Liegi, lo Squalo Nibali prova a sbranare il favorito Gilbert

Ciclismo
Il durissimo tracciato della Liegi edizione 2013, la 99ma della storia
liegi-bastogne-liegi

Oggi torna la Doyenne, la decana delle Classiche. Finora le grandi corse del Nord hanno riservato per l'Italia più amarezze che gioie. E anche questa volta non parte tra i favoriti. Sarà una corsa durissima: 261 km di saliscendi pazzeschi

Oggi torna la Doyenne, la decana delle Classiche. Finora le grandi corse del Nord hanno riservato per l'Italia più amarezze che gioie. E anche questa volta non parte tra i favoriti. Ma uno come Vincenzo Nibali alla Liegi-Bastogne-Liegi può giocarsi le sue carte. Specie dopo la vittoria da campione al Giro del Trentino. Non sarà della gara invece Domenico Pozzovivo, che ha dovuto dare forfait per due costole rotte.

Ma alla Doyenne i tifosi avranno occhi solo per Philippe Gilbert. Il belga torna sulle strade di casa con la maglia di campione del mondo. Due anni fa proprio la Liegi-Bastogne lo lanciò nel mondo del grande ciclismo. Ora sogna di rivincere con la maglia iridata come fecero Eddy Merckx (nel 1972 e nel 1975) e Moreno Argentin nel 1987. "E' una di quelle corse che fanno sognare enormemente noi corridori" dice Gilbert, che sa di poter avere un sostegno in più dai suoi tifosi, che sono attesi a migliaia. "Mi aiuteranno nei momenti di sofferenza ad andare più forte". Oltre a Gilbert gli altri grandi favoriti sono gli spagnoli Valverde e Rodriguez.

Oltre a Nibali buone speranze anche per Cunego e Scarponi. "Penso che possano avere le qualità - dice Michele Bartoli, consulente tecnico della Lampre-Merida -e la condizione per essere nel finale della Liegi a giocarsi buone chance di fare risultato". Sarà una corsa durissima: 261 km di saliscendi pazzeschi da Liegi ad Ans, nei sobborghi della stessa cittadina belga, passando per Bastogne. Una corsa storica, giunta alla 99ma edizione, che fa parte delle grandi cinque classiche del calendario internazionale.

La prima ascesa ufficiale sarà la Cote de La Roche-en-Ardenne, 70 km dopo la partenza. Sarà l'antipasto per la successione infernale che arriverà dopo. La corsa sarà tutta racchiusa negli ultimi 100 km con la Cote de Wanne, quasi 3 km oltre il 7% di pendenza media, subito dopo sarà il turno della Cote de Stockeu, un chilometro secco con pendenze che arrivano al 15% e che mediamente si attestano al 12%. Nei 30km successivi gli atleti si troveranno di fronte due salite più lunghe ma meno impervie. Poi a meno 38 km la Cote de La Redoute, storica salita di questa corsa, di fatto aprirà la corsa vera.

La pendenza media, sui 2000 metri di ascesa, è dell'8%, ma le pendenze più importanti arriveranno nella parte centrale della Cte, superiori al 20%. L'ultima asperità sarà la Cote de Saint-Nicolas, un trampolino naturale in grado di lanciare verso la vittoria gli atleti più forti. E' stata ribattezzata "la salita degli italiani". Il sogno di Nibali, Scarponi e gli altri è che torni a esserlo.