Froome, un'era che inizia? Tra un anno la sfida a Nibali

Ciclismo
Il ghigno di Froome sul podio del Tour de France: per l'inglese è il primo successo di una lunga serie? (Foto Getty)

IL VINCITORE. L'inglese del Team Sky ha trionfato al Tour come Wiggins nel 2012 ma incarna il ciclismo moderno più dell'ex capitano: può aprire un ciclo. Così, cresce l'attesa per lo scontro diretto con il siciliano che quest'anno ha conquistato il Giro

di Stefano Rizzato

In qualche modo, è finita come un anno fa, con un inglese in maglia gialla e con il Team Sky a portarlo in trionfo. Ma quante differenze tra quella vittoria e questa, tra quel vincitore e questo, tra quel podio e quello di ieri. Un anno fa eravamo rimasti tutti con il dubbio: senza un Wiggins per cui lavorare, Froome poteva vincere il Tour? La risposta eccola qua: è arrivata nelle scorse tre settimane. E, azzardiamo, sul podio tra i pensieri dell’anglokeniota sarà passato anche questo dolce senso di rivincita.

Nato il 20 maggio 1985, Froome è nel pieno della maturità ciclistica. Da quasi due anni, da quella Vuelta 2011 persa per 13”, è ai massimi livelli. Sulle strade di questo Tour ha raccolto anche convinzione, carisma e capacità di gestire la squadra e i rari momenti di difficoltà. Atleticamente è indiscutibile, con quella capacità di fare frequenze e sforzi in salita che agli altri sono preclusi. Insomma, siamo davanti a un corridore in grado di aprire un ciclo.

Le sue doti, in fondo, si vedono meglio lontano dalle gare. È lì, nei sacrifici da fare per conquistare una grande corsa a tappe, che Froome rappresenta il prototipo perfetto del ciclista moderno. Nell’anno 2013, tra tecnologia e programmazione esasperata, per vincere un Tour devi sorbirti mesi di allenamenti e alimentazione da fachiro. E poi arrivare tirato a lucido – qualcuno ha notato: ai limiti dell’anoressia – al grande appuntamento. Wiggins, per sua stessa ammissione, quei sacrifici a un certo punto non li ha retti più. Senza basette, con animo più da ingegnere che da rocker, Froome potrebbe restare più a lungo sulla cresta dell’onda.

E così è facile guardare già al 5 luglio 2014. Quel giorno, guarda caso da Leeds, scatterà il Tour numero 101. Se tutto andrà come deve, sarà il via anche della sfida che ora tutti attendono, quella tra la maglia gialla e la maglia rosa in versione 2013, tra Chris Froome e Vincenzo Nibali. Diversi per stile - molto più bello quello del siciliano – e per caratteristiche – forse più scalatore l’inglese – sono loro due i fari per le corse a tappe. Lo scontro diretto varrà quasi come uno spareggio.

Tra i due, c’è da scommetterci, proverà a infilarsi Nairo Quintana, grande, immensa rivelazione della Grande Boucle appena terminata. Oppure ci riproverà Contador, con un moto d’orgoglio dopo il primo vero fallimento della sua carriera. O ancora sarà Porte, già miglioratissimo, ad aver fatto un ulteriore salto di qualità. Non resta che aspettare. Per adesso au revoir, Grande Boucle. L’appuntamento è tra meno di un anno.