza del Tas dice che non c'è stata alcuna frode consapevole. E' stata assunzione accidentale di un supplemento alimentare. Alberto - chiarisce - conserva quindi la nostra totale fiducia".
Lui, Contador, non vuole pronunciarsi sulla tesi del complotto per impedirgli di andare ai Giochi Olimpici di Londra, ventilata oggi da Marca: "Ognuno può pensarla come vuole". Ma avverte che dopo il 6 agosto, quando finirà la squalifica, tornerà "più forte di prima": "Voglio continuare a vincere le più grandi corse".
Il consiglio di Guardiola: "Lottare fino in fondo" - L'allenatore del Barcellona, coinvolto nel 2001 in una vicenda di doping, ha consigliato al ciclista Alberto Contador, condannato a una squalifica di due anni, di "lottare fino in fondo" per fare valere la sua innocenza. Lo riferisce la stampa spagnola. "Voglio mandare un abbraccio a Alberto Contador. So per esperienza che alla fine solo una persona sa davvero che cosa è successo, ed è lui: se è innocente, si difenda fino alla fine del mondo", ha detto il tecnico blaugrana. "Anche a me è successo, ma alla fine viene sempre fuori la verità, ha aggiunto. Guardiola, allora giocatore del Brescia, era stato accusato di doping nel 2001. Ritenuto colpevole in primo grado, era stato dichiarato innocente in appello nel 2007.
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"Non mi sono mai dopato, ma non posso provarlo. E' un incubo": parola, all'indomani della condanna a due anni di squalifica per doping che gli ha inflitto il Tas, di Alberto Contador. Vestito scuro, emozionato e buio in volto, il campione spagnolo ha convocato i giornalisti nella sua Pinto, la cittadina vicino a Madrid in cui è nato, vive, e ha sposato in piena bufera tre mesi fa la fidanzata Macarena. Nega qualsiasi scorrettezza. "Rifiuto totalmente il verdetto", scandisce. "Quale che sia la conclusione di questa vicenda, mi resta la soddisfazione di poter dire: io non mi sono mai dopato".
Praticamente tutta la Spagna gli crede, e appoggia l'idolo nazionale, che la sentenza del Tribunale arbitrale dello sport ha privato delle vittorie al Tour de France 2010 e al Giro d'Italia 2011. Lui la rassicura, dopo le voci di un possibile ritiro girate nelle ultime 24 ore: "Una cosa è chiara, vado avanti con il ciclismo, in modo pulito, come ho fatto sempre". Contador ripete di essere deciso a andare fino in fondo, ma ai giornalisti che gli chiedono se pensi di presentare un ricorso alla magistratura ordinaria svizzera, risponde solo: "Decideranno gli avvocati". Descrive i 18 mesi trascorsi da quando sono uscite le prime indiscrezioni su quel controllo positivo al clenbuterolo al Tour de France di due anni fa come "un calvario": "Per me, per mia moglie, per la mia famiglia". "E' stato un anno e mezzo durissimo che non auguro a nessuno, tutti i miei sogni sono crollati in un momento".
"Non riesco a capire questa sentenza - lamenta - mi sono perfino sottoposto alla macchina della verità, per cinque ore, come un delinquente". La sua squadra, la danese Saxo Bank, ha deciso di appoggiarlo "al 100%", annuncia durante la conferenza stampa di Contador il direttore sportivo Bjarne Riis. "La sentenza del Tas dice che non c'è stata alcuna frode consapevole. E' stata assunzione accidentale di un supplemento alimentare. Alberto - chiarisce - conserva quindi la nostra totale fiducia".
Lui, Contador, non vuole pronunciarsi sulla tesi del complotto per impedirgli di andare ai Giochi Olimpici di Londra, ventilata oggi da Marca: "Ognuno può pensarla come vuole". Ma avverte che dopo il 6 agosto, quando finirà la squalifica, tornerà "più forte di prima": "Voglio continuare a vincere le più grandi corse".
Il consiglio di Guardiola: "Lottare fino in fondo" - L'allenatore del Barcellona, coinvolto nel 2001 in una vicenda di doping, ha consigliato al ciclista Alberto Contador, condannato a una squalifica di due anni, di "lottare fino in fondo" per fare valere la sua innocenza. Lo riferisce la stampa spagnola. "Voglio mandare un abbraccio a Alberto Contador. So per esperienza che alla fine solo una persona sa davvero che cosa è successo, ed è lui: se è innocente, si difenda fino alla fine del mondo", ha detto il tecnico blaugrana. "Anche a me è successo, ma alla fine viene sempre fuori la verità, ha aggiunto. Guardiola, allora giocatore del Brescia, era stato accusato di doping nel 2001. Ritenuto colpevole in primo grado, era stato dichiarato innocente in appello nel 2007.
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