
Comincia domenica, con l’edizione numero 96 del Giro delle Fiandre, la ‘settimana santa’ del ciclismo, che porterà il gruppo alla Parigi-Roubaix dell’8 aprile –

Nata nel 1913 con un percorso massacrante (330 km), il Fiandre è terra di conquista per i corridori belgi (67 successi). Qui Rik Van Steenbergen, vincitore nel 1944 e nel 1946 –

La prima affermazione italiana arriva nel 1949 con Fiorenzo Magni, che concede bis e tris nel ‘50 e nel ’51. Non a caso era soprannominato il ‘Leone delle Fiandre’ –

Non era la sua Classica preferita, ma da buon Cannibale Eddie Merckx ha messo il timbro anche su un paio di Ronde van Vlaandere, nel 1969 e nel ’75 –

Nel 1974, tra Merckx e Leman (vincitore tre volte), la spunta a sorpresa un olandese, Cees Bal, che vive il suo giorno di gloria in terra belga –

Negli anni Novanta il protagonista assoluto è il padrone di casa Johan Museeuw, che trionfa nel 1993, 1995 e 1998 –

In quegli anni l’Italia si difende alla grande con Gianluca Bortolami (a sx) e Michele Bartoli, quest’ultimo specialista delle Classiche del Nord avendo vinto anche 2 Liegi, una Freccia Vallone e un Amstel Gold Race –

Dopo la Roubaix del 1999, Andrea Tafi aggiunge alla sua bacheca il Fiandre del 2002 grazie ad un’azione solitaria –

Il 2005 e il 2006 vedono la firma di Tom Boonen, idolo locale e uno dei grandi favoriti anche per l’edizione di domenica –

L’ultimo italiano ad alzare le braccia al cielo è stato Alessandro Ballan nel 2007. Tra gli azzurri nell’albo d’oro vi sono anche Dino Zandegù, Moreno Argentin e Gianni Bugno –

Nelle ultime due edizioni i padroni sono stati Fabian Cancellara e il sorprendente Nick Nuyens –

Otto tratti in pavè, sedici muri (non c’è più il temuto Grammont) per 255 km da Brugge a Oudenaarde. La ‘settimana santa’ del ciclismo parte da qui: e non tutti sono in grado di arrivarci in sella…